Lotta al virus

Covid, dal Texas arriva il vaccino proteico libero da brevetti

Corbevax, realizzato dai ricercatori del Texas Children's Hospital e del centro di ricerca privato Baylor College of Medicine, è già stato approvato dalle autorità sanitarie indiane

di Franco Sarcina

I vaccini proteici potrebbero dare una svolta alla pandemia?

2' di lettura

«Un regalo al mondo», dicono i ricercatori che l’hanno realizzato. E che regalo: un vaccino che utilizza le tecniche collaudate e tradizionali dei sieri proteici ed è disponibile privo di diritti di brevetto. Stiamo parlando di Corbevax, realizzato dai ricercatori del Texas Children's Hospital e del centro di ricerca privato Baylor College of Medicine, sempre texano. I test hanno stabilito che Corbevax è efficace, e l’India ha già dato l’ok per il suo utilizzo: ne verranno prodotte cento milioni di dosi al mese.

Come afferma Maria Elena Bottazzi, ricercatrice italo-honduregna che ha lavorato al progetto, «I vaccini a base di proteine ​​sono già stati ampiamente utilizzati per prevenire molte malattie, sono sicuri e possono essere prodotti a basso costo utilizzando economie di scala».

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Fin dalla fine del 2020, il team di ricerca statunitense che stava sviluppando il vaccino ha unito le forze con l’azienda farmaceutica indiana Biological E in modo da dare il via agli studi clinici su efficacia e pericolosità e stabilire la capacità di produzione. Nel corso del 2021 gli studi clinici hanno incluso diverse migliaia di partecipanti. I dati indicano che il vaccino dovrebbe essere efficace almeno per l’80% nel prevenire il manifestarsi dei sintomi della variante Delta. Presto arriveranno dati specifici per la variante Omicron, ma si ipotizza che sia efficace almeno quanto la maggior parte dei vaccini attualmente disponibili.

Specifiche “open”

Ma la caratteristica più importante di questo nuovo vaccino è il fatto che è stato sviluppato come prodotto senza brevetto. In altre parole, le sue specifiche sono “aperte”, e quindi può essere facilmente realizzato dai produttori di vaccini di tutto il mondo. Peter Hotez, uno dei ricercatori a capo del progetto, lo ha descritto come un «regalo per il mondo», sottolineando che la tecnologia è già stata trasferita a produttori di vaccini in India, Indonesia, Bangladesh e Botswana.

«Si tratta di un passo importante per vaccinare il mondo e fermare la pandemia», afferma Hotez. «La nostra tecnologia vaccinale offre una strada per affrontare la crisi umanitaria in corso: la vulnerabilità che i paesi a basso e medio reddito devono affrontare contro la variante Delta».
L’India è il primo paese a rilasciare l’autorizzazione di emergenza a Corbevax. Biological E ha già 150 milioni di dosi pronte per l’uso, con una capacità di produzione fissata a 100 milioni di dosi al mese da febbraio.

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