Dal vertice con i sindacati sull’ex Ilva agli Stati generali dell’economia, dossier vecchi e nuovi sul tavolo del Governo
Martedì 9 giugno il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli incontrerà in videoconferenza i metalmeccanici e confederali, per fare il punto sulla vertenza in corso sull’acciaieria. Intanto il premier Conte è al lavoro sulla piattaforma di misure da discutere in occasione dell’iniziativa che si svilupperà nella cornice di villa Doria Pamphili
di Andrea Carli
4' di lettura
Appena chiusa, non senza qualche difficoltà, la diatriba con le Regioni su quando riaprire e su quando e come far scattare il semaforo verde agli spostamenti dopo circa tre mesi di chiusura a causa dell’emergenza Covid-19, la settimana che si apre porta con sé altri dossier. Uno “vecchio”, che chiama in causa più in generale il dibattito sul futuro del siderurgico italiano. E uno “nuovo”, che porta al centro dell’attenzione la necessità di delineare un percorso di riforme per far ripartire un’economia italiana travolta dall’emergenza del Covid-19.
Domani, martedì 9 giugno, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli incontrerà in videoconferenza i sindacati metalmeccanici e confederali, per fare il punto sulla vertenza in corso sull’ex Ilva. Non ci sarà l’azienda.
Verso gli Stati generali dell’economia
Ma la settimana che si apre sarà anche quella degli Stati generali dell’economia, l’iniziativa che si terrà nella cornice romana di villa Doria Pamphili, concepita dal premier Giuseppe Conte, con qualche perplessità all’interno della maggioranza, come un’occasione di confronto a 360 gradi (che coinvolgerà «tutte le forze produttive e le energie migliori»), primo passo nella direzione di un “Recovery plan” (o “piano della Rinascita”), nel quale chiarire come l’Italia intenda rispondere alle sollecitazioni dell’Unione europea nella fase 3, quella che sarà caratterizzata (anche) dall’arrivo delle risorse europee. Nelle “Prospettive per l’economia italiana”, l’Istat parla di «shock senza precedenti» a causa del coronavirus, e prevede «una marcata contrazione del Pil nel 2020», con una caduta dell’8,3%, e «una ripresa parziale nel 2021», stimando un rialzo del 4,6 per cento. Mercoledì 10 al Senato è prevista l’informativa di Conte prima del Consiglio europeo: potrebbe essere una prima occasione per cominciare a delineare i punti principali del “piano di Rinascita”.
La durata del confronto
Da qui l’esigenza di elaborare un piano per la ripresa, e soprattutto di definire delle priorità. Di qui pertanto la proposta degli Stati generali, che si dovrebbero aprire venerdì. Il Pd chiede una riflessione che si sviluppi in più tempo, durante l’estate, in modo tale da avere da settembre una piattaforma di proposte da presentare all’Europa. Il quadro dovrebbe delinearsi nelle prossime ore: è atteso un nuovo vertice con i capidelegazione delle forze politiche di maggioranza. In occasione della direzione nazionale del Pd, il segretario del partito Nicola Zingaretti ha posto l’accento sulla necessità di «risposte urgenti alle crisi industriali, come Mittal e Alitalia, e decreti come semplificazioni, sicurezza e provvedimenti urgentissimi nel campo della giustizia. Siamo a un momento cruciale in cui si giocano i destini della legislatura e il futuro dell’Italia».
Le spinte centripede nella maggioranza
Gli Stati Generali vedranno al tavolo governo, parti sociali, associazioni di categoria e personalità varie e si preannunciano come uno “start” al piano di riforme. E Conte sarà chiamato da un lato a correre e dall’altro a parare le crescenti spinte centripete nella maggioranza. Spinte che, dal dossier Autostrade al Mes, hanno alcuni snodi cruciali sebbene, proprio sul fondo Salva-Stati, il “sì” di Roberta Lombardi e del viceministro Pier Paolo Sileri abbiano aperto uno spiraflio nel muro pentastellato. Un percorso che è destinato a intrecciarsi con il Pnr, il Piano nazionale delle riforme che dovrebbe essere presentato in settimana. I pilastri «investimenti pubblici e privati e forte semplificazione», ha spiegato nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, saranno «inseriti anche nel Pnr che presenteremo a breve e poi ribadiremo nel Recovery plan: un piano ambizioso che vogliamo costruire con grande dialogo nel Paese».
Di Maio: «Oggi apre il cantiere Made in Italy»
Intanto il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio ha convocato alla Farnesina mezzo Governo, regioni e imprese sul Patto per l’export e il Made in Italy da 1,4 miliardi di euro, così da anticipare qualche elemento che entrerà necca cassetta degli attrezzi dell’esecutivo. Il documento, ha spiegato, ha recepito le istanze presentate dalle associazioni di categoria e le imprese per il rafforzamento della loro proiezione all’estero. «Oggi - ha spiegato - apre il “Cantiere Made in Italy». Si tratta di una «nuova strategia per l’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo», che «si regge su sei pilastri», ha sottolineato il ministro. A partire dalla «comunicazione, perché la ripartenza non potrà prescindere dall’avvio di un grande re-branding nazionale». Le altre linee di intervento prioritarie saranno: la formazione e l’informazione, l’e-commerce, il sistema fieristico, la promozione integrata, la finanza agevolata.
Ex Ilva, martedì 9 sciopero e incontro con Patuanelli
Tra i dossier che andranno affrontati a strettissimo giro, quello dell’ex Ilva. I sindacati sono sul piede di guerra contro il nuovo piano industriale di ArcelorMittal. Le tute blu di Cgil, Cisl e Uil non ci stanno alla nuova richiesta di esuberi e a veder calpestato l’accordo del 2018. Per questo hanno annunciato uno sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti del gruppo per martedì 9 giugno, proprio in concomitanza con l’incontro per fare il punto sulla vertenza in corso tra le segreterie nazionali e il ministro Patuanelli. Ministro che già da giorni non ha nascosto la propria irritazione nei confronti dell’azienda. Il responsabile dello Sviluppo economico pensa a un piano nazionale strategico dell’acciaio, che porti tutta la filiera a una rivoluzione eco-sostenibile, già intrapresa da altre acciaierie come Arvedi.
Il nodo della concessione autostradale
Infine, è atteso per questa settimana un vertice tra il presidente del Consiglio e i ministri Paola De Micheli (Infrastrutture) e Gualtieri sul dossier Autostrade. L’ipotesi di una revoca della concessione appare sempre più debole, ma è difficile che in quell’occasione si prenderà una decisione. La perplessità con cui il Pd ha accolto l’iniziativa di Conte sugli Stati generali dell’economia è nota. Un’ulteriore occasione di dissenso all’interno della maggioranza, questa volta con la componente Cinque Stelle, potrebbe avere avere un effetto fortemente destabilizzante sull’esecutivo.
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