Rifiuti plastici

Dall’edilizia al design, la seconda vita del polietilene riciclato

Teli agricoli

di Davide Madeddu

Ogni anno vengono immesse al consumo circa 550 mila tonnellate di beni in polietilene con una produzione di rifiuti con un rapporto vicino all'uno a uno

3' di lettura

Dagli strumenti per l’edilizia al design. La nuova vita del polietilene riciclato passa per l’economia circolare in un percorso in cui teli usati per la copertura delle serre diventano film tecnici per l’edilizia. Proprio in questo contesto nasce la prima filiera circolare per il recupero dei rifiuti plastici (in polietilene) che permette ai teli utilizzati per la copertura dei vigneti e poi dismessi, di essere interamente recuperati e reinseriti nel ciclo di produzione di particolari film usati nelle costruzioni.

Un progetto ambizioso che punta a ridurre il volume di rifiuti in polietilene, all’insegna della transizione ambientale. A portare avanti l’iniziativa, che segna un nuovo corso per il materiale leggero e tra i più presenti nella quotidianità (costituisce il 30% del volume totale della produzione mondiale di materie plastiche), nell’ambito dell’iniziativa “La nuova vita del film agricolo” è il consorzio Ecopolietilene, con sede a Milano, che si occupa della gestione dei rifiuti da beni in polietilene, insieme con il produttore Eiffel, il distributore Aniplast, e il supporto operativo di Ecolight Servizi, Metaplas e Plastimontella.

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Il progetto, come sottolinea il direttore generale di Ecopolietilene Giancarlo Dezio «nasce dalla duplice esigenza di avviare una raccolta specifica dei beni in polietilene utilizzati in ambito agricolo e, al contempo, individuare uno sbocco industriale alle materie prime seconde ottenute dai processi di recupero».

A rafforzare l’iniziativa il fatto che ogni anno, secondo i dati del consorzio, «vengono immesse al consumo circa 550 mila tonnellate di beni in polietilene con una produzione di rifiuti con un rapporto vicino all’uno a uno». Non solo, «escludendo gli imballaggi, circa il 70-80% di rifiuti di beni in polietilene lo si trova in ambito agricolo e urbano».

La prova sul campo di questo progetto. Da maggio 2021 a settembre, con la partecipazione di diverse aziende agricole in Puglia e Basilicata. Nel corso dell’esperimento sono state raccolte più di 34 tonnellate di rifiuti (30 delle quali sono risultate idonee al recupero) derivanti da teli per la copertura dei vigneti «prodotti da Eiffel e distribuiti, dopo una ulteriore lavorazione, da Aniplast».

Il processo avviato con il recupero del materiale è stato poi trattato per dare vita alla produzione di un granulo in polietilene “idoneo alla filmatura in bolla” (procedimento più comune per la produzione di film senza fine), utilizzati principalmente per l’imballaggio con cui è stato prodotto il “film barriera al vapore” ossia un materiale che resiste alla diffusione dell’umidità attraverso la confezione per prevenire la condensazione. Con il risultato che 30 tonnellate di teli per la copertura delle serre, miscelate con altre plastiche riciclate, hanno dato vita a 100 tonnellate di film per l’edilizia «interamente green».

«L’esperimento - aggiunge Dezio - ha avuto un ottimo successo e ora contiamo di esportarlo in tutte le altre regioni d’Italia, isole comprese». Non è tutto, giacché per il futuro c’è l’interesse ad andare oltre l’agricoltura. «La nostra intenzione è incrementare l’attività anche in altri settori - aggiunge ancora-. Noi non ci fermeremo alle serre agricole, ma abbiamo l’intenzione di andare ad avviare progetti pilota per la raccolta di altri prodotti anche in altri ambiti». Proprio seguendo questa strada e in quest’ottica rientra anche l’intesa siglata recentemente che oltre all’edilizia e all’agricoltura guarda al design. Si tratta dell’accordo di collaborazione che Consorzio ha sottoscritto con l’associazione di filiera dello stampaggio rotazionale It-Ro (Italia rotazionale), un’associazione nata nel 2013 e che attualmente «rappresenta l’80% degli attori rotazionali presenti sul mercato italiano», con l’obiettivo di «sensibilizzare al recupero dei beni rigidi in polietilene e al loro riuso nei prodotti stampati in rotazionale». Ossia la tecnologia all’avanguardia per la produzione di diversi manufatti industriali attraverso cui è possibile «pensare a variegate soluzioni costruttive».

Il progetto, nell’ottica di potenziare il processo circolare dei rifiuti di beni in polietilene, «prevede anche la progettazione e la realizzazione finale, attraverso lo stampaggio rotazionale di un prodotto in polietilene riciclato».

«Siamo davanti a un rifiuto riciclabile al cento per cento e noi - conclude il direttore - intendiamo applicare il principio dell’economia circolare con la giusta attenzione. Per far questo operiamo con recuperatori e smaltitori presenti in tutta Italia».

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