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Dall’IA alla fotonica, incentivi da 473 milioni per la ricerca al Sud

Sbloccata una dote di 473,4 milioni per incentivi alle imprese che investono in ricerca e innovazione al Sud.

di Carmine Fotina

3' di lettura

Un decreto del ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) mette a disposizione 473,4 milioni alle imprese del Sud che investono sulle tecnologie avanzate, dalla nanotecnologia all’intelligenza artificiale.

Le tecnologie

Gli incentivi, nella forma mista dei finanziamenti agevolati e dei contributi alla spesa, sono destinati alle imprese delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia che presentano progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale di rilevanza strategica per il sistema produttivo attraverso l’utilizzo delle cosiddette tecnologie abilitanti fondamentali, le cosiddette Ket (key enabling technologies) individuate a livello europeo.

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Il decreto Mimit, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 3 novembre, sulla base della classificazione della Commissione Ue definisce come Ket sei aree di applicazione: materiali avanzati e nanotecnologia, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, intelligenza artificiale, connessione e sicurezza digitale.

Le imprese ammesse

Possono presentare domanda le imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e ai Centri di ricerca. Le risorse stanziate hanno due differenti fonti di copertura: 328 milioni, per la concessione dei finanziamenti agevolati, arrivano dal Fondo rotativo per il sostegno alle imprese (Fri); 145, milioni, per la concessione dei contributi diretti alla spesa, sono invece recuperati da avanzi emersi dopo la chiusura dei programmi operativi 2007-2013.

Spese e costi ammissibili

Le spese e i costi ammissibili – strumenti e attrezzature, servizi di consulenza - devono essere compresi tra 3 e 20 milioni. Cinque gli ambiti delle spese e dei costi ammissibili. Il primo include il personale, limitatamente a tecnici, ricercatori e altro personale ausiliario, nella misura in cui è impiegato nelle attività di ricerca e di sviluppo oggetto del progetto (sono esclusi i costi del personale con mansioni amministrative, contabili e commerciali).

Il secondo ambito riguarda gli strumenti e le attrezzature, nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il progetto (nel caso in cui il periodo di utilizzo sia inferiore all’intera vita utile del bene, sono ammissibili unicamente le quote di ammortamento fiscali ordinarie relative al periodo di svolgimento del progetto).

E ancora: sono ammessi i costi per i servizi di consulenza, di ricerca contrattuale e gli altri servizi utilizzati per l’attività del progetto di ricerca e sviluppo, inclusa l’acquisizione o l’ottenimento in licenza dei risultati di ricerca, dei brevetti e del know-how, tramite una transazione effettuata alle normali condizioni di mercato; le spese generali relative al progetto ed infine i materiali utilizzati per lo svolgimento del progetto.

Le agevolazioni

A gestire la misura sarà Mediocredito centrale. I finanziamenti agevolati a valere sul Fri sono concessi per una percentuale massima del 50% delle spese e dei costi ammissibili, con associato un finanziamento bancario di importo non inferiore al 20% delle spese. In caso di accesso da parte delle piccole e medie imprese alla maggiorazione del contributo alla spesa, il finanziamento agevolato è concesso al 40% delle spese e dei costi ammissibili.

I contributi alla spesa sono articolati invece sulla base della dimensione dell’impresa proponente: 30% per le piccole imprese; 25% per le medie imprese; 15% per le grandi imprese. Scatta una maggiorazione del 10% sia per i progetti realizzati interamente nelle regioni del Mezzogiorno sia per i progetti che prevedono partenariati. Il termine di apertura e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione saranno definite dal ministero con successivi provvedimenti.

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