Dall’Ilva a Ducati e Piquadro, ecco le aziende che pagano i tamponi ai dipendenti
In vista del green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro alcune realtà hanno puntato su questa soluzione per garantire l’operatività
I punti chiave
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Il 15 ottobre, quando milioni di italiani (dipendenti pubblici, privati e autonomi) dovranno disporre del Green pass per accedere al luogo di lavoro, è alle porte. Alcune aziende hanno deciso di venire incontro ai lavoratori che non sono vaccinati, pagando loro i tamponi. Il certificato verde, e quindi l’accesso in ufficio o in fabbrica, viene infatti riconosciuto nel momento in cui il lavoratore è risultato negativo al test antigenico rapido nelle ultime 48 ore o al test molecolare nelle ultime 72 ore. Dall’ex Ilva a Ducati, a Ima (automazione industriale), a Piquadro (accessori in pelle), a NaturaSì (prodotti biologici), fino ad alcuni terminalisti del porto di Genova (il terminal Psa di Prà e il Porto Petroli) hanno deciso di pagare i tamponi ai dipendenti che non hanno il certificato verde.
Una decisione che, dal punto di vista delle aziende che sono andate in questa direzione, nasce dalla volontà di garantire il rispetto delle nuove norme sul Green pass, permettere a tutti i lavoratori di svolgere la propria attività in azienda, rispettando la libertà di non vaccinarsi, ed evitare lotte e divisioni che la pandemia ha esasperato nelle relazioni, e, soprattutto, garantire l’operatività. Allo stato attuale, i tamponi gratuiti sono riconosciuti solo a chi, previa certificazione medica, è esentato dalla vaccinazione per problemi di salute.
Governo valuta sconti aziende,senza azzerare costi tamponi
Stando alle indicazioni fornite da alcune fonti governative, non ci sarà un azzeramento dei costi per le aziende che vogliano pagare i tamponi ai dipendenti, ma l'esecutivo valuta in queste ore di introdurre ulteriori deduzioni per le imprese. Il governo esclude di garantire la gratuità con un azzeramento dei costi per le imprese, ma sta riflettendo se rafforzare gli aiuti alle aziende, che hanno già un credito d'imposta al 30%.
Il nodo operatività per le aziende con pochi dipendenti
Il nodo operatività vale soprattutto per le realtà più piccole, considerato che per le imprese con meno di quindici dipendenti è prevista la possibilità, dopo che un lavoratore non presenta il Green Pass per cinque giorni, di sostituire il dipendente con un altro, sospendendolo per la durata del contratto in quanto assente ingiustificato. Questa sospensione può essere della durata massima di dieci giorni, rinnovabile una volta sola e comunque non può superare il 31 dicembre 2021. In questi casi risulterà difficile trovare un sostituto, ancora di più se è solo per venti giorni.
Ex Ilva, Acciaierie d’Italia sostiene spese tamponi personale
Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, ha comunicato ai sindacati che sosterrà il costo dei tamponi per i lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto. Sono 1.600 su un totale di 8.200 gli operai che non hanno il green pass. Una nota dell’azienda spiega che si tratta di una decisione assunta «al fine di consentire al proprio personale non ancora vaccinato, la possibilità di ottenere il green pass temporaneo, indispensabile a far data dal 15 ottobre 2021, per l’accesso allo stabilimento». I dipendenti potranno recarsi dal 14 ottobre, presso la farmacia convenzionata di Taranto, previa prenotazione telefonica. I tamponi saranno eseguiti dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20, e la domenica dalle 9 alle 14.
La Ducati e le aziende metalmeccaniche di Bologna
Anche le aziende metalmeccaniche di Bologna vanno in questa direzione. Da Ima a Ducati Motor, a Bonfiglioli riduttori e Toyota Material Handling . Anche Lamborghini potrebbe unirsi al gruppo.
Piquadro paga tamponi a no vax, garantire operatività
Piquadro, colosso degli accessori in pelle conosciuto in tutto il mondo coi marchi Piquadro, The Bridge e Lancel, è tra i grandi gruppi italiani, dal cuore emiliano, che hanno deciso di offrire tamponi gratuiti a tutti i dipendenti non vaccinati che ne facciano richiesta in vista dell’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro a partire da venerdì. Piquadro ha deciso di pagare i tamponi ai dipendenti fino al 31 dicembre, a differenza di altre aziende che prevedono questa possibilità solo per un mese, per dar modo ai lavoratori di ripensare la propria scelta sul vaccino. È una misura, ha spiegato Marco Palmieri, presidente e ad, che intanto vuole incentivare tutti al rientro in azienda, in sicurezza, e che viene fatta sostanzialmente per riuscire a garantire, in primis ai dipendenti vaccinati e in regola col certificato verde, una organizzazione del lavoro continua e senza “buchi” improvvisi che poi graverebbero sulle loro spalle.
Sailmaker, l’azienda che ha lavorato per Expo Dubai
Un’azienda di Numana (Ancona) del settore arredamenti tessili, tessuti per vele, telonerie navali e marittime, ha annunciato che sosterrà in toto, fino a fine anno, il costo dei tamponi necessari per il Green pass dei propri dipendenti affinché in «nessun caso e a nessuno venga vietato il sacrosanto diritto al lavoro». A spiegare la scelta è stato Gianlorenzo Fiorenzi, amministratore delegato di Sailmaker international srl, attualmente 26 dipendenti, la metà apprendisti, che ha prodotto e realizzato per l’Expo Dubai le griglie di protezione dal sole per 50mila metri quadrati, dei camminamenti tra i padiglioni con speciali pannelli “ombreggianti” che riflettono l’80% della luce solare. «Non vogliamo entrare nella polemica, - ha esordito Fiorenzi - ma l’azienda è decisa a garantire un aiuto ai collaboratori». In «armonia con mission e Codice Etico», ha come punti fermi «tre principi fondamentali: rispetto della salute e della sicurezza, della libertà individuale, dei diritti e dignità dei lavoratori», che dovranno «adeguarsi al nuovo protocollo Covid». Nelle enormi difficoltà causate dalla pandemia l’obiettivo è «assicurare a tutti i dipendenti e collaboratori, che lavorerà fattivamente per evitare lotte e divisioni che purtroppo la pandemia ha esasperato nella relazione tra persone, nel dibattito pubblico e nelle aziende».
Chi ha detto no a tamponi gratuiti per i dipendenti
C’è chi invece ha detto no ai tamponi gratuiti per i dipendenti non vaccinati. È il caso dell’azienda di cosmetici Kiko che per voce dell’ammistratore delegato Cristina Scocchia, intervenuto alla trasmissione televisiva Otto e mezza, ha sottolineato che «chi sceglie di non vaccinarsi (nell’azienda il 15% dei 2.500 dipendenti non è vaccinato) deve pagare le spese di questa decisione, per questo non finanzieremo i tamponi ai nostri dipendenti». Parole che hanno registrato l’apprezzamento del virologo Roberto Burioni, che su twitter ha commentato: «Se esiste una linea per uomo da domani per la prima volta nella vita entro in profumeria. Bravi!».
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