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Dei prossimi 1000 bambini venuti al mondo, 172 saranno indiani. Anche limitandosi a questo, all’impatto sulla demografia mondiale, si comprende come qualsiasi ragionamento sul futuro assetto geo-politico globale debba fare i conti con questo paese-continente. Candidato naturale a diventare leader, con l’unica incognita del “quando”, non certo del “se”.
Leader nella crescita demografica ma anche economica - come evidenzia il titolo dell’evento dedicato al paese all’interno del palinsesto del Festival dell’Economia di Trento - tenendo conto di un progresso 2022 nell’ordine del 7%, il doppio rispetto alla crescita globale.
Scenari nuovi e opportunità
La riapertura delle trattative di un accordo di libero scambio con l’Europa dopo un lungo periodo di stasi apre scenari nuovi ma già ora esistono aree in cui l’India può essere considerata un’opportunità.
«La politica Global Gateway diventa strumento di politica estera. E la partnership con l’Unione Europea sui temi della connettività - spiega Stefania Benaglia, capo unità connettività globale del Ceps, Centro di Studi di Politica Europea di Bruxelles - è cruciale perché definisce le traiettorie degli sviluppi tecnologici in un settore importante. Sviluppare insieme le infrastrutture significa poter utilizzare gli standard europei, elemento di forte impatto per i legami futuri delle due aree».
Politica estera complessa, quella indiana, che tende ad evitare contrapposizioni così come a stringere alleanze forti, e che pure in termini tecnologici sembra ora privilegiare gli Stati Uniti.
Un milione di ingegneri l’anno
«Teniamo conto - spiega la storica ed economista Adriana Castagnoli, membro del comitato scientifico del Festival - che l’India sforna un milione di ingegneri all’anno e sviluppare i settori tecnologici diventa determinante. L’accordo con gli Stati Uniti per rafforzare l’industria dei semiconduttori e dei computer ad alte prestazioni va in questa direzione. A questo si aggiungono altre intese nel settore della difesa. Si tratta comunque sempre di scelte non “esclusive”, tenendo conto ade esempio che anche oggi il primo fornitore di armi del paese è sempre la Russia».
E l’Italia? Per noi l’India rappresenta il 28esimo mercato estero di destinazione delle merci mentre per Nuova Delhi siamo il 25esimo fornitore: non esattamente posizioni di leadership. Se in termini di interscambio la situazione è migliorata (15 miliardi nel 2022, il 50% oltre i livelli pre-Covid), le possibilità di sviluppo sono considerate ancora più ampie.
«Integrando i diversi sistemi produttivi - spiega l’ambasciatore Vincenzo de Luca - credo che ci sia un potenziale molto ampio e le esigenze diverse possono combinarsi. Penso ad esempio alla fame di connettività, oppure alla necessità di decarbonizzazione, che per i prossimi 50 anni sarà la sfida più importante per il paese. E se guardiamo alle tecnologie di storage, all’idrogeno, alle rinnovabili, vediamo come l’Italia e l’intera Europa possano approfittare di condizioni di scenario favorevoli».
Quadro - aggiunge de Luca - che in passato per l’Italia è stato reso più complesso dalla difficile e lunga trattativa per la liberazione dei due Marò, così come dall’impasse creata dalle iniziative giudiziarie su commesse Finmeccanica, nodi che ora sono stati risolti.
Produzione interna privilegiata
Tra gli ostacoli, anche qui, come altrove, vi è la scelta del Governo di privilegiare le produzioni interne (il piano Make in India lanciato dal premier Modi) ma ciò non esclude la possibilità di approfittare di qualche opportunità.
«Alcuni settori sono più chiusi - aggiunge de Luca - altri invece sono estremamente concorrenziali, come accade al mondo digitale, davvero apertissimo: in due anni sono state 101 le start-up in grado di fare il balzo che altrove riesce più di rado: diventare unicorni, superando quindi il miliardo di valutazione».
Sullo sfondo, nei rapporti con l’Europa, resta sempre l’assenza di un accordo di scambio. Le trattative sono riprese lo scorso giugno, con l’idea di arrivare ad un esito positivo. Tenendo conto di un iter avviato nel 2007, poi fermato nel 2013, la cautela è però d’obbligo.
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