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Dall’industria all’agricoltura, sprint di fine anno in Val d’Aosta

De Fabritiis (Confindustria): la situazione in chiaroscuro. Pesano i rincari energetici
Gontier (Coldiretti): buone le prospettive per latte, formaggi e vino ma preoccupa il calo di mele e miele

di Carlo Andrea Finotto

Vendemmia.  Precipitazioni permettendo, la produzione vitivinicola valdostana si annuncia di qualità

3' di lettura

Fine anno con luci e ombre per l’economia della Valle d’Aosta. Le imprese dei diversi settori hanno archiviato un terzo trimestre positivo, dove «quasi tutti gli indicatori erano improntati al miglioramento o comunque positivi, con l’unica eccezione dell’export» ricorda Giorgia De Fabritiis, direttore di Confindustria Valle d’Aosta. Ora è presto per sapere quale sia e se sia cambiato il sentiment degli imprenditori, visto che la prossima analisi vedrà la luce entro la metà di ottobre, ma già si possono mettere in fila alcuni fattori esogeni che rischiano di far sentire i loro effetti sui produttori di beni e servizi e anche, a cascata, sui consumatori. De Fabritiis pensa in particolare al «perdurare del conflitto in Ucraina con tutte le conseguenze che si porta dietro, al rallentamento della Germania – paese al quale l’economia italiana in generale è legata a doppio filo, ndr – alla questione dei costi dell’energia, che rimane un tema caldo sul tavolo, alla politica monetaria con gli interventi sui tassi di interesse».

In questo quadro una tinta più chiara la porta la decisione di rinviare di un anno la lunga chiusura (15 settimane) del tunnel del Monte Bianco: scongiurato, quindi, il pesante impatto sul transito delle merci, anche se, sottolinea Giorgia De Fabritiis, «il problema è stato soltanto rimandato». I mesi “guadagnati” potranno, forse, servire alla politica nazionale per rilanciare l’ipotesi di raddoppio del traforo (ipotesi contrastata dalle comunità locali francesi).

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Per le imprese della Valle d’Aosta, quindi, lo sprint di fine anno sarà in chiaro scuro: in quali proporzioni dipenderà anche dalle variabili in gioco, per esempio le condizioni meteorologiche che potrebbero influire sulla stagione turistica e su quella agricola.

A confermare questa doppia lettura ci sono anche le valutazioni di Fabrizio Graziola, segretario regionale della Fiom Cgil. Un caso emblematico può essere quello della Cogne Acciai Speciali: da un lato, l’azienda, leader mondiale nella produzione di acciai inossidabili lunghi e leghe nichel, ha concluso un aumento di capitale da 200 milioni di euro e ha finalizzato l’acquisizione di Special Melted Products, società inglese controllata dalla holding tedesca Mutares SE & Co. KGaA. «Con questa acquisizione - dichiara Massimiliano Burelli, chief executive officer di Cogne Acciai Speciali - facciamo un significativo passo avanti nel nostro percorso di crescita». Dall’altro, spiega Graziola, «è stato raggiunto un accordo per la cassa integrazione per l’area a caldo, il “treno vergella barre” e le trafile, nell’ambito dell’area a freddo». Si tratta di misure prese in seguito «alla stagnazione del mercato nei settori oil & gas e, in parte, anche nell’automotive».

L’ampio settore della metalmeccanica vanta situazioni diverse, da quelle positive che riguardano la Mcv - «che prevede anche rientri al sabato», dice Graziola – , la Tecnomec, «che ha assunto una decina di persone», la «Thermoplay che va bene e ha superato i 200 addetti», la Grivel; a quelle più delicate che riguardano «la Gps, che opera nel campo dei sistemi di sicurezza per la protezione perimetrale e la videosorveglianza», e «le ricadute della crisi nazionale che coinvolge la Alpitel: azienda attiva nell’ambito della telefonia che qui aveva 8 dipendenti sui 650 in tutta italia, ora più che dimezzati», chiosa Fabrizio Graziola.

Le sfaccettature caratterizzano anche la situazione e le prospettive del comparto agricolo. Le buone notizie non mancano, a partire «dagli alpeggi, dove la buona quantità e qualità dei foraggi ha influito sulla produzione di latte e di conseguenza dei formaggi, fontina in testa», spiega la presidente di Coldiretti Valle d’Aosta, Alessia Gontier, che ricorda, però, come gli allevatori siano reduci da una stagione 2022 drammatica a causa della siccità. L’onda lunga del 2022 si fa sentire anche su uno dei simboli della Valle d’Aosta: «La produzione di mele renette è di buona qualità, ma i volumi sono in calo del 60-70% rispetto alla scorsa stagione, a causa delle ripercussioni del clima anomalo che le piante hanno sopportato». Simile la situazione per il miele: «Sono due o tre anni che le api producono meno sempre a causa delle anomalie climatiche: troppe piogge a maggio, troppo caldo e siccità a luglio» spiega la presidente di Coldiretti Valle d’Aosta. Per quanto riguarda la viticoltura e il vino, le prospettive sembrano essere buone soprattutto dal punto di vista qualitativo - «la peronospera ha dato meno problemi rispetto al resto d’Italia», dice Gontier – ma molto influirà il clima dei prossimi giorni e settimane, quando verrà completata la raccolta delle uve».

Di certo, gli eventi estremi degli ultimi anni mantengono aperto il problema di individuare soluzioni strutturali. «Servono mini invasi - sottolinea Alessia Gontier – e manutenzione sulle reti idriche». Nel frattempo, anche l’agricoltura guarda con apprensione all’impatto possibile dei rincari delle materie prime energetiche che, come si sa, causano ripercussioni a catena: dal produttore al consumatore.

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