Dall’Ocean race nove progetti per il mare
Le soluzioni sono state presentate all’Innovation village di Genova ma sono destinate a durare nel tempo e puntano ad essere commercializzate
di Raoul de Forcade
3' di lettura
Trasformare il gran finale, a Genova, di una delle regate più importanti al mondo, l’Ocean race, in un’opportunità, per nove imprese, di creare prodotti destinati a rendere più sostenibile l’utilizzo dell’ambiente marino. Con il supporto delle fondazioni Sanpaolo e Carige, che hanno messo a disposizione 800mila euro.
La manifestazione velica su cui si è fortemente speso il sindaco del capoluogo ligure, Marco Bucci, convinto che fosse un’occasione irripetibile per dare visibilità internazionale (e ricadute turistiche) alla città, si è svolta dal 24 giugno al 2 luglio, ma restano i progetti avanzati presentati nei nove stand del padiglione dell’Innovation village, che hanno ospitato altrettante soluzioni tangibili e concrete per la tutela del mare e dell’ambiente, selezionate nell’ambito del progetto gestito dal Blue district del Comune di Genova, cioè l’hub di via del Molo (nel cuore del porto antico), che svolge il ruolo di centro d’innovazione e sviluppo della blue economy.
L’Innovation village è all’interno dell’Ocean live park, l’area in cui gli equipaggi della regata hanno trovato ospitalità e ristoro all’arrivo, dopo la settima tappa, dall’Aia a Genova, della lunga navigazione di sei mesi dall’Atlantico al Pacifico fino, nuovamente, all’Atlantico e al Mediterraneo.
Un percorso durante il quale il mare, per i regatanti, è stato al centro di ogni pensiero e che, dopo The grand finale a Genova, resterà al centro del business - come patrimonio da salvaguardare - delle nove aziende che sono state selezionate dal Blue district per l’Innovation village. Imprese che, ciascuna col suo know-how, hanno presentato prodotti concentrati proprio sulla tutela del mare.
Il più rappresentativo di tutti è forse la prima barca riciclabile al mondo, costruita a Genova presso i cantieri San Giorgio Marine. Si tratta di Ecoracer 30, un monotipo di 9 metri realizzato con un mix di carbonio e fibra di lino. Ideata da Northern Light Composites, un’azienda innovativa con sede in Friuli-Venezia Giulia che si occupa di progettazione, ingegnerizzazione e commercializzazione d’imbarcazioni sostenibili, la barca è nata grazie a un team italiano, formato da giovani professionisti affiancati ad alcune figure affermate nel settore. La barca ha caratteristiche decisamente sportive, tanto che avrà un circuito di regate dedicato: le Ecoracer sailing series. Ma un’altra imbarcazione green è stata portata al village: l’H2Boat Nykita, a zero emissioni, lanciata nel 2020 da Bluenergy Revolution, già attiva nella ricerca applicata su fuel cell, elettrolizzatori e sistemi di stoccaggio dell’idrogeno, con l’obiettivo di introdurre, in ambito marino, le tecnologie legate all’H2 e al suo utilizzo come vettore energetico. Tra i nove progetti figura anche quello di Wsense denominato Greta, che prevede la sperimentazione di una rete internet sottomarina senza cavi, per l’osservazione wireless e per monitorare lo stato di salute del mare. Wsense è nato nel 2017 come spin off dell’università di Roma e nel 2023 ha vinto il riconoscimento del World economic forum come impresa più innovativa al mondo nella raccolta e gestione dei dati, ai fini della protezione dell’ambiente oceanico. Vi è poi Blue Box, ideato dalla torinese Oceanhis (nata nel luglio 2020, in collaborazione con l’incubatore I3P del Politecnico di Torino): è un laboratorio portatile grande come un baule, che fornisce dati marini georeferenziati, consegnando alla comunità lo stato di salute dell’ambiente marino, raccolto girando con una semplice imbarcazione.
La pratese Moebeus, ha proposto, invece, il progetto Tour4Blue, una piattaforma in grado di dare evidenza alle imprese turistiche e alle attività sportive e del tempo libero che si caratterizzano per cultura della sostenibilità. Geoscape, spin off universitario genovese, ha realizzato, dal progetto Matassa, un prototipo infrastrutturale che consiste nella rappresentazione di un reef artificiale lungo un tratto di costa cittadino e la rimodulazione della costa in funzione dei principi dell’Iczm (Integrated costal zone management). Consente di vedere i fondali tramite la realtà virtuale. Swimlift, invece, grazie a un suo brevetto, realizza una sorta di skilift da mare, per garantire una piena accessibilità, a piscine e aree acquatiche, a chiunque e in modo sostenibile, semplice e sicuro. Madlab 2.0, una start up genovese innovativa a vocazione sociale si serve, invece, di una stampante 3D ad argilla per realizzare manufatti naturali in grado di far rinascere ambienti sotto la superficie marina. Infine, l’abruzzese Global e-solving ha realizzato una moto d’acqua e una piccola barche a vela con il kelvet, uno speciale materiale riciclabile. «Queste - afferma Claudio Oliva, direttore del job center del Blue district - sono pillole di nuova economia. E noi spingiamo l’innovazione sostenibile. Sono convinto che quanto presentato all’Innovation village resterà, perché mette insieme business e people».
Le nove idee esposte sono state scelte col bando del luglio 2022, Call For Innovation- Lo sport nella blue economy . I vincitori hanno ottenuto un contributo di valore compreso tra 40mila e i 200mila euro e un servizio di accompagnamento imprenditoriale a cura dell’iIncubatore I3P del Politecnico di Torino .
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