ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIncarichi rinnovati da palazzo Chigi

Dall’Ucraina alla crisi energetica, tutti i dossier dei direttori dei servizi Parente e Caravelli

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, conferma per due anni Mario Parente (Aisi) e per quattro Gianni Caravelli (Aise)

di Marco Ludovico

Da sinistra a destra, Giovanni Caravelli e Mario Parente (foto Ansa)

3' di lettura

Il conflitto tra Russia e Ucraina è il certificato di garanzia di continuità per i direttori dei servizi di informazione e sicurezza. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, conferma la sua determinazione sulle nomine. Rinnova così per due anni il direttore dell’Aisi (agenzia informazioni e servizi interni), Mario Parente, e per quattro anni il numero uno dell’Aise (agenzia informazioni e servizi esterni), Gianni Caravelli. Entrambi ottengono una medaglia al valore sul campo per meriti straordinari. Non era scontato, infatti, nè il rinnovo biennale di Parente né tantomeno quello quadriennale di Caravelli. Il consenso politico è trasversale.

Lo scenario in atto

Draghi sulle nomine si muove senza esitazioni. Per i servizi di informazione e sicurezza può contare sull’autorità delegata, il prefetto Franco Gabrielli. Tutti e due, nonostante patrimoni culturali e di esperienza differenti, per carattere non fanno sconti: misurano la produzione istituzionale sui fatti concreti, la qualità, l’efficacia. Caravelli e Parente, ciascuno nel suo ruolo, sono stati così valutati e apprezzati di continuo in uno scenario a dir poco critico. Nel caos dell’infodemia, la massa incontrollata di informazioni, sommata alle strategie di disinformazione e fake news, Aisi e Aise hanno affrontato sfide su sfide. Gabrielli, va ricordato, è stato direttore dell’Aisi e per quasi cinque anni capo della Polizia-direttore generale della pubblica sicurezza.

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Gli indirizzi per le decisioni strategiche

Regista e autorità delegata sul sistema di intelligence, Gabrielli ha portato a Draghi il dossier delle scadenze a metà maggio dei direttori di Aise e Aisi. Nessun dubbio mai c’è stato sulle loro conferme. Meno scontata, forse, la definizione della lunghezza del rinnovo. Poteva essere un anno, minimo, fino a quattro anni, massimo, per una durata complessiva dell’incarico di non oltre otto anni. La raggiunge Mario Parente, record assoluto all’agenzia interna, con i due anni di proroga. La sfiora Caravelli ma con quattro anni di rinnovo, comunque un segnale di grande fiducia e stima da parte del governo. In teoria, l’esecutivo della prossima legislatura potrebbe revocarli. Una prospettiva, tuttavia, oggi molto improbabile.

La mutazione genetica di Parente

L’Aisi, ex Sisde, è lontano anni luce da quello che l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, chiamava «una grande squadra mobile e digos». Azione di polizia giudiziaria e attività informativa di intelligence devono essere separate e distinte: l’una è in capo all’autorità giudiziaria, l’altra a quella di governo. Approdato come vicedirettore all’Aisi nel 2015, promosso direttore l’anno dopo, nonostante anni e anni di esperienza e di comando al Ros (raggruppamento operativo speciale) - il fiore all’occhiello tutt’oggi dell’investigazione dell’Arma - Parente all’ex Sisde ha voltato pagina. Ha valorizzato la squadra interna a ogni livello. Ha massimizzato, in particolare, l’attività di intelligence nei settori strategici emergenti. Dopo il terrorismo, la cyber; le minacce a macchia d’olio seguite dal controspionaggio. Quelle, sopra tutto e quasi innnanzitutto, all’economia nazionale: l’azione Aisi è ormai un riferimento. Una metamorfosi, insomma, di produzione informativa. Fondamentale per le decisioni di governo.

L’Aise presidio del monitoraggio sulla guerra

Gianni Caravelli, generale di corpo d’armata dell’Esercito, è vicedirettore vicario Aise dal 2014 e dal 2020 numero uno. L’ex Sismi è più grande dei «cugini» Aisi, governarlo non è facile. Ma Caravelli, prima con la crisi in Libia e ora con il conflitto russo-ucraino, ha spinto al massimo sull’acceleratore dei report informativi necessari a palazzo Chigi per le decisioni politiche. Relazioni ottime con Parente, con il direttore del Dis (dipartimento informazioni e sicurezza) Elisabetta Belloni, e, in particolare, con Franco Gabrielli. Caravelli ha fatto i conti, com’è facile immaginare, con la necessità a palazzo Chigi di dossier aggiornati, ora per ora, sullo scontro tra Russia e Ucraina. Ci sono livelli di dettaglio informativi decisivi: Mosca e Kiev si scontrano anche sul piano delle informazioni e disinformazioni reciproche. Essenziale il rapporto con i cosiddetti collegati, i servizi dei Paesi alleati, a partire dagli americani. Caravelli non ha inteso perdere un colpo, anzi. Può consentire al governo di conoscere e valutare al di là della narrazione pubblica, social e giornalistica, disseminata di fake news. Un lavoro senza sosta.

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