Dall’umido oltre 9mila posti di lavoro ma potrebbero arrivare a 14mila
di Cristina Casadei
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Dall’umido si generano 9mila posti di lavoro e un giro d’affari di 1,7 miliardi. E se gli italiani fossero tutti virtuosi nella raccolta del rifiuto organico i posti arriverebbero a 14mila e il giro d’affari a 2,4 miliardi. Il Consorzio italiano compostatori (Cic) spiega che per ora gli italiani hanno superato i 100 chilogrammi procapite di rifiuto organico all’anno: la raccolta complessiva sale così oltre le sei tonnellate e rappresenta il 43,3% della differenziata in Italia. Seguono poi carta e cartone (22,5%) e vetro (12,5%).
Ma la di là della quota va sottolineato, come fa il direttore del Cic Massimo Centemero, che «di anno in anno la quantità cresce. Tra il 2014 e il 2015 c’è stato un incremento del 6,1%. Sono dati positivi che mostrano l’attenzione delle amministrazioni e dei cittadini verso l’economia circolare e la raccolta differenziata».
L’attenzione non è la stessa in tutte le regioni d’Italia e il ritardo lo sconta soprattutto il sud. «Il prossimo passo è accelerare e migliorare la raccolta delle regioni del Sud per diminuire la disparità e raggiungere entro il 2020 gli 8,5 milioni di tonnellate di rifiuti organici all’anno, pari circa a 140 chilogrammi pro capite». La regione più virtuosa è invece la Lombardia dove nel 2015 sono state raccolte circa 1,2 milioni di tonnellate annue con una crescita di 60.000 tonnellate in un anno.
Un dato, quello della Lombardia, che è condizionato dall’entrata a regime delle raccolta differenziata dell’ umido a Milano. Tra le regioni seguono poi Emilia Romagna, Veneto e, sorpresa, la Campania con circa 700.000 tonnellate ciascuna. «Salerno, per esempio, -cita Centemero - è una delle città che raccoglie l’umido con la qualità più alta». In fondo alla classifica c’è invece la Sicilia.
Il destino delle 6 tonnellate di umido - che, ricorda Centemero, «è il rifiuto più delicato da raccogliere per via della sua deperibilità», - è in parte la trasformazione in compost e in altra parte la digestione anaerobica. Nel 2015 sono stati ottenuti dalla frazione organica 1,76 milioni di tonnellate di compost. Il riciclaggio dell’organico avviene in 308 impianti, di cui 261 di compostaggio e 47 impianti di digestione anaerobica e compostaggio, con una capacità di trattamento nominale di oltre 3 mi tonnellate. Complessivamente, il sistema impiantistico di compostaggio e di digestione anerobica (DA) ha raggiunto dunque una capacità potenziale di 8,1 M tonnellate. «L’attuale capacità̀ impiantistica nominale potrebbe essere sufficiente per garantire l’effettivo avvio a recupero di tutti i rifiuti compostabili raccolti in maniera differenziata in Italia», spiega Alessandro Canovai, presidente del Cic. «Purtroppo, di fatto, si riscontra una carenza impiantistica in alcune regioni del Centro e del Sud Italia, già̀ documentata dal Cic nei rapporti annuali degli anni precedenti», continua Canovai. In Italia è ancora sul tema della carenza degli impianti al sud che occorre dunque lavorare mentre a Bruxelles si sta discutendo il pacchetto sull’economia circolare che adotta la proposta di portare i target di riciclaggio al 2030 fino al 70% per i rifiuti urbani ed all’80% per gli imballaggi.
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