Dalla Belle Epoque alla Spa Dior, i segreti del successo dell’Hotel du Cap-Eden-Roc
Alberghi raccontati per voi: affacciato sul mare di Cap d’Antibes, l’hotel è meta prediletta di celebrità da 150 anni. Merito di una formula che unisce dettagli sofisticati a un’atmosfera rilassata
di Sara Magro
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È difficile capire come fra hotel di pari livello, alcuni diventino “leggende”, altri no. Forse può aiutare il partire dalla storia: quella dell'Hotel du Cap-Eden-Roc di Cap d'Antibes, tra Nizza e Cannes, comincia nel 1870, quando Auguste de Villemessant, fondatore del quotidiano Le Figaro, costruisce Villa Soleil come luogo di ispirazione per sé e per i suoi amici scrittori e intellettuali. Ma la gestione finisce per essere disastrosa. Nel 1887 la rileva allora l'hotelier piemontese Antoine Sella, intuendo le potenzialità di quel magnifico edificio in stile Napoleone III: secondo lui bisognava «aprire le finestre e rivitalizzare quel cadavere di pietra».
Quando riapre come Hotel du Cap nel gennaio del 1889, per i primi mesi ospita solo due signore inglesi per una tariffa di 12 franchi a notte, a fronte di uno staff di 40 persone, cinque cavalli e un piccolo omnibus per i transfer dalla stazione. Dove però non arrivava nessuno. Tutti prevedevano un secondo fallimento. Sella però non si sconforta e lancia alcune promozioni allettanti: le coglie il principe di Mecklenburg, che approfitta del buon prezzo per dare un ricevimento. Tra gli invitati c'è James Gordon Bennett, proprietario del New York Herald, che prenota subito un intero piano dell'hotel per la sorella vedova lasciando un deposito di 10mila franchi.
Così, in piena Belle Epoque, comincia la fortuna della splendida villa, favorita anche dal fatto che la Costa Azzurra non è più solo un buen retiro invernale per nobili infreddoliti, ma comincia a diventare destinazione mondana per l'estate. In poco tempo l'Hotel du Cap diventa il luogo preferito di artisti, intellettuali e divi per la sua posizione incantevole su un promontorio a picco sul mare, l'immenso parco, i campi da tennis, la piscina, il beach club. La foto di Marlene Dietrich che legge il giornale sulla sdraio e quella del premio Nobel George Bernard Shaw bastano a raccontare la sofisticata eleganza dégagé del luogo.
Un'altra svolta avviene nel 1964: la famiglia Oetker, industriali tedeschi di successo grazie ai preparati per budini e alle pizze surgelate, passa in barca davanti all'hotel e, seppure da lontano, resta abbagliata e incuriosita dal suo fascino. Avendolo saputo, Sella contatta Oetker nel 1969 per proporgli la vendita, che quest'ultimo accetta senza nemmeno aver visitato di persona il posto. Da allora non ha più cambiato proprietà, entrando in una collezione familiare - la Oetker Collection - che annovera altri monumenti dell'ospitalità come il Brenners di Baden Baden e il Bristol di Parigi.
Durante la Belle Epoque, la Jazz Age e la Jet Age, gli anni Sessanta e i Settanta, il Festival di Cannes e gli altri momenti clou della Riviera francese, l'Hotel du Cap è sempre stato protagonista, senza perdere mai un briciolo della sua allure. Il libro degli ospiti è un elenco di nomi noti e arcinoti, da Picasso ai Kennedy, da Alain Delon a Sharon Stone che ogni anno presiede qui il charity gala dell’ amfAR, appuntamento imperdibile per star e vip internazionali.
La stessa età dell'hotel, poco più di 150 anni, è straordinaria: vent'anni in più del Raffles di Singapore e del Savoy di Londra e quasi trenta in più del Ritz di Parigi, altri tre miti dell'ospitalità internazionale. Ma come nasce la leggenda? Secondo Graydon Carter, ex direttore di Vanity Fair, l'Hotel du Cap-Eden-Roc è «una casa lontano da casa», ma con servizi e sfaccettature che una casa, per quanto sfarzosa, non potrà mai avere. Carter si riferisce al numero di persone a servizio, ma anche al glamour e al lifestyle che più di ogni descrizione trapela dalle foto di Slim Arons appese nel ristorante, con gli ospiti in relax attorno alla piscina.
Ma veniamo a noi. Apparentemente in contraddizione, il mix tra villa aristocratica e informalità vacanziera, tra suite con pezzi di antiquariato e arte contemporanea e cabane minimaliste, tra ristorante stellato e il bistrot, tra camerieri in giubba bianca e ospiti a piedi nudi è proprio la sua unicità. Scendere dalla scalinata e imboccare il viale che porta verso il mare è incantevole, camminare all'ombra dei pini marittimi e nel roseto, fare colazione o cenare all'Eden-Roc, la dependance voluta da Sella a picco sul mare come una nave pronta a salpare. E sempre tante novità che rendono questo hotel sempre contemporaneo.
Quest'anno, per esempio, c'è una nuova spa firmata Dior. Anche la palestra è stata rinnovata con strutture a grandi vetrate per restare in contatto con la bellezza naturale che circonda. Da qualche settimana ha aperto anche la pizzeria Giovanni, con un campione al forno (Jeremy Viale) e i tavoli all'aperto davanti al mare. Il nome, scelto dal general manager Philippe Perd, è dedicato al bagnino italiano che da 47 anni si occupa delle capanne sul mare. E che non è l'unico dipendente fedele. Anzi, dei 500 impiegati per 111 camere, molti hanno superato i vent'anni di servizio, traguardo raccontato dai due diamantini puntati sulla divisa. Se desiderate conoscere qualche aneddoto, sono loro i migliori interlocutori e guardatevi sempre intorno per scoprire chi si nasconde sotto un cappello o dietro un paio di occhiali. Ma poi lasciatevi semplicemente trasportare dall'atmosfera e godetevi l'ospitalità di uno dei cinque stelle più chic del mondo.
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