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Dalla Chiesa ai medici, tutti gli appelli affinché Draghi resti

I cattolici chiedono «responsabilità» perché il Paese deve affrontare una serie di crisi che nei mesi si sono sommate

di Nicola Barone

Draghi: "Un Governo con gli ultimatum non lavora"

5' di lettura

Dai sindaci alla Chiesa, nei giorni che precedono il mercoledì che deciderà definitivamente il futuro del Governo cresce la mobilitazione perché vada avanti. Anche il mondo dell'associazionismo lancia in queste ore un appello «affinché venga scongiurata una crisi». Esprimendo «profonda e sincera preoccupazione», si sottolinea che «la drammaticità del momento e le tante domande di dignità della società non abbiano bisogno di una crisi perché ne uscirebbero ancora più compromesse». Il documento è firmato da Acli, Arci, Azione Cattolica, Confcooperative, Cnca, Fuci, Gruppo Abele, Legambiente, Legacoop Sociali, Libera, Meic, Movimento Politico per l’Unità, ed è aperto ad altre sottoscrizioni.

La moral suasion del mondo cattolico

La Chiesa chiama la politica italiana alla «responsabilità». È la parola che ricorre nei commenti dal mondo cattolico che vedono nell’apertura della crisi politica uno “schiaffo” non solo al premier Mario Draghi ma anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I cattolici chiedono responsabilità perché il Paese deve affrontare una serie di crisi che nei mesi si sono sommate e ora il disagio di chi non arriverà a pagare bollette o a riempire il carrello della spesa rischia di esplodere. «Prendetevi, per piacere, qualche tempo. Non per compiacere chi vuole (solo strumentalmente) ritardare le elezioni. Ma per darsi il tempo per riorganizzare decentemente la proposta politica» è l'appello arrivato dalle colonne di Avvenire.

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Una posizione che segue le sollecitazioni dei giorni scorsi arrivate dal presidente dei vescovi, il cardinale Matteo Zuppi, e il segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Sulla stesa linea d’onda padre Francesco Occhetta, gesuita, esperto di politica italiana e promotore di Comunità di Connessioni, un think-tank che coinvolge anche i giovani sui temi chiave, dalla politica all’economia, dalla giustizia alle risposte per le emergenze ambientali. La politica italiana è chiamata ad una assunzione di «responsabilità», sottolinea padre Occhetta per il quale «la scelta politica di Conte rappresenta uno “scacco al Re” al presidente Mattarella». Per il direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, «ha fatto bene Mattarella a respingere le dimissioni di Draghi. L’ipotesi di ricomposizione del rapporto fiduciario nella maggioranza è realistica. I motivi della nascita dell’attuale governo, considerando anche il contesto internazionale, restano ancora validi».

Mille sindaci pro Draghi

Mille primi cittadini sono scesi in campo per provare a trattenere Mario Draghi sulla poltrona di Palazzo Chigi. L’appello ad andare avanti, nato sabato 16 luglio tramite una lettera aperta al presidente del Consiglio su iniziativa del sindaco di Firenze, Dario Nardella, è presto diventato il caso che ha acceso le rimostranze dell’opposizione. A dire il vero non sono pochi nel centrodestra i sindaci che condividono la richiesta di permanenza dell’ex guida della Banca centrale europea alla guida del Consiglio dei ministri, come sottolinea lo stesso Nardella. «Mi dispiace che Meloni non noti che tra i firmatari ci siano moltissimi esponenti di centrodestra».

Si parte dagli amministratori di importanti capoluoghi come Marco Bucci, primo cittadino di Genova, e Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, fino a quelli di Lucca, di Gorizia, di Asti, di Magenta, tutti espressione di giunte di centrodestra. C'è anche Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo, città dove Fratelli d’Italia siede tra le fila della maggioranza, che si è tirato addosso i rimproveri dei meloniani che hanno preso formalmente le distanze dal loro amministratore cittadino creando un piccolo caso. Simile a quello di Andrea Corsaro a Vercelli, che sostenuto in Consiglio comunale da una maggioranza a trazione Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, ha aderito alla mobilitazione pro Draghi ed è stato contestato dal suo assessore alle Politiche giovanili, in quota FdI.

I rettori rinnovano stima al premier Draghi

«Caro presidente Draghi, l'università ha bisogno di lei. Per questo vogliamo farle avere un rinnovato messaggio di stima», scrive in una lettera al Corriere della Sera il presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane Ferruccio Resta. «I giovani studenti del nostro Paese hanno bisogno di esempi da seguire e di riferimenti da ricordare - prosegue Resta - Gli studenti vivono questa ennesima vicenda con rassegnazione. Non scenderanno in piazza non perché non abbiano un’opinione a riguardo, ma perché ipotizzo non abbiano né la voglia né l’interesse ad assecondare i giochi della politica», aggiunge. La lettera è incentrata sui giovani. «Con la pandemia hanno vissuto momenti di grande incertezza. A loro dobbiamo restituire la fiducia nel futuro». Questo, prosegue il rettore del Politecnico di Milano, è il momento della responsabilità. «Grazie ai fondi del Next Generation EU, è un momento positivo, di grande slancio. Non permettiamo ai venti della politica di cambiarne la rotta. Una barca senza timone va alla deriva».

Professionisti sanitari, «no a crisi al buio»

Per la sanità italiana «non è il tempo di una crisi di governo al buio. A nome delle donne e degli uomini delle professioni sanitarie e sociosanitarie rivolgiamo un accorato appello all’unità e alla responsabilità al Presidente Draghi, al Ministro Speranza, a tutte le forze politiche e sociali, ad ogni singolo rappresentante delle Istituzioni. Non è il tempo di lasciare solo chi, da oltre due anni, con competenza e dedizione, combatte in prima linea la battaglia, ancora in corso, contro il Covid-19». Così in una lettera-appello i professionisti sanitari.

«Le ragioni dell’unità nazionale, di un sforzo comune del nostro Paese - si legge ancora nel documento - sono rafforzate dalla guerra e dalle sue drammatiche conseguenze economiche e sociali. Fermarsi adesso, far prevalere le ragioni di parte, sarebbe un errore imperdonabile». A firmare la lettera-appello Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari; Federazione nazionale degli Ordini dei Chimici e Fisici, Nausicaa Orlandi; Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli; Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, Barbara Mangiacavalli; Federazione nazionale degli Ordini della professione di Ostetrica, Silvia Vaccari; Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, Teresa Calandra; Federazione nazionale degli Ordini dei Veterinari, Gaetano Penocchio; Ordine nazionale dei Biologi, Vincenzo D’Anna; Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali, Gianmario Gazzi.

Dalle imprese pressing contro egoismi

Con la «totale incredulità» di Confindustria, che con il presidente Carlo Bonomi già il 14 luglio scorso ha puntato il dito contro una «totale irresponsabilità» che lascia «senza parole», resta compatto il “partito del Pil” nello schierarsi con commenti e prese di posizione. Nelle preoccupazioni espresse da tutte le diramazioni del sistema di rappresentanza degli imprenditori da giorni ricorrono tre punti chiave: incredulità, irresponsabilità, appello alla responsabilità. «Gli imprenditori della Romagna assistono increduli e preoccupati agli sviluppi politici degli ultimi giorni. La complessità della fase attraversata dal Paese impone il massimo senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche», secondo il presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi.

In contesto diverso, in Senato per parlare di eccellenze del made in Italy, senza riferimenti espliciti al Governo, Bonomi ha sottolineato che bisogna «sempre ricordare che il bene del Paese viene prima degli interessi e degli egoismi». Sulla linea “Salvare Draghi, whatever it takes” anche Il Foglio ha sondato «alcuni pezzi da novanta del cosìddetto partito del Pil, tra imprenditori, manager, sindacalisti, associazioni di categoria» e sottolinea così che «gli spunti raccolti sono lì a confermarci che l’Italia produttiva è intenzionata fortissimamente a far sentire la sua voce per evitare di affrontare al buio una fase delicata come quella che sta vivendo l’Italia».

Da Milano a Roma, le manifestazioni

Alle 18.30 di lunedì 18 luglio in piazza della Scala a Milano avrà luogo una manifestazione spontanea per sostenere l’esperienza di governo di Mario Draghi e chiedere a gran voce che continui fino alla fine della legislatura nel 2023. L’appello è partito spontaneo da un gruppo di cittadini milanesi con lo slogan “Con Draghi, per il futuro dell'Italia e dell’Europa”, e ha presto ottenuto l’adesione di partiti e movimenti politici tra i quali Azione, Più Europa, Italia Viva, Base Italia, Movimento federalista europeo, Per l’Italia con l’Europa. Manfredi Mumolo, 20 anni, studente di Scienze Politiche alla Luiss ed ex rappresentante d’Istituto al Liceo Tasso di Roma, lancia tramite un post sulla sua pagina Facebook, una manifestazione per chiedere al presidente del Consiglio Mario Draghi di rimanere a Palazzo Chigi, nonostante la crisi di Governo in corso in queste ore.

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