Dalla chimica alla bioeconomia: la svolta di Porto Torres
L'Accordo di programma da 23 milioni punta a investire in bioeconomia
di Davide Madeddu
2' di lettura
Più che un traguardo è un punto di partenza. Che apre la strada a interventi per 23 milioni cui se ne potranno aggiungere altrettanti provenienti dalla Regione. È la dote dell’Accordo di programma, siglato a settembre, per l’attuazione del progetto di riqualificazione e riconversione industriale per l’area di crisi complessa di Porto Torres. Un’opportunità per il centro industriale della Sardegna nord occidentale che proprio alla fine di questo mese andrà al voto per rinnovare il consiglio comunale.
Ora, dopo la fine del sogno della chimica tradizionale e il progetto della chimica verde che viaggia ancora a velocità ridotta, l’attenzione è per questa nuova opportunità. O meglio per gli sviluppi del programma avviato nel 2016, quando è stata riconosciuta l’area di crisi complessa. Il primo passo per avviare un percorso finalizzato alla costruzione di un nuovo sviluppo cui è seguita la costituzione del Gruppo di coordinamento e controllo e l’approvazione della proposta del Prri con l’obiettivo di promuovere iniziative imprenditoriali per la riqualificazione e riconversione del tessuto produttivo esistente. Il tutto con una particolare attenzione per la chimica verde e la bioeconomia, in un’ottica di economia circolare, favorendo il reimpiego di lavoratori fuoriusciti dal vecchio sistema produttivo. Previsto il finanziamento di programmi di investimento produttivo e di tutela ambientale che puntino decisamente sull'innovazione. «La firma dell’Accordo di programma unito alla norma sulla virtual pipeline che permetterà all’area industriale di Porto Torres di poter accedere al gas con prezzi di mercato pari al resto d’Italia, è un primo passo verso la rifondazione di un polo industriale che negli anni si è desertificato - dice Alessandra Todde sottosegretaria al Mise -. La previsione del Mise è quella di indire i bandi entro la seconda metà di ottobre. È un segnale forte di impegno verso il territorio portato avanti con la piena collaborazione della provincia del Nord Sardegna e del Consorzio Industriale con cui è stato possibile uno sforzo corale ed efficace».
A parlare di punto di partenza e non di traguardo è Massimo Muretti, responsabile industria della Camera del Lavoro di Sassari. «Siamo davanti a un’operazione importante che deve essere vista come il primo gradino - dice - . Anche perché questa operazione permetterà di avere 23 milioni pubblici cui se ne potranno aggiungere altrettanti provenienti dalla Regione». Risorse che dovranno essere poi utilizzate per dare gambe ai progetti e programmi per realizzare nuove iniziative. «E si tratta di progetti che erano già stati presentati nella call di un anno fa - argomenta - che vanno dalla nautica ai servizi». Per il sindacalista però manca ancora un altro tassello per rilanciare l'intera area. «Il piano della chimica verde è ancora al palo - conclude - ed è necessario che, invece, proprio questo si sblocchi e si inizi a lavorare per realizzarlo».
L’amministrazione comunale di Porto Torres vede nell’Accordo l’occasione per dare alla cittadina della Sardegna nord occidentale la possibilità di dare gambe a un’imprenditoria «votata alla produzione green e ai settori favorevoli alla città: dalla nautica alla filiera della pesca, sino alle produzioni ad alto tasso di tecnologie e specializzazioni».
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