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Il conflitto bellico in atto in Ucraina potrebbe avere delle ripercussioni negative sulle economie regionali e locali, rischiando di mettere a repentaglio le prospettive di ripresa economica a seguito della recessione alimentata dalla pandemia globale. Se concentriamo l’attenzione sul commercio estero e, in particolare, sulle esportazioni i flussi di merci verso la Russia e l’Ucraina non appaiono essere talmente cospicui da alimentare una spirale negativa che conduca a una considerevole riduzione dell’export, che, come ben sappiamo, rappresenta un fattore determinante della competitività dei territori. Tuttavia, il Mezzogiorno si caratterizza per un’elevata eterogeneità del contesto economico-produttivo. Pertanto, è possibile che vi siano determinati territori e filiere che potrebbero essere significativamente condizionate dal conflitto bellico in corso, tenuto conto di come Russia e Ucraina rappresentino dei mercati di forte impatto. In termini assoluti, nel 2021 le regioni del Mezzogiorno (escluse Abruzzo e Molise) hanno esportato merci per un valore totale di 396,3 milioni di euro (l’1% del valore totale delle esportazioni). Le esportazioni meridionali sono trainate, in particolare, dalla Campania e dalla Sicilia, i cui flussi di merci verso Russia e Ucraina rappresentano all’incirca il 65% del totale delle esportazioni verso tali paesi dell’Est Europa. Il peso delle esportazioni meridionali verso Russia e Ucraina è inferiore a quello nazionale (1,9%). Vi è, però, a livello regionale, un’eccezione rappresentata dalla Calabria che, rispetto alle altre regioni meridionali, mostra un peso di queste esportazioni superiore a quello nazionale (ovvero del 2,5%). La Calabria, dunque, è una di quelle regioni meridionali che rischia di subire maggiormente l’inevitabile riduzione della domanda proveniente da Russia e Ucraina, in particolare di macchinari e apparecchiature di impiego generale. L’export di merci riconducibili al settore “Altre macchine di impiego generale”, come per esempio le macchine destinate al sollevamento e alla movimentazione delle merci, verso i due paesi in guerra rappresenta quasi la metà del valore totale delle esportazioni calabresi (nello specifico, il 49,6%). Tuttavia, analizzando questi flussi a livello locale, ci accorgiamo come quasi la totalità del valore delle esportazioni verso i paesi belligeranti sia rappresentata da beni prodotti nella provincia di Vibo Valentia (il 95,3%). Ragionando a livello di filiere, a subire significativi contraccolpi dalla crisi russo-ucraina potrebbe essere soprattutto l’industria petrolchimica. Infatti, l'export del Sud di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio ha rappresentato nel 2021 circa il 32,8% del valore delle vendite verso Russia e Ucraina. Un peso che arriva a circa l'85% in Sicilia (in particolare, nelle province di Siracusa e Messina).
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