ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùDiario di bordo dell'economia

Dalla guerra danni all’export della calabria

Centro Studi Guglielmo Tagliacarne

2' di lettura

Il conflitto bellico in atto in Ucraina potrebbe avere delle ripercussioni negative sulle economie regionali e locali, rischiando di mettere a repentaglio le prospettive di ripresa economica a seguito della recessione alimentata dalla pandemia globale. Se concentriamo l’attenzione sul commercio estero e, in particolare, sulle esportazioni i flussi di merci verso la Russia e l’Ucraina non appaiono essere talmente cospicui da alimentare una spirale negativa che conduca a una considerevole riduzione dell’export, che, come ben sappiamo, rappresenta un fattore determinante della competitività dei territori. Tuttavia, il Mezzogiorno si caratterizza per un’elevata eterogeneità del contesto economico-produttivo. Pertanto, è possibile che vi siano determinati territori e filiere che potrebbero essere significativamente condizionate dal conflitto bellico in corso, tenuto conto di come Russia e Ucraina rappresentino dei mercati di forte impatto. In termini assoluti, nel 2021 le regioni del Mezzogiorno (escluse Abruzzo e Molise) hanno esportato merci per un valore totale di 396,3 milioni di euro (l’1% del valore totale delle esportazioni). Le esportazioni meridionali sono trainate, in particolare, dalla Campania e dalla Sicilia, i cui flussi di merci verso Russia e Ucraina rappresentano all’incirca il 65% del totale delle esportazioni verso tali paesi dell’Est Europa. Il peso delle esportazioni meridionali verso Russia e Ucraina è inferiore a quello nazionale (1,9%). Vi è, però, a livello regionale, un’eccezione rappresentata dalla Calabria che, rispetto alle altre regioni meridionali, mostra un peso di queste esportazioni superiore a quello nazionale (ovvero del 2,5%). La Calabria, dunque, è una di quelle regioni meridionali che rischia di subire maggiormente l’inevitabile riduzione della domanda proveniente da Russia e Ucraina, in particolare di macchinari e apparecchiature di impiego generale. L’export di merci riconducibili al settore “Altre macchine di impiego generale”, come per esempio le macchine destinate al sollevamento e alla movimentazione delle merci, verso i due paesi in guerra rappresenta quasi la metà del valore totale delle esportazioni calabresi (nello specifico, il 49,6%). Tuttavia, analizzando questi flussi a livello locale, ci accorgiamo come quasi la totalità del valore delle esportazioni verso i paesi belligeranti sia rappresentata da beni prodotti nella provincia di Vibo Valentia (il 95,3%). Ragionando a livello di filiere, a subire significativi contraccolpi dalla crisi russo-ucraina potrebbe essere soprattutto l’industria petrolchimica. Infatti, l'export del Sud di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio ha rappresentato nel 2021 circa il 32,8% del valore delle vendite verso Russia e Ucraina. Un peso che arriva a circa l'85% in Sicilia (in particolare, nelle province di Siracusa e Messina).

Loading...
Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti