Dalla reinvenzione della realtà mista allo spatial computing. L’innovazione secondo Tim Cook
Come nell’era di Steve Jobs l’idea di Apple è sempre proiettata a generare una nuova economia
di Luca Tremolada
2' di lettura
Tim Cook è a capo della Apple dal 17 gennaio 2011 raccogliendo la complessa eredità di un genio
Il visore per la realtà mista, presentato alla conferenza degli sviluppatori, è stato definito dallo stesso Tim Cook uno dei più grandi annunci di sempre. E certamente lo è, sicuramente per la sua storia. Negli ultimi decenni Apple si era conquistato la nomea dell’azienda che arriva dopo, rischia meno ma reinventa le cose meglio di tutti. È successo con il telefonino, in parte con gli auricolari e l’audio sicuramente con i computer portatili. Per la concorrenza, per chi cioè investe e sperimenta, non è il massimo della vita. Chi arriva dopo ha più tempo per studiare meglio soluzioni tecnologiche e di design a cui il mercato non ha pensato. Ma Apple non si limita a riscrivere in bella copia quello che gli altri hanno fatto. Apple non funziona così. Come nell’era di Steve Jobs e oggi in quella di Tim Cook la loro idea di innovazione è sempre proiettata a generare una nuova economia.
Apple Vision Pro non sembra essere un nuovo visore per la realtà aumentata. Anche se all’apparenza sembra più bello e più avanzato di quello che il mercato da Meta a Microsoft ha saputo concepire finora. È il tentativo di reinventare il personal computer. Vuole dire trasformare e trasferire il desktop, quello che sta dentro i nostri computer, dal lavoro all’intrattenimento in una esperienza che vuole completamente nuova.
Ad oggi però sono più le domande che le certezze. Non sappiamo come sarà guardare un film con altre persone con il caschetto. Come si lavorerà con Vision Pro? O ha senso indossare un visore durante la festa di tuo figlio? Non sappiamo insomma se Apple riuscirà in questa rivoluzione. Manca la killer application, hanno sottolineato alcuni osservatori di cose tecnologiche. Ad oggi manca una idea forte che renda immediatamente intuibile il valore d’uso di questa tecnologia. Come invece era accaduto nel 2007 quando Steve Jobs aveva descritto nel suo primo iPhone il funzionamento dell’App Store.
Ma a differenza di iPhone quella del Vision Pro è una innovazione di prodotto, di hardware e design. I 3.500 dollari sono in questo senso un prezzo ragionevole per la tecnologia contenuta nel caschetto. Vuole dire che oggi più che mai servirà il supporto degli sviluppatori. Apple ha già dalla sua Microsoft (produttività) e Unity (videogame). La killer application può attendere.
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