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Riforma Irpef e taglio del cuneo per le imprese: tutte le promesse fiscali per il 2020

Per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte tra le priorità per la prossima «maratona di tre anni» c’è la riforma Irpef. «Le aliquote - ha spiegato - andranno ridotte e rimodulate per il ceto medio»

di Andrea Carli

Conte: fatta corsa a ostacoli, ora per governo maratona di 3 anni

3' di lettura

Nell’«orizzonte di legislatura», per dirla con le parole del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che il governo M5S-Pd-LeU-Italia Viva ha di fronte nei prossimi mesi il fisco, stando alle indicazioni degli esponenti del Conte due, è destinato a ricoprire un ruolo di primo piano. Dopo aver evitato con la manovra un aumento dell’Iva dal primo gennaio, ora la parola passa alla riforma dell’Irpef e al taglio del cuneo, ovvero il prelievo sul costo del lavoro.

«Revisione aliquote Irpef a favore del ceto medio»
Nei giorni scorsi, rispondendo a una sollecitazione del Pd, il presidente del Consiglio ha aperto all’ipotesi di una verifica tra le forze di maggioranza a gennaio. Un tavolo, ha spiegato Conte, per «tracciare una roadmap di governo chiara con le priorità» e un cronoprogramma «per governare fino al 2023». Stando poi alle indicazioni fornite dallo stesso premier in occasione della tradizionale conferenza stampa di fine anno a Villa Madama, tra le priorità per la prossima «maratona di tre anni» c’è la riforma Irpef. «Le aliquote - ha spiegato - dovranno essere ridotte e rimodulate per il ceto medio».

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Nella manovra taglio del cuneo per i dipendenti
Il secondo obiettivo fiscale del governo nel 2020 è invece il taglio del cuneo fiscale, ovvero la somma di imposte dirette e contributi pagati sul reddito da lavoro. Nei giorni della trattativa sulle misure che sarebbero entrate nella manovra, si sono fronteggiate due posizioni: quella del Movimento, che chiedeva di ridurre le tasse in parte ai lavoratori e in parte alle imprese (avviando insieme il salario minimo orario di 9 euro). E quella del Pd, che invece premeva per un taglio del cuneo a favore dei lavoratori. Alla fine a vincere il braccio di ferro sono stati i Dem: la legge di Bilancio istituisce un Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti con una dotazione di 3 miliardi di euro per il 2020 (nel Def si era stimato un taglio di 2,7 miliardi) e 5 miliardi a decorrere dal 2021. Il taglio, per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35mila euro l’anno, scatterà a luglio. La scelta di guardare ai lavoratori dipendenti in via esclusiva è stata contestata anche dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, che è ricorso all’espressione «pannicello caldo».

Gualtieri: da gennaio confronto con parti sociali per trovare risorse
Ora la partita, nel contesto della “nuova agenda di governo”, si potrebbe riaprire. Nei giorni in cui si è deciso di guardare ai lavoratori Conte ha assicurato che in un secondo momento si sarebbero cercate altre risorse da dirottare anche sulle aziende. Ora il secondo momento potrebbe essere arrivato. «Da gennaio - ha annunciato Gualtieri - ci vedremo con le parti sociali per reperire le risorse per rivedere il sistema fiscale e ridurre la pressione fiscale su lavoro e impresa dal 2021». Una partita non facile, che si giocherà anche sotto lo sguardo attento della nuova Commissione Ue, sempre sensibile a soluzioni che potrebbero mettere a repentaglio l’equilibrio dei conti pubblici.

In manovra l’azzeramento dell’Irpef agricolo
La legge di Bilancio prevede anche l’azzeramento dell’Irpef agricolo, con due tipologie di sgravi fiscali e contributivi: da una parte le esenzioni Irpef per gli agricoltori (che riguarda imprenditori agricoli professionali, domenicali e coltivatori diretti) per un triennio, e poi l'esonero biennale al 100% del carico contributivo per i giovani under 40 che si iscriveranno nella gestione previdenziale agricola nel 2020.

Per approfondire:
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