ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùRiforma fiscale

Dalla tassa di laurea ai canoni sull’acqua, le microtasse verso la cancellazione

Le Camere chiedono al Governo di cancellare tributi, accise, diritti e balzelli che complicano solo il sistema e che singolarmente valgono lo 0,1% delle entrate erariali o territoriali

di Marco Mobili

Salvini: "D'accordo con Draghi, italiani non hanno bisogno di nuove tasse"

2' di lettura

Ogni volta che si torna a parlare di riforma fiscale il legislatore di turno rimette al centro del programma anche la potatura delle tasse. Non solo intesa come riduzione della pressione fiscale, ormai stabile sopra il 40% da decenni (nel 2021 seppur in discesa di un punto percentuale si attesta al 42,1% del Pil), ma intesa anche come vera e propria cancellazione di imposte, tributi, accise, sovraimposte o balzelli vari considerati minori. L'ultimo tentativo risale ormai al 1° gennaio 2015 quando i fiammiferi, sia quelli messi in vendita sia quelli ceduti come omaggi, furono liberati da quella che il sistema tributario italiano definisce «imposta di fabbricazione».

Il micro peso delle mini tasse

Nonostante l'addio al prelievo su un bene diventato merce rara anche tra gli stessi fumatori il numero di tributi in Italia conta ancora più di 100 voci. Ora il legislatore ci riprova e nella bozza del documento sulla riforma fiscale da affidare il 30 giugno al Governo Draghi, nel paragrafo dedicato alla semplificazione e alla certezza delle regole ha inserito anche la «Cancellazione tributi minori». L'obiettivo che l'esecutivo dovrebbe raggiungere con la nuova riforma fiscale, almeno secondo le indicazioni delle Camere, è quello di eliminare «micro prelievi (imposte, tasse, diritti) erariali e territoriali, introdotti nel tempo».

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Secondo i dati raccolti nel lungo ciclo di audizioni tenute dalle due Commissioni Finanze di Camera e Senato, si tratta di prelievi che complicano il sistema fiscale e allo stesso tempo più che produrre vero gettito per le casse dello Stato finisco per avere costi gestionali più elevati in termini di accertamento e riscossione. Un gettito che, presi uno a uno non supera mai lo 0,1% del totale del gettito delle entrate statali e non più dello stesso 0,1% per gli incassi di Regioni e Comuni.

La proposta del Parlamento

Il disboscamento delle microtasse, secondo le indicazioni di deputati e senatori, dovrà partire da quei prelievi che non incidono in misura significativa sul gettito garantendo comunque l'invarianza di gettito, nel caso in cui i balzelli cancellati fossero di competenza di enti territoriali. Nella proposta le due Commissioni hanno avanzato qualche idea compilando un primo elenco di tasse, bolli e tributi che potrebbero essere eliminati dall'ordinamento tributario. Il primo della lista è il Superbollo applicato sulle vetture di grossa cilindrata. Un nuovo tentativo di soppressione, era già nella lista dei tributi da cancellare nel 2015, potrebbe riguardare la tassa di laurea.

Ci sarebbero anche i prelievi sul pubblico insegnamento e l'imposta sugli intrattenimenti. O ancora la fastidiosa maggiorazione della tassa sui rifiuti o quella regionale di abilitazione all'esercizio della professione. Ma l'elenco continua anche con accise, addizionali e prelievi regionali. Si va dall'addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche ai diritti di licenza sulle accise, dall'imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e aeromobili privati alla tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto. L'ultima indicato nell'elenco delle Commissioni è il prelievo regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.


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