Dalle Dolomiti a Matera dieci percorsi imperdibili dell'Italia in bicicletta
Dalle Dolomiti a Matera dieci percorsi imperdibili dell'Italia in bicicletta
di Mariateresa Montaruli
Con 77,6 milioni di presenze, 55 milioni di pernottamenti (italiani per 20,5 milioni) e una spesa complessiva di 4,7 miliardi di cui 3 provenienti dal turismo straniero, il cicloturismo valeva, nel 2019, nel Rapporto 2020 Isnart-Unioncamere, 7,6 miliardi di euro. Pur significativi, questi dati sono ancora briciole se rapportati ai 20 milioni di viaggi in bicicletta con almeno un pernottamento registrati in tutta Europa. Nella convivenza con il Covid, è purtroppo impensabile che il cicloturismo, segmento del grande paniere del Turismo Attivo responsabile del 10% del fatturato dell'industria turistica mondiale, mantenga la sua vivacità. Nonostante il boom di vendite di biciclette e il ruolo assunto dalle infrastrutture ciclabili nelle misure di mobilità urbana post emergenza (1.800 km di nuove piste ciclopedonali previste in tutta Europa di cui 700 km già realizzate, fonte European Cyclists Federation 2020), lo stato di salute del cicloturismo italiano è decisamente da rivalutare rispetto alle previsioni di crescita del Rapporto Isnart Legambiente elaborato prima dell'insorgere della pandemia. Un'indagine svolta dall'Università dell'Insubria con FIAB, Federazione Ambiente e Bicicletta, su un campione di 940 cicloturisti, rivela che gli italiani, quest'estate, preferirebbero pedalare in coppia (28%) o con amici (23%), su percorsi di 50-70 km (70%), meglio nelle regioni del Nordest trainate da Veneto e Trentino Alto Adige (38%) o nei paesi vicini come Austria, Germania e Francia.
L'incertezza del comparto è legata al mancato o limitato arrivo di cicloturisti stranieri, alla cancellazione di eventi calamita come la Maratona dles Dolomites e la Hero, e alla ritardata apertura degli alberghi in tutta Italia. Con l'adozione di misure di sanificazione e distanziamento negli hotel, il lancio di proposte self-guided e la riprogrammazione dei viaggi di gruppo nei mesi autunnali, agganciati, per il segmento bici da corsa, alle nuove date di ottobre del Giro d'Italia, il settore messo in ginocchio dalla pandemia potrebbe lentamente risollevarsi.
Il cicloturismo se lo meriterebbe a pieno titolo. Modalità perfetta di riscoperta del nostro territorio costituito per due terzi da colline e montagne, il viaggio in bicicletta, come il trekking, serve la buona causa del turismo lento e di prossimità. In bicicletta si può restare vicino casa o andare lontano, si mantiene la giusta distanza e si possono evitare i luoghi affollati a favore dei percorsi a basso impatto di traffico, a tu per tu con la natura. In base al tipo di bicicletta, al gruppo e al livello di allenamento, si possono scegliere piste ciclabili a fondo asfaltato, anelli sterrati, cammini storici, itinerari misti (ciclovie che raccordano piste in sede separata e strade a basso percorrenza di traffico), percorsi a margherita che si sviluppano, ogni giorno diversi, dalla stessa base di partenza, senza dover spostare i bagagli.
Da inserire in un viaggio in bicicletta sono anche le cosiddette ferrovie dimenticate. Riconvertite in greenway a uso esclusivo degli spostamenti in mobilità dolce, hanno tracciati separati dalla rete stradale, curve morbide e pendenze moderate che dovevano servire la causa dei binari a scartamento ridotto. Dei 6.000 km di ferrovie dismesse che rappresentano il patrimonio italiano, 950 km, pari a 70 tratti ferroviari, sono stati recuperati sotto forma di vie verdi ciclopedonali o trenini turistici dove si può in alcuni casi anche caricare la bicicletta. Una modalità decisamente da riscoprire.
(Autrice del blog Ladra di biciclette)