Dalle feste milionarie alle violenze sui migranti, è bufera sull’agenzia Ue Frontex
«Le nostre agenzie devono rispettare al 100% i valori fondamentali Ue e devono essere in grado di dimostrarlo in modo efficiente», ha commentato la commissaria Ue all’Immigrazione Ylva Johansson
di Valentina Furlanetto
4' di lettura
Mentre in Bosnia la situazione dei migranti «è drammatica», per dirla con le parole della Caritas, e nel Mediterraneo abbiamo assistito mercoledì al primo naufragio nel 2021 (con 43 morti) all'agenzia per le frontiere dell'Unione Europea Frontex si stappano bottiglie e si fanno feste da milioni di euro.
Come già raccontato su queste pagine e in un reportage per Radio24 il budget di Frontex è lievitato in questi anni, passando da 6,3 milioni di euro nel 2005 a 333 milioni nel 2019, a 1,1 miliardi quest'anno fino a 1,9 miliardi nel 2025. Una dotazione senza pari nella storia delle agenzie Ue. Budget che Frontex usa per personale, droni ed elicotteri con i quali pattuglia il Mediterraneo, ma a quanto pare anche per molte feste.
Il budget per le feste
Frontex ha organizzato cinque eventi in quattro anni ai quali hanno partecipato in centinaia tra dipendenti e ospiti. Il conto totale dei budget per le feste in quel periodo ammonta a un totale di 2,1 milioni di euro. A rivelarlo è la testata EUobserver che ha avuto accesso ai documenti interni: si va dai 94.000 euro spesi nel 2015 per una cena per 800 persone presso l’elegante ristorante Belvedere di Varsavia, città dove ha sede l'agenzia, ai 580 mila euro spesi per una festa in trasferta sul Mar Baltico presso la località balenare di Sopot.
In totale nei cinque anni precedenti alla pandemia Frontex ha speso per feste ed eventi 2,1 milioni: nel 2015 si sono spesi circa 360.000 euro, nel 2016 circa 371.000 euro, nel 2017 oltre 341.000 euro, nel 2018 la somma record di 580.152 euro e nel 2019 circa 494.500 euro. Il budget per gli eventi di gala di una sola annata è molto più di quanto stanziato dall'agenzia per l'Ufficio dei diritti fondamentali per tutto il 2020 nel quale non si sono tenuti eventi, ma solo a causa del covid. Tutti soldi spesi comunque che arrivano dai contribuenti e in anni in cui le isole dell'Egeo, l'enclave spagnola di Melilla, Lampedusa e molti altri avamposti siciliani e calabresi faticavano a gestire le migliaia di migranti che arrivavano. Ricordiamo che nel 2015 arrivarono sulle coste europee più di un milione di persone (dati Unhcr).
Un bilancio non trasparente
Che il bilancio di Frontex non fosse trasparente e virtuoso lo abbiamo già scritto e raccontato. Ma questa delle “spese pazze” è solo l'ultima delle critiche che vengono sollevate nei confronti di Fabrice Leggeri, sul quale pendono diverse richieste di dimissioni, arrivati da molteplici associazioni, ong e gruppi del Parlamento europeo che accusano apertamente il funzionario francese di essere responsabile della condotta degli agenti di Frontex, coinvolti e complici nei respingimenti di migranti nel Mare Egeo, nel Mediterraneo centrale e sulla rotta bosniaca. Respingimenti che avrebbero messo spesso a rischio l'incolumità dei migranti stessi.
L'Ufficio europeo anti-frode (Olaf) ha aperto un'indagine contro Frontex: «L'Olaf può confermare di aver avviato un'indagine su Frontex. Tuttavia, poiché un'indagine è appunto in corso, non può rilasciare ulteriori commenti», commentano dall'agenzia Olaf. Ma i partiti di sinistra dell'Europarlamento hanno già chiesto un'altra indagine sui respingimenti: «Abbiamo la sensazione che sia un'agenzia fuori controllo», ha commentato l'europarlamentare spagnola Sira Rego del Gue.
Sospette violazioni dei diritti dei migranti
Come abbiamo scritto qui e raccontato a Radio24, da tempo vengono pubblicati studi e denunce sulla cooperazione e complicità di Frontex nei respingimenti nel mare Egeo e sulla rotta balcanica. Gli agenti di Frontex sono sospettati di cooperare ai respingimenti di migranti e di aver violato i loro diritti. Anche dalla Commissione Ue comincia a trapelare l'irritazione. «Le nostre agenzie devono rispettare al 100% i valori fondamentali Ue e devono essere in grado di dimostrarlo in modo efficiente», ha dichiarato Ylva Johansson, commissaria Ue all'Immigrazione in una recente intervista ammettendo le «accuse di respingimenti illegali. Inoltre, in base al regolamento, dovrebbe dotarsi di 40 osservatori per il rispetto dei diritti umani che invece non ci sono». Johansson ha detto di aver scritto a Leggeri: «Gli abbiamo scritto una lettera perché alcune cose da lui dette durante quell'audizione non sono vere».
Intervenendo durante la plenaria dell'Europarlamento Johansson ha anche detto: «Quando sono stati segnalati presunti respingimenti al confine croato, la Commissione ha invitato le autorità a indagare, come è loro dovere. La Commissione e le autorità croate discutono regolarmente su come migliorare il monitoraggio e le indagini esistenti. Nell'ambito di queste discussioni, a novembre la Commissione ha inviato una missione di alto livello in Croazia, che ha visitato due valichi di frontiera».
I respingimenti croati
L'Unione europea ha anche altre responsabilità. Nel 2020 i respingimenti fatti dalla Croazia hanno superato la cifra di 16 mila. Le autorità croate hanno sempre negato le accuse di violenze da parte dei funzionari di frontiera, tuttavia ci sono moltissime testimonianze di migranti che dicono il contrario. Agenti e manganelli al confine fra Croazia e Bosnia sono in ogni caso finanziati dall'Europa: la Croazia beneficia ampiamente di aiuti economici per il controllo dei confini. Nell'autunno del 2019 la Commissione Europea ha incrementato di 7 milioni di euro i fondi destinati alla Croazia per la gestione delle frontiere, il che porta il finanziamento per la Croazia a 124 milioni, tra programmi nazionali del Fondo asilo, migrazione e integrazione e del Fondo sicurezza interna 2014-2020.
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