Dalle grandi idee del passato la linfa per nuove creazioni
I musei del design
di Fabrizia Villa
3' di lettura
A dimostrare che la ripartenza passa dalla cultura, il mondo delle imprese del settore arredo e design punta a valorizzare il proprio patrimonio a cominciare dai musei, strumenti fondamentali per salvaguardare la memoria, raccontare le straordinarie capacità manifatturiera e d’innovare italiane, ma anche luoghi per creare senso della comunità e rafforzare il legame con il territorio. Ogni azienda lo fa offrendo ai visitatori un racconto personale della propria identità e mettendo in rete le singole esperienze attraverso Museimpresa, l’associazione che oggi riunisce oltre 100 musei e archivi di grandi, medie e piccole imprese italiane.
Il 14 settembre aprirà le porte al pubblico il nuovo Molteni Museum, che approda allo spazio espositivo Glass Cube nel parco del Molteni Compound di Giussano. Il progetto, completamente ripensato da Ron Gilad, si basa su una nuova distribuzione interna su assi ortogonali, uno spazio in cui a dominare è la luce naturale. A una galleria centrale è affidato il compito di raccontare l’evoluzione dell’azienda dal 1934 ai giorni nostri, ma la narrazione vera e propria spetta ai 50 prodotti e prototipi originali che rappresentano lo spirito dei marchi Molteni&C, Dada, UniFor e Citterio. Non è un caso se ad aprire l’esposizione, scandita da aree dedicate ai designer e architetti che hanno fatto la storia del gruppo, da Luca Meda ad Aldo Rossi, da Afra e Tobia Scarpa a Jean Nouvel, è un semplice giunto di legno, chiave di volta del primo mobile moderno dell’azienda, il cassettone da Werner Blaser. Vincitore nel 1955 del primo premio della “Mostra Selettiva – Concorso Internazionale del Mobile, il progetto sintetizza la propensione all’innovazione e alla ricerca della perfezione dell’azienda di Giussano.
Sempre a settembre, il 6, inaugura a Montelupo Fiorentino, in occasione del centenario, l’Archivio Museo Bitossi, «un racconto capace di rinnovarsi: dalla storia di una fabbrica e di una famiglia alla storia di artigiani, artisti e designer», spiega Ginevra Bocini, quarta generazione della famiglia, che ha fortemente voluto il museo affidandone la progettazione a Luca Cipelletti. «Abbiamo scelto di raccontare la storia evolutiva di Bitossi Ceramiche non attraverso la progettazione di un classico museo aziendale – precisa l’architetto – ma tramite la creazione di un archivio-museo, ritendendo che fosse più efficace e stimolante esporre l’intera produzione ceramica affidando il racconto alla collezione stessa».
A chi s’interessa di innovazione orientata al design si rivolge, invece, fin dal 1998 il Museo Alessi di Crusinallo di Omegna: un vasto insieme di prototipi, prodotti non più in catalogo, stampati, documenti grafici e progettuali che, insieme alla produzione storica, rappresenta uno spaccato prezioso della storia del progetto, oltre che un racconto organico della storia aziendale e dell’oggetto d’uso domestico.
Nato nel 1999 per celebrare 50 anni di attività dell’azienda e raccontare lo straordinario connubio tra plastica e design, il Kartell Museo di Noviglio, all’interno dello spazio perimetrale dello stabilimento progettato da Anna Castelli Ferrieri e Ignazio Gardella, è stato rinnovato nel 2015 con un percorso espositivo ideato da Ferruccio Laviani. Nei suoi 2.500 metri quadrati (mq) contiene mille oggetti esposti in ordine cronologico su tre piani legati alla storia progettuale dei prodotti editi dal 1949 a oggi. Spostandosi nelle Marche, a Tolentino, anche Poltrona Frau ha scelto di raccontarsi in occasione del suo centenario, nel 2012, nel luogo dell'incontro tra la realtà produttiva e il mondo esterno: 1.400 mq progettati da Michele De Lucchi che raccontano “l’intelligenza delle mani” del brand, offrendo ai visitatori «l’occasione ¬– spiega De Lucchi - di poter in un colpo solo ammirare tutta la grande competenza nella lavorazione e nella scelta dei materiali e traguardare il futuro attraverso le più recenti realizzazioni».
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