Dalle politiche sugli orsi alla spinta di Salvini, le chiavi del bis di Fugatti
A causa della politica intrapresa per la gestione dei grandi carnivori (orsi e lupi), che ha visto la detenzione di tre orsi negli anni 2020 e 2021 ha ricevuto delle pesanti minacce in seguito alle quali nel maggio 2021 gli è stata assegnata la scorta.
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
2' di lettura
La ribalta nazionale per Maurizio Fugatti, riconfermato presidente della provincia di Trento con l’appoggio di tutto il centro-destra e un rapporto privilegiato con il leader del Carroccio Matteo Salvini, è arrivata nei mesi scorsi, in quell’aprile 2023 in cui un’orsa ha attaccato il corridore Andrea Papi causandone la morte. L’ordinanza di abbattimento firmata dal presidente del Trentino non ha diviso solo la provincia autonoma, ma l’Italia intera, con dure critiche delle associazioni animaliste. A causa della politica intrapresa per la gestione dei grandi carnivori (orsi e lupi), che ha visto la detenzione di tre orsi negli anni 2020 e 2021 ha ricevuto delle pesanti minacce in seguito alle quali nel maggio 2021 gli è stata assegnata la scorta.
Tre volte deputato
Eppure, sebbene fino a poco tempo fa il nome del governatore non poteva certo essere elencato tra quelli più riconosciuti della Lega, la sua carriera politica non è certo iniziata alla vigilia delle elezioni provinciali del 2018, anno in cui – per primo nella storia del Trentino – riuscì a sedersi a Piazza Dante in qualità di leader di una coalizione di centrodestra. Fugatti è stato infatti deputato alla Camera per tre legislature (XV, XVI e XVIII), ricoprendo vari incarichi parlamentari, e sottosegretario di Stato al Ministero della salute dal 13 giugno al 9 novembre 2018 nel governo Conte I.
La laurea e gli inizi da commercialista
Fugatti, «il Fugo» come viene chiamato nel giro della politica trentina, nasce a Bussolengo nel Veronese nel 1972. Già durante l’infanzia si trasferisce a Borghetto (ora Avio) dove cresce, frequenta la chiesa come chierichetto e milita in una squadra di calcetto locale. La passione per il pallone lo accompagna ancora oggi ma da tifoso, della Juventus. Alle superiori decide di intraprendere gli studi a San Michele all’Adige, dove si diploma in perito agrario, con specializzazione in enologia. Poi la laurea in Scienze Politiche all’università degli studi di Bologna e l’inizio della professione di commercialista.
Sottosegretario di Stato alla Salute
L’inizio dell’attività politica nella Lega Nord di Umberto Bossi, risale al 2000 con l’elezione a consigliere comunale e poi assessore di Avio nel 2000. Nel 2005 diventa segretario regionale della Lega Nord in Trentino. Alle elezioni politiche del 2006 viene candidato alla Camera dei deputati, tra le liste della Lega Nord nella circoscrizione Trentino-Alto Adige in seconda posizione dietro a Bossi, venendo eletto deputato per la prima volta. Seggio confermato alle elezioni politiche del 2008 e a quelle del 2018. In seguito alla nascita del governo tra il Movimento 5 Stelle e la Lega, il 13 giugno 2018 viene nominato dal Consiglio dei Ministri sottosegretario di Stato al Ministero della salute nel governo Conte I, affiancando la ministra pentastellata Giulia Grillo.
Primo presidente trentino del centrodestra
Alle elezioni provinciali di Trento del 2018 viene candidato alla presidenza della provincia con l’appoggio dell’intera coalizione di centro-destra e di diverse liste civiche locali. E viene eletto con il 46,73% dei voti: è il primo presidente trentino di centro-destra dal dopoguerra. Il 9 gennaio 2019 si dimette per incompatibilità dalla carica di deputato.
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