ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLe novità del nuovo decreto (e non solo)

Dalle sanzioni sul Pos al tetto al contante: il calendario della stretta antievasione

Il decreto Pnrr prevede anche uno stop agli esoneri dall’obbligo di fattura elettronica, ma non per tutti. Sono escluse fino al 2024 dal nuovo obbligo digitale le micro partite Iva con ricavi o compensi fino a 25mila euro

di Andrea Carli

Il Covid frena la lotta all'evasione, nel 2021 13,8 miliardi

2' di lettura

Il decreto “Pnrr due” che ha registrato il via libera del Consiglio dei ministri rivede in parte il calendario delle soluzioni previste per contrastare l’evasione fiscale. Nel pacchetto delle misure in pancia al provvedimento, stando alla bozza giunta sul tavolo del Governo, ha infatti trovato posto l’anticipo dal 2023 al 30 giugno della doppia sanzione per gli esercenti che non accettano i pagamenti con il Pos (nella versione del provvedimento giunta in Cdm non è entrato il restyling della lotteria degli scontrini, nella direzione di un rilancio e di una semplificazione della formula).

Ecco i prossimi appuntamenti da segnare in agenda.

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30 giugno: scattano le sanzioni per chi non accetta i pagamenti con il Pos

L'obbligo di Pos per esercenti e professionisti esiste dal 2013 ma la multa agli inadempienti sarebbe dovuta diventare operativa dal 1° gennaio 2023 (come deciso dal Parlamento col primo decreto Pnrr approvato lo scorso dicembre): con il decreto approvato dal Consiglio dei ministri la data sarà anticipata al 30 giugno 2022. La sanzione sarà di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione del pagamento. Un esempio: per un pagamento negato con carta elettronica da 25 euro, l'esercente dovrà pagare una multa di 31 euro.

1 luglio: partite Iva in flat tax, e-fattura selettiva

La bozza del decreto Pnrr prevede uno stop agli esoneri dall’obbligo di fattura elettronica, ma non per tutti. Sono escluse fino al 2024 dal nuovo obbligo digitale le micro partite Iva con ricavi o compensi fino a 25mila euro (si veda anche Il Sole 24 Ore del 14 aprile). Nelle intenzioni dell’esecutivo l’estensione dell’obbligo scatterà dal 1 luglio, spaccando in due quest’anno, che così sarà caratterizzato da fatture cartacee ed elettroniche. Questa situazione porta a pensare che nella conversione del decreto in legge il parlamento potrebbe spostare il debutto dall’attuale 1 luglio all’anno prossimo.

1 gennaio 2023: la soglia la contante scende a mille euro

Dal 1 gennaio del 2023 la soglia per l’uso del contante dovrebbe diminuire (il condizionale è d’obbligo, in quanto non si esclude che nel frattempo vengano adottate nuove regole), e passare da 2mila a mille euro. Il decreto Milleproroghe ha infatti riportato le lancette dell’orologio al 2021 e rinviato all’anno prossimo il passaggio definitivo della soglia a mille euro. Un passaggio che, in realtà, era già diventato operativo il 1° gennaio 2022 – per effetto di una norma del decreto fiscale 2020 (governo Conte II), ma che – ma che è stato cancellato con l’entrata in vigore della legge di conversione del Dl 228/2021, il 1° marzo 2022.

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