ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLe mosse del commissario

Vaccino, ecco il piano di Figliuolo per i giovani

Una volta immunizzati gli over 65, l’idea è di puntare sulle scuole e in estate prevedere dei centri di somministrazione nelle località di vacanza. Il generale: si valuta AstraZeneca anche per under 60

di Andrea Carli

Articolo aggiornato il 4 maggio, alle 14:18

Vaccini anche nelle scuole. Dopo over65 campagna di massa

5' di lettura

Per i giovani il turno di ricevere il vaccino non è ancora arrivato. Ma potrebbe arrivare prima del previsto. Questa fascia della popolazione è infatti in prima linea nella sfida contro le varianti del coronavirus. A lanciare l’allarme, un articolo pubblicato su Eurosurveillance, la rivista scientifica online del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). È stata analizzata la diffusione delle varianti inglese, sudafricana e brasiliana in sette Paesi europei, compresa l'Italia, in tutte le fasce d'età, da 0-19 anni agli over 80. Dai primi dati viene fuori che, anche se in misura diversa, tutte aumentano il rischio di ricovero anche fra i più giovani. E il fatto che le varianti aumentino i ricoveri, in particolare in questa fascia della popolazione, è una ragione in più per «raggiungere rapidamente livelli elevati di copertura vaccinale».

Dalla scuola alle località di vacanza

Un messaggio che è giunto anche in Italia dove, forte dell’obiettivo raggiunto nei tempi previsti delle 500mila vaccinazioni al giorno, il commissario straordinario per l’emergenza Francesco Figliuolo valuta le prossime mosse. L’idea, una volta immunizzati gli over 65, è estendere entro fine maggio le vaccinazioni a tutte le classi di età sotto i 65 anni, ovvero la campagna di massa e quella nelle aziende. L’obiettivo - fermo restando l’arrivo delle dosi previste - è quello di arrivare «al prossimo step, che sarà sulle classi produttive, perché questo sarà un mese di transizione. Dopo pensiamo all’estate». E nel frattempo si lavora al piano di immunizzazione degli studenti. Intervenuto all’inaugurazione del nuovo hub vaccinale della Capitale a Porta di Roma, Figliuolo ha svelato quella che potrebbe essere la strategia: somministrare il vaccino anti-Covid a scuola come tanti anni fa, quando però allora si somministravano dosi contro il vaiolo. Non solo: in un’intervista a La Repubblica il generale ha anche spiegato che per l’estate si sta pensando «di utilizzare strutture presso centri montani o estivi, che potrebbero dare un appeal a quel tipo di utenti. Tutti siamo stati giovani - ha detto - e sappiamo che i giovani a volte si sentono onnipotenti e pensano: “Tanto non lo prendo”. Ma così possono colpire congiunti più anziani». Nel complesso, la linea del generale (e del Governo) è quella di accelerare nella direzione di una vaccinazione di massa, allargando gradualmente ai giovani. Un contributo potrà arrivare anche grazie a un coinvolgimento sempre più concreto di farmacie e medici di base nella somministrazione dei vaccini.

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Bianchi: prima completiamo con gli insegnanti

La proposta di vaccinare gli studenti nelle scuole convince anche il ministro dell’Istruzione. Patrizio Bianchi ha messo in evidenza la necessità di completare prima l’immunizzazione degli insegnanti. «Siamo arrivati al 70% - ha spiegato in un intervento a Sky TG24 - dopodiché arriveremo a vaccinare anche i più piccoli». Insomma, secondo il ministro «la vaccinazione nelle scuole è una strada da percorrere, ma completiamo la vaccinazione degli insegnanti e di tutto il personale, poi affrontiamo il problema anche dei ragazzi più grandi e progressivamente di tutti quelli che hanno meno di 16 anni».

Variante inglese, la più diffusa tra i giovani

Sullo sfondo della scelta di guardare anche ai più giovani, dunque, la ricerca di Eurosurveillance. È stata condotta su più di 23.300 casi provocati da varianti, selezionati fra i 3,2 milioni complessivi registrati in sette Paesi (Cipro, Estonia, Finlandia, Irlanda, Italia, Lussemburgo e Portogallo) nel periodo compreso fra metà settembre 2020 e metà marzo 2021. In tutti i Paesi considerati nella ricerca la variante inglese è risultata essere la più diffusa: è stata identificata in 3.730 bambini e ragazzi fra zero e 19 anni, pari al 19,4% dei casi, in 6.005 giovani adulti fra 20 e 39 anni (31,3%) e in 6.151 adulti fra 40 e 59 anni (32,0%). Inferiori i numeri relativi alle fasce d' età più avanzate: 2.538 casi in quella fra 60 e 79 anni (13,2% e 783 negli over 80 (4,1%). Il rischio di ricovero risulta essere tre volte maggiore nella fascia 20-39 anni e 2,3 volte più alto in quella 40-59 anni, mentre i ricoveri in terapia intensiva erano confrontabili.

Per bambini e adolescenti ipotesi settembre

Per quanto riguarda bambini e adolescenti, tuttavia, i tempi di immunizzazione potrebbero essere più lunghi, e l’operazione si potrebbe sviluppare dopo l’estate. Sono due infatti , entrambe in dirittura d'arrivo, le sperimentazioni dei vaccini anti Covid in corso nei bambini e negli adolescenti. Alcuni risultati preliminari stanno arrivando e ci sono i presupposti per ipotizzare che «la loro autorizzazione da parte delle attività regolatorie possa arrivare in tempo per la riapertura delle scuole», ha spiegato l’immunologo Sergio Abrignani, dell'Università Statale di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico. Tutti e due i vaccini che si stanno sperimentando in bambini e adolescenti si basano sulla tecnica dell'Rna messaggero e a condurre gli studi sono le aziende Moderna e Pfizer/BioNTech. L'Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha avviato la valutazione della richiesta di estensione dell'uso di Comirnaty, il vaccino anti-Covid di Pfizer e BioNTech, negli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni. L’Agenzia ha chiarito che a giugno dovrebbe comunicare l'esito della valutazione, «a meno che non siano necessarie informazioni supplementari».

Considerando un 10% della popolazione che rifiuta il vaccino e circa un 5% che non può vaccinarsi per altri motivi, in settembre potrebbero restare da vaccinare circa 7 milioni di bambini e ragazzi da 2 a 18 anni. «Per i più piccoli, da zero a 2 anni, i dati arriveranno più tardi». Se tutto andrà come previsto, ha concluso l'immunologo, «all'inizio dell'anno scolastico potrebbero essere vaccinati bambini e ragazzi. Questo potrebbe voler dire aver vaccinato molto prima feste di Natale tutti gli adulti e tutti i bambini che vogliono farsi vaccinare».

Locatelli, 19 giovanissimi morti per Covid sotto i 18 anni

Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli intervenuto in audizione davanti alle commissioni congiunte salute e istruzione del Senato, ha spiegato che «nella popolazione pediatrica il rischio di andare incontro a patologia grave da Covid è contenuto se non irrilevante, per tutto questo fortunatamente il prezzo pagato in termine di vite perse nella popolazione pediatrica è stato di 19 pazienti sotto i 18 anni che hanno perso la vita e spesso c'era una patologia concomitante». I giovanissimi, ha aggiunto Locatelli, «possono però essere esposti da stress in seguito alle misure per contenere la pandemia».

Cts, vaccini ai giovani per più scuola il prossimo anno

Il presidente del Cts ha messo in evidenza che «soprattutto in vista della ripresa dell'anno scolastico il prossimo anno, è importante mettere in campo strumenti per una didattica in presenza significativamente maggiore rispetto agli ultimi due anni, con un occhio particolare a quanto attiene il trasporto pubblico locale e con l'attivazione di percorsi vaccinali, una volta che siano approvati dall'Agenzia del farmaco, anche per la popolazione pediatrica».

Si valuta AstraZeneca anche per under 60

Il piano c’è, la tabella di marcia anche. Molto dipenderà dalla disponibilità di vaccini. «Astrazeneca è stato consigliato per determinate classi di età ma Ema (l’Agenzia europea del farmaco, ndr) dice che va bene per tutti - ha sottolineato Figliuolo, intervenuto all’inaugurazione dell'hub vaccinale presso il polo natatorio della Fin ad Ostia -. In Gran Bretagna lo hanno fatto in 21 milioni di persone, ci sono effetti collaterali infinitesimali. Dobbiamo impiegare tutto ciò che abbiamo altrimenti il ritmo della campagna vaccinale non raggiungerà gli obiettivi previsti». Per questo motivo, ha aggiunto, «è probabile che nell’arco della rolling review si possa valutare l’estensione anche agli under 60. Ne stiamo parlando con il Cts, l’Iss e l’Aifa in base a studi fatti in Gran Bretagna. I vaccini vanno impiegati tutti».

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