Damiani cresce del 69% e punta sulle nuove risorse: «Pronte 400 assunzioni»
Il gruppo di Valenza chiude l’esercizio 21/22 con 238 milioni di ricavi (+69%). Il presidente Guido Grassi Damiani: «Investiremo sempre di più sulla formazione»
di Chiara Beghelli
3' di lettura
«Ci gratifica molto vedere che le nostre strategie stanno funzionando»: nelle parole di Guido Grassi Damiani, presidente del gruppo di famiglia, c’è soddisfazione e ottimismo. Merito dei dati contenuti nel bilancio dell’esercizio 2021-22, chiuso lo scorso 31 marzo e appena approvato: i ricavi sono stati pari a 238 milioni di euro, in aumento del 69% rispetto all’esercizio precedente, un dato che supera i valori pre-Covid, trainato soprattutto dall’ottimo andamento delle vendite nella rete retail, salite dell’82%. L’Ebitda si attesta a 41 milioni, anch’esso in deciso aumento, e ha permesso di registrare un utile di 25 milioni, «che abbiamo deciso di non mettere a dividendo, ma di destinare a sostegno della nostra futura crescita», sottolinea Damiani.
Investimenti di cui il gruppo, pronto a celebrare fra due anni il suo primo secolo di solida esistenza nel distretto orafo di Valenza e al quale fanno capo i marchi Damiani, Salvini, Bliss, Rocca 1794,Calderoni e Venini, è già stato generoso negli ultimi mesi: innanzitutto con l’acquisizione di due storiche gioiellerie, Zimmitti a Siracusa e Floris Coroneo in Sardegna, ma anche rilevando una quota dell’e-retailer LuisaViaRoma, rafforzando partnership come quella con Rinascente e aprendo nuovi negozi, soprattutto nell’area asiatica, che per il gruppo è cruciale.
«Siamo in crescita in tutti i nostri mercati - spiega il presidente -. L’Italia resta il primo Paese per noi, ma è l’Asia dove ci siamo concentrati maggiormente: rispetto ad altre aree, infatti, in Asia il consumatore è molto sofisticato, apprezza in modo particolare la qualità, il design, i valori del made in Italy e la storia delle aziende, tutte caratteristiche che ci appartengono». A Taiwan Damiani ha appena aperto una nuova filiale e prevede un nuovo negozio a gestione diretta, e di recente ha inaugurato una nuova boutique a Taipei, dopo due importanti aperture in Corea. Nella strategia per l’immediato futuro c’è anche il rilancio di Salvini, marchio nato negli anni Ottanta, che avrà presto un flagship su Piazza Duomo a Milano: «Nel nostro portfolio era già il marchio più giovane e accessibile, e ora vogliamo sottolineare questo posizionamento, rivolgendoci a delle consumatrici dinamiche, attente al cambiamento, che amano le novità e acquistare un gioiello per se stesse, come fosse una borsa o un paio di scarpe».
Con queste premesse, anche le prospettive per il prossimo esercizio sono molto buone: «Nei primi mesi stiamo già crescendo con un’importante doppia cifra. Per quest’anno siamo cautamente ottimisti, certamente non si può prescindere dal caro energia e dalla situazione geo-politica che ha conseguenze anche sugli approvvigionamenti. Tuttavia possiamo pianificare le nostre attività con serenità, anche grazie al delisting (completato nel 2019, ndr), che ci consente di mettere a punto strategie di medio-lungo periodo. E potremmo crescere ancora di più se avessimo più risorse, dal momento che non riusciamo a soddisfare tutti gli ordini. Per questo vogliamo assumere circa 400 persone nei prossimi anni».
Molte saranno formate nella Damiani Academy, che nell’ultima edizione ha permesso di assumere 162 persone, di cui il 67% donne, e che diventerà un progetto perenne. Ma il gruppo potrebbe perseguire anche altre strade: «Non escludiamo di rilevare anche aziende a monte della filiera, con persone già formate da inserire in azienda», prosegue Damiani -. Negli ultimi mesi reperire nuovo personale è diventato un problema, che non si era mai presentato prima. Credo che i motivi siano molteplici, a partire dal fatto che con la pandemia molte aziende hanno licenziato personale, che nel frattempo ha trovato nuove occupazioni. Ma va anche considerato l’importante aumento dei marchi che vengono a produrre nel nostro distretto, perché ne riconoscono l’altissima qualità. Da parte nostra, siamo un’azienda di famiglia che dà molto valore ai suoi collaboratori - conclude il presidente - : anche per questo, dopo questi anni di pandemia in cui abbiamo chiesto un impegno particolare, abbiamo deciso di riconoscere loro un premio straordinario».
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