Arte

Daniel Spoerri: la retrospettiva corre sul filo dell’ironia

La mostra è Vienna fino al 27 giugno

di Flavia Foradini

Daniel Spoerri

2' di lettura

Daniel Spoerri calca le scene del mondo dell’arte da settant’anni. La sua surreale originalità e il suo sguardo ironico sul mondo non hanno mai smesso di ingaggiare e divertire la mente di chi contempla i suoi lavori.

Fuggito con la famiglia in Svizzera dalla Romania per sottrarsi ai pogrom nazisti, negli anni ’50 fu primo ballerino al Teatro di Berna, poi aiuto regista a Darmstadt. Sul finire del decennio, trasferitosi a Parigi, inventò le edizioni MAT (Multiplication d‘art transformable): un progetto di creazioni sue e di artisti amici, fra cui Marcel Duchamp e Man Ray, Jean Tinguely e Yves Klein, che invocava la democratizzazione dell’arte grazie a opere prodotte in originali multipli e per così dire “on demand”.

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Nouveau Réalisme

Ancora assieme a molti suoi compagni di strada, negli anni ’60 fece parte dello scanzonato movimento del Nouveau Réalisme, seppellito poi dal gruppo di sodali con un banchetto funebre a Milano nel 1970.Nell’intimo un convinto battitore libero, Spoerri portò a fioritura la sua Eat Art facendosi gastronomo creativo fra l’altro a Düsseldorf, e fu pedagogo in varie accademie.

Daniel Spoerri, la retrospettiva al Kunstforum

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Assemblages

Ma è con la sua appassionata inclinazione a collezionare che ha potuto produrre affollati assemblages inneggianti a visioni distaccate della quotidianità. Ed è con i suoi “quadri-trappola” che ha affermato una festante sfida alla gravità, congelando per così dire tavole imbandite nel momento propizio di amicali convivialità in progress, incollando immantinente là dov’erano, piatti usati e bicchieri mezzi pieni, portacenere debordanti, briciole e piatti di portata già depredati, che affollavano le tovaglie. Appendendo poi i piani di quei tavoli alla parete, Spoerri immortalava l’attimo e consentiva all’osservatore dell’opera finita di evocare situazioni e narrazioni suggerite da quelle stoviglie e da quei resti di cibi per sempre orfani dei commensali.

Nella vasta produzione di Spoerri, le varianti di quei suoi quadri tridimensionali sono innumerevoli e un folto corpus è ora al centro della mostra che il Kunstforum di Vienna dedica all’artista fino al 27 giugno. Oltre 100 opere da tutte le fasi produttive raccontano la sua evoluzione artistica, i suoi interessi, le sue predilezioni, via via fino agli ultimi assemblages realizzati con oggetti quotidiani acquistati perlopiù al mercato delle pulci di Vienna, città eletta a dimora preferenziale.Una sala è dedicata anche al Giardino di Seggiano: il podere di 16 ettari nel grossetano, che nel 1997 Spoerri acquistò e adibì a parco di sculture. Oggi sono oltre cento, di grandi dimensioni, appositamente create da lui stesso e da artisti amici, e sparse nel paesaggio collinare. Flavia Foradini

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