Danilo Callegari: lo sport può essere una bellissima forma d'arte alternativa
Ogni impresa in giro per il mondo, non è solo una sfida fisica e mentale, ma anche una performance creativa ed estetica. Parola di un professionista
di Paco Guarnaccia
3' di lettura
Danilo Callegari si definisce avventuriero estremo. Un titolo meritato e conquistato sul campo con imprese compiute scalando, usando la bicicletta, lanciandosi con il paracadute, nuotando, correndo o pagaiando su un kayak, che lo hanno portato ovunque nel mondo e che nel 2013 lo hanno consacrato avventuriero dell'anno agli Adventure Awards. Da anni al suo fianco c'è Garmin con la sua tecnologia.
Ti presenti come “avventuriero estremo”: come lo sei diventato? Fin da ragazzino sono stato un grande appassionato di sport estremi, della montagna in particolare. Era un fuoco che sentivo dentro. Ci ho lavorato e ho cominciato a crederci sempre di più. La spinta era talmente forte che a un certo momento ho capito che l'avrei fatto di mestiere. Professione che svolgo da ben 14 anni.
Cos'è per te l'avventura? È vita e mi fa bene al corpo e allo spirito. Attraverso l'avventura io esprimo una forma d'arte. Perché per me l'avventura lo è. C'è chi dipinge, chi compone musica, io, invece, immagino e sogno grandi avventure tecniche, difficili, lunghe e lontane. E poi le focalizzo e comincio a studiarle, a cercare di capire come potrei spostarmi, quali difficoltà potrei incontrare e come, alla fine, potrebbero migliorami. Di solito, tra tutto, le preparo in 10-15 mesi.
Qual è stata la più bella e complicata che hai vissuto? Ogni avventura è unica per luogo, età, esperienza, condizione interiore e clima. In Islanda, ad esempio, sono stato nel 2008, 2010 e 2018 e per due volte ho attraversato il più grande ghiacciaio d'Europa, la prima in bicicletta per oltre tremila chilometri. Probabilmente la più bella l'ho vissuta quando avevo 14 anni. È stata la mia prima grande avventura. Ho pedalato per due giorni per oltre 200 km da casa mia, in provincia di Pordenone, fino al confine dell'Austria. Il terzo giorno sono salito sul monte più altro del Friuli (il Coglians, 2780 metri di altezza, ndr.) e il quarto, preso dall'euforia sono tornato a casa, sempre in bici carico di borse.
Ogni avventura è un capitolo della tua vita, quindi. Sono ricordi con momenti meravigliosi. Certo, durando mesi, alcuni giorni possono essere molto complicati: se scali un 8000 metri da solo e senza ossigeno, se nuoti di notte per 50 km nelle acque dell'Oceano Indiano, se ti lanci in caduta libera in Antartide a -50 gradi o se attraversi l'India in bicicletta… Ma è nelle complicazioni che trovo lo spirito per fare certe esperienze.
Perché hai scelto di fare avventura in solitaria? Per me è un grande valore aggiunto. Certo c'è sempre il rovescio della medaglia che se hai un problema, è sempre meglio essere in due per aiutarsi a vicenda, mentre da solo ti devi arrangiare. Il lato positivo è che quando torni a casa, sai che hai vissuto un'esperienza grandiosa: superare le difficoltà da soli è impareggiabile. Tranne le scalate più tecniche sulle Alpi, che spesso faccio in coppia, il resto delle mie avventure sono in solitaria.
Quali sensazioni provi alla fine di un'impresa? Sono due. Soddisfazione per un cerchio che si chiude e tristezza mista a malinconia perché la mia avventura si è conclusa. Per questo, quando ne finisco una, penso subito alla prossima…
Avere in dotazione la strumentazione e gli smartwatch di Garmin in che modo ti aiuta durante le due spedizioni? Tanti anni fa non esistevano e oggi sono strumenti precisi e ultra evoluti che per noi valgono oro. Garmin è al mio fianco ormai da anni e i suoi strumenti portatili mi permettono di conoscere sempre la posizione, la rotta o di vedere la cartografia o la quota. Con gli smartwatch posso vedere come reagisce il mio corpo allo sforzo, le frequenze cardiache e altri dati molto utili come il meteo. Per non parlare di tutta la parte relativa ai sistemi di richiesta di soccorso come il Garmin inReach. Sono anche molto resistenti. Per noi sportivi, ad esempio, la linea fēnix ormai è sinonimo di grandi obiettivi: recentemente è stato presentato il nuovo sportwatch Garmin fēnix 7 che proverò nella mia prossima avventura…
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