Dati, elettronica, hardware e Ict: Pmi alla conquista dello spazio
Lo sbarco al Nasdaq di D-Orbit è la punta dell’iceberg di un business che in regione fiorisce Anche le realtà minori, spesso con la sponda dei big, conquistano commesse internazionali di prestigio
di Luca Orlando
3' di lettura
Unuovo capannone per l’assemblaggio, investimenti aggiuntivi, assunzioni in arrivo. Per Optec il momento è quasi magico, grazie alla nuova maxi-commessa in arrivo dal Canada: ben 1250 sistemi ottici che andranno ad equipaggiare la nuova costellazione di satelliti di Telesat costruiti da Thales Alenia Space, commessa che per la Pmi di Parabiago (26 addetti, 70 nel gruppo) vale oltre 12 milioni in quattro anni. «In effetti - spiega il presidente e fondatore Giuseppe Cilia - questo ordine cambia davvero il volto dell’azienda, spingendoci a fare nuovi investimenti e ad assumere almeno altre 5-6 persone. Già quest’anno dovremo fornire una trentina di sistemi ottici per la qualifica degli strumenti, in due anni partirà la produzione di massa».
Crescita, quella di Optec, che non rappresenta un caso isolato tra le Pmi lombarde impegnate nel settore spaziale. Se il percorso di D-Orbit, quotata al Nasdaq con la valutazione “stellare” di oltre un miliardo di euro, rimane ovviamente in termini dimensionali un unicum, il territorio offre più di un caso di aziende vive e competitive, in grado di vincere commesse internazionali ai massimi livelli. La stessa Optec, ad esempio, è a bordo di due missioni Nasa, una già partita verso un asteroide da “deviare”attraverso un impatto programmato, l’altra diretta verso la Luna: in entrambi i casi i sistemi ottici dell’azienda saranno gli “occhi” delle missioni.
Altra realtà in forte crescita è Leaf Space, partita nell’incubatore del Politecnico di Milano e ora insediata a Lomazzo in ComoNext. Ormai sbarcata stabilmente sul mercato con i propri servizi di comunicazione customizzati per dialogare con i satelliti, grazie ad una rete già arrivata a 12 stazioni nel mondo: in termini di ricavi il 2021 è stato l’anno della svolta, quintuplicando i valori 2020. «Sul mercato c’è stata una accelerazione evidente - spiega il fondatore e Ceo Jonata Puglia - che ci ha portato a firmare in 12 mesi più di 30 contratti, quasi il doppio rispetto a quelli della nostra intera storia precedente. Ora l’organico è di 28 persone ma il target è quello di raddoppiare entro fine anno, così come credo arriveremo a raddoppiare le stazioni di raccolta dati nel mondo, portando il totale a quota 23, in 17 nazioni diverse». Tra i clienti, oltre a Virgin Orbit ed Esa, spicca la stessa D-Orbit, che per i propri sistemi di posizionamento in orbita (Ion) ha scelto proprio Leaf Space come fornitore dei servizi di collegamento sui dati. Sinergia che produrrà un business crescente, tenendo conto che nelle previsioni dell’azienda di Fino Mornasco le tre missioni del 2021 diverranno già sei quest’anno, per arrivare a 25 tra tre anni. Al record storico di ricavi è anche Blu Electronic, arrivata a 40 addetti ma ancora alla ricerca di nuovo personale per gestire le commesse legate alle prossime missioni. Come l’elettronica del sistema di condizionamento della stazione orbitale lunare, il sistema di illuminazione e ventilazione dei moduli Cygnus che riforniscono la stazione spaziale internazionale, o ancora alcuni dei sistemi della missione “andata e ritorno” su Marte. «L’interesse per la Luna e Marte sta creando nuove opportunità - spiega il fondatore Marco La Bella - e come risultato noi da anni riusciamo a crescere a tassi del 30%. Di questo passo credo che a fine anno arriveremo oltre i sei milioni di ricavi. Due persone entreranno in organico ora e ne stiamo cercando altre tre, con grande fatica devo dire».
Pmi ma non solo, con la Lombardia a rappresentare uno dei poli chiave anche per big internazionali, come Leonardo, che a Nerviano (960 addetti, di cui 130 dedicati allo spazio) ha un centro di eccellenza per le sue attività nel settore.
Lavoro che porta a vincere commesse hi-tech nelle principali missioni. Come la trivella che sarà usata per scavare per la prima volta il suolo marziano fino a una profondità di 2 metri. O il più accurato orologio atomico mai creato per applicazioni spaziali: solo un secondo di errore ogni tre milioni di anni. O ancora i più grandi pannelli solari realizzati per una missione interplanetaria. Sito in crescita, con un balzo del 35% in due anni delle risorse addette alle tecnologie spaziali. Altro polo rilevante è a Gorgonzola, dove Thales Alenia Space (Jv di cui Leonardo detiene il 33%), sviluppa tra l’altro computer di bordo, apparati di navigazione, memorie di massa e sistemi di collaudo. Gruppo quest’ultimo che come Leonardo rappresenta un punto di congiunzione tra i grandi committenti internazionali e le Pmi e che ha da poco siglato un nuovo accordo di ricerca con il Politecnico di Milano. A conferma della validità di un modello in cui know-how di eccellenza, grandi aziende strutturate e Pmi possono alimentare a vicenda un circolo virtuoso fatto di tecnologia, sviluppo e nuovo lavoro. Come il caso lombardo sta dimostrando.
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