contro la national milk federation

Dazi, la ministra Bellanova: mai Parmesan Usa in Europa

La ministra dell’Agricoltura contro i produttori americani di formaggi: «Vogliono far passare per nomi comuni le nostre denominazioni per poi venderle anche in Europa, basta con i furti di identità»

2' di lettura

«Le parole sui dazi dell’associazione americana dei produttori di formaggi, sono gravissime. La Commissione europea deve stigmatizzare un attacco di questo genere al sistema delle nostre indicazioni geografiche». Così la ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova, in Sicilia a Terrasini per la scuola politica Futura, commenta le dichiarazioni della National milk producers federation americana (Nmpf), che sul suo sito accusa la Ue di pratiche commerciali sleali su prodotti con nomi considerati «comuni».

«Giù le mani dai nostri nomi - avverte Bellanova - Basta con i furti di identità». Il monito della ministra arriva dopo il via libera del Wto a dazi Usa per 7,5 miliardi su esportazioni dell'Unione europea , decisione che minaccia anche i prodotti della filiera agroalimentare made in Italy .

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Bellanova: «Dobbiamo dare battagli al falso cibo»
«I produttori americani vogliono ribaltare la realtà - spiega la ministra - vogliono far passare per nomi comuni le nostre denominazioni per poi venderle anche in Europa». «Se il loro progetto è vendere il Parmesan o la finta mozzarella in Europa , dobbiamo dire chiaro che non succederà mai!», afferma Bellanova, aggiungendo: «Al contrario dobbiamo dare battaglia al falso cibo, far conoscere anche ai consumatori americani l'autentica eccellenza delle nostre produzioni». «Se poi - conclude - come dicono i produttori di formaggi statunitensi si vogliono confrontare sul piano della qualità, siamo prontissimi. Usassero diciture americane per i loro prodotti, ma giù le mani dai nostri nomi. Basta con i furti di identità». Nel documento, i produttori Usa di latte (Nmpf) parlano di «pratiche commerciali sleali della Ue che bloccano» l'accesso al loro mercato «mentre godono di un ampio accesso al nostro». In particolare di «abuso da parte dell'Ue di indicazioni geografiche per limitare la concorrenza degli esportatori di formaggi negli Stati Uniti che usano nomi di alimenti comuni».

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