DOPO LA DECISIONE WTO

Dazi Usa, formaggi i più colpiti. Salvi vino e olio d’oliva italiani

A pagare saranno soprattutto i formaggi made in Italy, mentre sembrerebbero salvi i prosciutti (ma solo quelli Dop quindi Parma e San Daniele e non quelli prodotti da cosce importate) e soprattutto i vini, l'olio d'oliva, la pasta e le conserve vegetali made in Italy

di Giorgio dell'Orefice

Per il Parmigiano, dopo anni di embargo russo, ora dazi Usa

3' di lettura

A pagare saranno soprattutto i formaggi made in Italy, mentre sembrerebbero salvi i prosciutti (ma solo quelli Dop quindi Parma e San Daniele e non quelli prodotti da cosce importate) e soprattutto i vini, l'olio d'oliva, la pasta e le conserve vegetali made in Italy.

È quanto emerge dalla black list dell'Ufficio del Rappresentante per i negoziati commerciali Usa (Ustr) e relativa ai prodotti che saranno colpiti dai dazi aggiuntivi Usa dopo l'autorizzazione giunta dal Collegio arbitrale Wto nell'ambito della querelle Airbus-Boeing che oppone Stati Uniti e Unione europea.

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Nel mirino i formaggi
Secondo quindi le prime indiscrezioni nella lista ci sono di certo ricompresi i formaggi italiani ovvero Grana padano, Parmigiano Reggiano, Provolone, Asiago e Gorgonzola ai quali a partire dal prossimo 18 ottobre sarà applicato un dazio aggiuntivo del 25%. Mentre è stata esclusa dalla black list la Mozzarella di Bufala campana Dop che appena qualche settimana fa (lo scorso 6 agosto) aveva siglato un accordo di mutuo riconoscimento con il potente Consortium of common food names, il consorzio che mette insieme i produttori Usa di formaggi “italian sounding” dal parmesan all'asiago made in Us.

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Lista soggetta e possibili modifiche
In ogni caso – è stato chiarito questa notte da una nota della stessa Ustr - gli Stati Uniti hanno la facoltà di modificare in qualsiasi momento il livello tariffario e la lista dei prodotti sottoposti alle tariffe doganali straordinarie. «Inoltre - è stato chiarito – la scelta dei prodotti è stata fatta con l'obiettivo di concentrare la manovra sulle importazioni in arrivo da Francia, Germania, Spagna e Regno Unito». Vale a dire i quattro paesi responsabili per gli aiuti ritenuti illegali ad Airbus. «In realtà invece – ha commentato laconico il presidente di Assolatte (l'associazione delle industrie lattiero casearie italiane), Giuseppe Ambrosi – sono colpiti i nostri formaggi che nulla hanno a che fare con la vicenda Airbus-Boeing».

Il “caso” del Pecorino
Inoltre, è stato fatto notare, mentre per formaggi come grana, provolone, asiago e anche gorgonzola esistono dei prodotti sostitutivi realizzati negli Usa spesso proprio a imitazione dei prodotti italiani, e quindi i nuovi dazi hanno l'evidente obiettivo di favorire i produttori Usa, «colpisce il caso del Pecorino romano - aggiunge Ambrosi - che è ricompreso nella lista anche se non esiste una produzione di formaggi ovini e quindi a base di latte di pecora negli Stati Uniti».

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Il sospiro di sollievo del vino italiano
Nella lista dei prodotti europei colpiti rientrano invece il whiskey scozzese, i vini francesi (e non il Prosecco italiano), i formaggi groviera o tipo emmental svizzero (realizzati in diversi paesi Ue), l'olio d'oliva spagnolo. «L'esclusione del vino italiano (il principale prodotto alimentare made in Italy esportato negli Usa con un giro d'affari di oltre un miliardo di euro l'anno ndr) dalla black list dei dazi Usa – ha commentato il presidente dell'Unione italiana vini, Ernesto Abbona – ci fa tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia occorre mantenere alta l'attenzione e continuare il dialogo con gli Usa per evitare che la lista venga rivista e ampliata considerato che le autorità Usa hanno la possibilità di aumentare in qualsiasi momento le tariffe applicate o modificare la lista di prodotti colpiti».

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Coldiretti: tentativo di dividere l’Unione europea
«Il fatto che sia compreso il vino francese ma non quello italiano - ha commentato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini -, come il fatto che sia presente l'olio spagnolo ma non quello made in Italy oltre a far tirare a noi italiani un sospiro di sollievo lascia inoltre immaginare un tentativo di dividere l'Unione europea. Ora è necessario - ha aggiunto Prandini - aprire la trattativa a livello comunitario e nazionale dove una buona premessa al confronto sono le importanti relazioni con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha saputo costruire il premier Giuseppe Conte. Altro punto importante è che siano attivate al più presto forme di sostegno ai settori più colpiti nonostante non siano coinvolti nel settore aerospaziale al centro della disputa sugli aiuti a Airbus e Boeing che ha originato la guerra commerciale».

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