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Ddl autonomie, cosa c'è nei 10 articoli del testo Calderoli

Nella sostanza il testo è quello uscito dall’intesa, raggiunta a dicembre, tra il ministro per gli Affari regionali e le autonomie e la Conferenza delle Regioni

Regionalismo differenziato: come funziona oggi e che cosa chiedono le Regioni?

3' di lettura

Manca poco. Giovedì 2 febbraio è atteso sul tavolo del Consiglio dei ministri il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Fortemente voluta dalla Lega, il testo che giungerà all’esame dei ministri, una legge quadro, ha subito dei ritocchi dell’ultimo minuto, in occasione del preconsiglio, nella direzione di un rafforzamento del ruolo del parlamento nella fase di definizione delle intese con le Regioni. E approda sul tavolo del Governo a pochi giorni dalle elezioni regionali nel Lazio e Lombardia, un banco di prova importante per la maggioranza, a cominciare dal Carroccio, sotto il profilo del consenso elettorale.

Nella sostanza il testo è quello uscito dall’intesa, raggiunta a dicembre, tra il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli e la Conferenza delle Regioni.

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Che cosa cambia

Formazione, salute, istruzione e tutela dell’ambiente sono alcune delle funzioni che potranno essere attribuite dallo Stato alle Regioni in base all’Autonomia differenziata. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno già avviato il procedimento per un’intesa con il Governo. Non ha però ancora trovato completa attuazione il procedimento previsto per l’attribuzione di autonomia differenziata, motivo per cui nasce il ddl (valido sia per le regioni a statuto ordinario sia per quelle a statuto speciale) proposto da Calderoli: un testo in 10 articoli.

L’obiettivo: semplificare le procedure

La legge quadro si propone di semplificare le procedure, accelerare e sburocratizzare i procedimenti, per una distribuzione delle competenze che meglio si conformi ai principi di sussidiarietà e differenziazione. L'attribuzione di funzioni è subordinata alla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), che garantiscano i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale.

L’iter

Mef e ministri competenti hanno 30 giorni per valutare la richiesta della Regione, dopo che è stata trasmessa al presidente del Consiglio e al ministro per gli Affari regionali. Poi si apre un negoziato con la Regione per l’intesa preliminare, approvata poi dal Cdm e trasmessa alla Conferenza unificata che, a sua volta, ha 30 giorni per il parere. Quindi va alle Camere: hanno 60 giorni per l’esame nelle commissioni o, secondo le modifiche in valutazione, per un atto di indirizzo votato in Aula. Successivamente il premier (o il ministro per gli Affari regionali) predispone l’intesa definitiva (con eventuale ulteriore negoziato). La Regione la approva, ed entro 30 giorni è prevista la delibera in Cdm. Il disegno di legge è trasmesso alle Camere che votano a maggioranza assoluta. L’iter dei ddl del governo in media nell’ultima legislatura è durato 81 giorni al Senato e 69 alla Camera. L’intero procedimento dura almeno cinque mesi.

Lep

I Livelli essenziali delle prestazioni sono determinati con Decreto del presidente del Consiglio dei ministri: l’ultima legge di bilancio ha istituito a Palazzo Chigi una cabina di regia, che entro fine 2023 deve individuarli sulla base delle ipotesi della Commissione tecnica per i fabbisogni standard. Altrimenti toccherà a un commissario. Le Camere hanno 45 giorni per il parere, prima che il Dpcm sia adottato. Se nel tempo i Lep cambiano, la Regione deve rispettarli dopo la revisione delle risorse.

Risorse

Le risorse umane, strumentali e finanziarie per l’esercizio delle funzioni sono determinate da una commissione paritetica Stato-Regione. Il finanziamento avviene attraverso compartecipazioni al gettito di uno o più tributi o entrate erariali regionali.

Durata

Le intese hanno durata massima di 10 anni. Stato o Regione possono chiederne la cessazione, deliberata con legge a maggioranza assoluta dalle Camere. Alla scadenza, l’intesa si intende rinnovata per la sua durata, salvo che Stato o Regione manifestino volontà diversa un anno (6 mesi prevedeva inizialmente la bozza) prima del termine. Il governo dispone verifiche sulle attività e sul raggiungimento dei Lep. La commissione paritetica svolge annuali valutazioni sulla compatibilità e gli oneri finanziari.

Equità

La legge prevede misure perequative e di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale: anche nelle Regioni che non concludono intese, lo Stato promuove l’esercizio effettivo dei diritti civili e sociali, anche con interventi speciali. Dalla legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Riforme, Salvini: sarà reintrodotta elezione diretta Province

«Nelle riforme del ministro Calderoli ci sarà anche la reintroduzione della provincia eletta direttamente dai cittadini» Così il leader della Lega, Matteo Salvini all’incontro intitolato ’La Lega al governo, l’impegno per il Lazio’ in corso al Tempio di Adriano, a Roma.

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