De Benedetti in tv attacca a testa bassa Scalfari: «È un ingrato»
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Carlo De Benedetti «accende» la campagna elettorale e, insieme, suscita la replica perentoria del comitato di redazione di Repubblica, testata di punta del suo gruppo editoriale. Tutto nasce dall’intervista che l’Ingegnere ha rilasciato ieri sera al programma televisivo di La7 «Otto e Mezzo», con ampio riferimento ai suoi rapporti con Silvio Berlusconi ed Eugenio Scalfari, fondatore di Espresso e Repubblica.
«Dopo che Scalfari ha fatto la sua stupidaggine in trasmissione (il riferimento è alle dichiarazioni in cui affermava di preferire Berlusconi a Di Maio, ndr) mi ha chiamato Berlusconi perché secondo il suo metodo quello era un input partito da me, non poteva pensare che fosse un’idea autonoma di Eugenio». L’ex premier «mi disse, parliamoci: i comunisti non ci sono più, è finita la guerra, tu sei di sinistra, io sono di destra ma qui esistono altri problemi per il Paese. Ma io gli ho detto che lui fa politica e io no e che non c’era niente da dirci».
Tra Berlusconi e Di Maio «meglio né l’uno né l’altro: così risponderebbe uno che non ha problemi di vanità». In ogni caso, «non voglio più commentare un signore molto anziano che non è più in grado di sostenere domande e risposte». E attacca ancora: «Ha detto che se ne fotte delle mie critiche? Con me deve stare zitto, gli ho dato un pacco di miliardi, è un ingrato. Li ho salvati dal fallimento negli anni Ottanta e a Scalfari ho dato un pacco di miliardi pazzesco quando è stato liquidato, quindi Eugenio su di me deve solo stare zitto».
Repubblica «unico amore»
E cosa ne pensa l’ingegnere dell’idea di fondare un altro quotidiano? «Mai. Nella vita io sono monogamo in questo senso, la mia unica moglie è Repubblica. Per Repubblica ho un vero amore, e lo rifarei», per quanto attualmente i suoi rapporti con il quotidiano siano «assenti. Per me - ha aggiunto - Repubblica è la luce dei miei occhi, per questo sono triste quando vedo che perde la sua identità. È un giornale politico, nato per quello. È vero che c’è poca politica ma non viene più fatta su Repubblica. Penso che abbia perso la sua identità ed è una cosa che mi addolora molto». Quanto all’editoriale in cui il quotidiano prendeva le distanze dalle sue parole, l’Ingegnere ha sottolineato che«non è mai successo in 40 anni» che comparisse un editoriale «non firmato». Per Repubblica, ha specificato, «ho solo pagato dei prezzi, è solo la mia folle passione».
La reazione del Cdr
Parole che hanno immediatamente suscitato le reazioni del Cdr del quotidiano romano che «respinge le accuse lanciate ieri sera a Otto e mezzo dall’Ingegner De Benedetti nei confronti di Repubblica e di Eugenio Scalfari. Non è la prima volta - sottolineano i rappresentanti della redazione - che Carlo De Benedetti, da quando ha lasciato gli incarichi operativi all’interno del gruppo Espresso, si unisce al coro di chi con cadenza quasi quotidiana attacca questo giornale e ciò che rappresenta. Ma vogliamo tranquillizzare Carlo De Benedetti: l’identità e il coraggio che Repubblica dimostra nell’informare i propri lettori e nel portare avanti le proprie battaglie sono vivi e sono testimoniati innanzitutto dal lavoro dei giornalisti che ogni giorno difendono e dimostrano la propria indipendenza senza bisogno che qualcuno gliela conceda. L’assemblea dei redattori di Repubblica - prosegue la nota - si riunirà oggi per ribadire la propria determinazione a rispondere a ogni attacco che voglia mettere in dubbio la loro professionalità e il patrimonio di valori che il giornale in quarant’anni si è costruito».
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