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De Meo: «Renault ha un valore reale più alto, sull’elettrico cinesi in vantaggio di anni»

Il ceo del gruppo francese: «L’Europa ha poco tempo per reagire. Paghiamo l’energia il doppio dei cinesi e 3-4 volte rispetto gli americani»

di Mario Cianflone

Manager.

3' di lettura

«Siamo molto sottostimati rispetto al nostro reale valore e a quello che abbiamo realizzato negli ultimi mesi». Luca de Meo, ceo di Renault, non ha remore nel giudicare come penalizzato il valore del titolo della sua azienda. Ieri, in una tavola rotonda in occasione di Iaa 2023, il salone della mobilità di Monaco di Baviera, il numero uno di Renault ha affermato che è «difficile da capire la situazione attuale dove una VinFast che ha venduto 26mila macchine è riuscita a capitalizzare 86 miliardi di dollari».

E, in effetti, alla luce anche della qualità del prodotto e della tecnologia della casa vietnamita, è arduo dare torto al numero uno di Renault, azienda che, negli ultimi sei mesi, spiega il manager italiano, ha generato più cash che non negli ultimi anni. «E basta una nota negativa, senza fondamento, di un solo analista di una banca d’affari, per creare problemi» ha aggiunto.

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La sfida sull’auto elettrica

Ma la sfida che sta affrontando Renault è su un piano più alto da quello dei mercati e si gioca sul futuro elettrico dell’auto, anzi sul futuro della stessa auto elettrica dove secondo il top manager le case automobilistiche devono affrontare una situazione decisamente «sfidante».

Rispondendo a una domanda diretta del Sole 24 Ore, Luca de Meo afferma che il primo elemento di criticità è la competizione con le case cinesi, oltre a quella della supercelebrata Tesla. Del resto l’avanzata dell’auto elettrica cinese, al Salone di Monaco era ben evidente con il megastand di Byd, che visivamente, sembrava sfidare quello dei padroni di casa del gruppo Volkswagen, ma anche con la presenza di MG (Saic).

La catena cinese

«Sulle auto elettriche, per quanto riguarda solo le vetture e non il software - dice de Meo - i cinesi hanno anni di vantaggio. Loro hanno preparato questa sfida da lungo tempo, creando un ecosistema end to end, di tutta la filiera, dalla catena di fornitura, materie prime comprese, alla gestione delle infrastrutture di ricarica. Abbiamo poco tempo per reagire e partiamo in svantaggio perché l’Europa negli ultimi decenni ha, di fatto, abbandonato la chimica mentre i competitor cinesi hanno grandi capacità anche nella raffinazione delle materie prime necesserie alle batterie e al loro sviluppo. Hanno in mano tutto loro: l’80-90% di tutti i materiali».

Sulla questione Bev, Battery electric vehicle, c’è da considerare che in Cina il mercato si è sviluppato prima, con dirigismo statale, e ora pesa per il 25-30% del totale, pari, spiega il manager, a 6/7 milioni di unità all’anno,mentre in Eu ropa siamo su percentuali molto più basse, intorno al 15 per cento.

Le sovvenzioni in Cina e Usa

«Inoltre - dice il ceo di Renault - Cina e Usa sovvenzionano progetti industriali, mentre in Europa si sostengono quelli legati alla sola innovazione. E questo è palesemente un handicap. E non vanno dimenticati i temi legati alle infrastrutture dove manca, secondo il numero uno del gruppo francese, uniformità e servirebbe una regia unica europea per gestire e governare i network di ricarica.

I costi dell’energia

«Il terzo tema - spiega il ceo - sul fronte dello sviluppo dell’elettrico è quello energetico: paghiamo l’energia in Europa il doppio dei cinesi e tre o quattro volte degli americani. Questi sono i fatti. E per costruire una macchina elettrica, soprattutto le batterie, ci vuole molta energia. Per produrre una e-car, occorre la stessa quantità di energia che serve per farla marciare per 5 anni».

La guerra dei prezzi

La guerra dei prezzi sulle auto elettriche, innescata da Tesla, è la questione mainstream dell’automotive, quella che sta spostando gli equilibri competitivi tra profitto e valore.

«Ho la sensazione - dice de Meo - che tutto il sistema, compresi media, stiamo spingendo verso una riduzione del prezzo. Noi abbiamo scelto di privilegiare i margini per evitare quelle condizioni che hanno portato a un certo punto a tutti i costruttori europei a essere in difficoltà dal punto di vista economico. Preferiamo un’industria sana ma che vende qualche auto in meno. Oggi Renault guadagna più di quanto non abbia fatto in 125 anni di storia. Inoltre, una Megane genera il 58-59% di valore residuo e cosi proteggiamo l’investimento del cliente».

L’alleanza con Nissan

Renault ha da poco rivisto il suo rapporto con Nissan in seno all’Alleanza. «Abbiamo riscritto il nostro contratto matrimoniale e abbiamo ottenuto - dice - quello che volevamo». A novembre ci sarà la chiusura definitiva dell’accordo che prevede collaborazioni su progetti specifici come la futura Nissan Micra che sarà costruita da Renault in Europa.

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