De Meo: doppia “minaccia” da Cina e Usa per l’industria dell’auto europea
Dopo i brillanti conti 2022 il top manager ha condiviso con il Sole 24 Ore, in esclusiva per l'Italia, alcune riflessioni sulle strategie industriali e sul duro confronto con l’Europa sulle regole in materia di emissioni
di Alberto Annicchiarico e Mario Cianflone
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Il Gruppo Renault non era così in salute dalla fine dello scorso decennio eppure guarda con qualche preoccupazione agli sviluppi a medio e lungo termine del mercato dell'Auto in Europa. Fresco di presentazione degli ottimi risultati finanziari del 2022, il ceo del produttore transalpino, Luca de Meo, ha condiviso con il Sole 24 Ore, in esclusiva per l'Italia, alcune riflessioni sulle strategie industriali e sul confronto aperto, in quanto nuovo presidente dell’Associazione dei car-maker continentali (Acea), con le autorità europee. L’intervista sarà sul quotidiano di venerdì e in forma estesa online su 24+.
Tra i temi la politica molto severa dell’Ue in materia di emissioni di CO2, con lo stop alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035. In più il nuovo standard Euro 7 che dal 2025 taglierà ulteriormente le emissioni per diesel e benzina. Secondo il top manager italiano con un passato in Fiat e Gruppo Volkswagen, se dovesse essere applicato così come è scritto oggi, con l’Euro 7 «tutti i motori a combustione interna andranno fuori dal mercato».
Le minacce per l’industria europea, secondo de Meo, sono essenzialmente due. «I cinesi, che hanno più controllo di noi sulla catena del valore». E l’asimmetria a livello di competizione tra le “placche” America (con un riferimento all’Inflation reduction act, la legge Usa che stanzia 380 miliardi di dollari per le politiche green e attrae anche le aziende europee), Europa e Cina «che le autorità devono correggere».
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