Deboli le utility dopo stop Antitrust a modifiche prezzi
Per analisti «procedimenti su intero mercato libero retail»
di Enrico Miele
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Soffrono a Piazza Affari i titoli delle principali utility dopo la mossa dell’autorità Antitrust che ha avviato sette procedimenti istruttori - e deciso di adottare altrettanti provvedimenti cautelari - nei confronti delle principali società fornitrici di energia elettrica e di gas sul mercato libero (che rappresentano circa l’80% del mercato). Da qui le vendite in Borsa, dove perdono quota, tra le altre, in particolare Enel, Hera e A2a. In controtendenza Eni in scia al petrolio, mentre tra i titoli minori è piatta Acea e perde quota Edison. «Si tratta di una novità negativa per il settore – scrivono a caldo gli analisti di Equita – perché dopo i procedimenti aperti nei confronti di Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola non sembra essersi raggiunta una soluzione positiva per il settore ma, al contrario, l’Antitrust ha allargato i procedimenti praticamente all’intero mercato libero retail».
Sotto la lente dell’Autorità, infatti, sono finite le proposte di modifica del prezzo di fornitura di energia elettrica e di metano e le successive proposte di rinnovo delle condizioni contrattuali, in contrasto con il cosiddetto decreto Aiuti bis. Il faro è su Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie. In pratica, alle società viene contestata la mancata sospensione delle comunicazioni di proposta di modifica unilaterale delle condizioni economiche, inviate prima del 10 agosto 2022 e, in seguito, le proposte di aggiornamento o di rinnovo dei prezzi di fornitura, di carattere peggiorativo, giustificate sulla base della asserita scadenza delle offerte a prezzo fisso. L’Antitrust sottolinea che i clienti interessati alla variazione delle condizioni economiche sono oltre 7,5 milioni, dei quali circa 2,7 milioni avrebbero già subito un ingiustificato aumento di prezzo. Le imprese dovranno, quindi, sospendere l’applicazione delle nuove condizioni economiche, e ripristinare i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022, ma potranno fare ricorso e l’Autorità (che a quel punto potrà confermare o meno i provvedimenti cautelari).
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