Decarbonizzazione possibile con risorse e tecnologia
Ieri, a Roma, la Scuola di politiche economiche e sociali (Spes) Carlo Azeglio Ciampi ha ospitato la lectio magistralis di Emma Marcegaglia, presidente e amministratrice delegata di Marcegaglia Holding, dal titolo «Sfide per le imprese in una nuova era»
di Emma Marcegaglia
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Ieri, a Roma, la Scuola di politiche economiche e sociali (Spes) Carlo Azeglio Ciampi ha ospitato la lectio magistralis di Emma Marcegaglia, presidente e amministratrice delegata di Marcegaglia Holding, dal titolo «Sfide per le imprese in una nuova era», di cui in pagina proponiamo un estratto. L’evento, introdotto dal rettore della Luiss Andrea Prencipe, è sta t o chiuso dall’amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore, Mirja Cartia d’Asero.
Q uella che stiamo vivendo è una nuova era, voi giovani siete i protagonisti. Il mondo è profondamente diverso rispetto a venti-trent’anni or sono. Siamo passati da una situazione di sostanziale stabilità geopolitica a una di crisi. Siamo nel pieno di una guerra alle porte dell’Europa, in uno scenario in cui le democrazie si confrontano contro le autocrazie.
Anche dal punto di vista economico la situazione è molto cambiata: siamo passati da tassi negativi e inflazione a zero per molto tempo a un aumento repentino del costo del denaro a causa di una impennata dell’inflazione soprattutto per costi energetici, anche se ora sta dando segni di rallentamento: comunque, non tornerà ai livelli precedenti.
La situazione economica e politica globale – che ha vissuto prima il Covid e poi la guerra – vede porsi la grande sfida del cambiamento climatico, e questo tema è al centro dell’attenzione di tutti. Veniamo da un lungo processo in cui la globalizzazione ha plasmato l’economia, l’aumento degli scambi ha poggiato su catene del valore che hanno giocato su efficienza e competitività dei costi. Ma ora le politiche stanno cambiando. Gli scambi sono rallentati, dalla crisi del 2008-2009 ci sono state spinte protezionistiche, poi è scoppiato il Covid e la Russia ha invaso l’Ucraina: fatti che fanno dire a certi ambienti che siamo alla fine della globalizzazione, ma io non ci credo. Credo invece che ci sia un cambio di paradigma, auspicabilmente senza chiudersi a eccessi di protezionismo. La pandemia, ma anche il conflitto, hanno evidenziato il limite di queste catene – su tutte cito quella dei semiconduttori – che avevano tra Cina e Taiwan la massima concentrazione. Non è certamente sano avere questa forte dipendenza, che è diventata drammatica sulle materie prime critiche, quelle legate ai processi di decarbonizzazione: il paradosso è che all’improvviso ci siamo accorti tutti insieme di questa situazione. Nel quadro che stiamo vivendo è molto importante quello che è accaduto negli Usa: gli Stati Uniti per lungo tempo non hanno avuto una politica industriale, a parte il settore della difesa. Ora il Paese si è reso conto della gravità di questa dipendenza dalla Cina e ha varato il grande programma Ira, che va a incidere sul futuro delle catene del valore, e anche sulla decarbonizzazione. Insomma, una scelta molto netta, che impone un cambio di passo anche all’Europa, che spesso – a parte il Next Generation Ue – affronta le grandi sfide prevalentemente
con scelte di regolazione.
Lo scenario di oggi ci impone di rivedere le priorità, si ricomincia a parlare di interesse nazionale, di sicurezza nazionale, e per le catene di re-shoring, di friend-shoring, di near-shoring: dieci anni fa era tutto il contrario, ci diceva solo di essere internazionali, ora è diverso a causa di uno scenario più incerto e insieme più complesso.
Ma in questo quadro come deve muoversi un’impresa? Le linee direttrici del nostro gruppo, il primo in Italia nella trasformazione dell’acciaio, sono ispirate a pochi ma chiari principi fondamentali. Il primo – che può sembrare scontato ma non lo è affatto – è quello di essere agili e veloci nel capire il mercato, nel prendere decisioni e nella loro attuazione, e questo è stato vitale nella fase di forti oscillazioni dei prezzi delle materie prime. Un altro aspetto fondamentale è quello di valutare bene i rischi, quindi bisogna diversificare: sia le fonti di approvvigionamento che il ventaglio dei prodotti e dei mercati di sbocco. Poi c’è, come detto, il grande tema della decarbonizzazione: vogliamo essere in prima linea su questa enorme sfida, e su questo punto cito, tra le tante iniziative, la partnership con H2GS, la prima vera acciaieria completamente green. La sfida oggi è enorme, dal punto di vista degli investimenti e delle tecnologie. Ora siamo entrati nella fase del “fare”, bisogna essere pragmatici, non avere un approccio ideologico ma usare tutte le tecnologie a nostra disposizione.
Infine, il tema dell’intelligenza artificiale e del digitale.
Ma tutti questi challange non possono avere un efficace sviluppo se non ci sarà un costante investimento sul capitale umano. Le imprese oggi devono non solo “aprire le menti” dei propri collaboratori, ma attrarre nuovi talenti attraverso un sistema di valori che poggi su principi condivisi e concreti di sviluppo sostenibile e inclusivo.
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