Decreto flussi, le imprese chiedono 120mila posti in più: ecco dove c’è maggiore richiesta
Il click day del 27 marzo per l’ingresso di lavoratori extra Ue in Italia ha superato le 240 mila domande
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
4' di lettura
Le 82mila entrate di lavoratori extracomunitari previste dal decreto flussi basteranno a coprire meno della metà dei posti effettivamente disponibili nei prossimi mesi nelle aziende italiane: secondo le associazioni delle imprese agricole, di quelle delle costruzioni e di quelle dei pubblici esercizi e delle aziende ricettive nelle quali è ampia la presenza di lavoratori immigrati potrebbero raggiungere le 200mila unità. mancano all’appello 120mila addetti. Il decreto flussi peraltro in genere regolarizza le situazioni degli extracomunitari già presenti nel Paese in modo illegale e quindi non porta all’effettivo accesso di personale ulteriore lasciando ampio il divario tra la domanda di lavoro e l’offerta. Il click day quindi rischia di essere, secondo le imprese italiane, largamente insufficiente.
Click day, 240mila domande
Come pronosticato alla vigilia, il click day per l’ingresso di lavoratori stranieri in Italia è andato in overbooking ad appena un’ora dalla sua apertura. Alle 10, infatti, le domande giunte al Viminale erano già 238 mila, quasi il triplo del numero di quote previste dal decreto flussi dello scorso anno, cioè 82.705, mentre alle 19 il dato superava le 240 mila.
Al via la fase istruttoria
Tutte le richieste giunte sul portale del ministero dell’Interno sono state comunque caricate sulla piattaforma telematica. Da ora partirà dunque la fase istruttoria con l’esame delle istanze da parte dello Sportello Unico per l’Immigrazione. Al termine delle verifiche, si procederà con la revoca o con il nullaosta che consentirà ai lavoratori di ottenere il visto di ingresso.
Calderone apre a nuovi ingressi
Il ministro Calderone ha aperto anche alla possibilità di «altre forme di ingresso al lavoro». «Il decreto approvato recentemente - sottolinea - prevede una programmazione triennale, e anche un percorso legato alla formazione nei Paesi d’origine. Quindi un ingresso di lavoratori che hanno già una prima formazione che poi andrà consolidata nei contesti aziendali».
Piantedosi: nessun pregiudizio per altri eventuali clickday
Sono concetti ribaditi anche dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a un evento di Confcommercio. «Quella di ieri non è stata una procedura di regolarizzazione, si tratta di una procedura regolare che questo governo ha rilanciato con un decreto flussi fatto in tempi che in altre epoche non si sono registrate», «è stata individuata una prima quota di 83 mila», «il click day ha fatto registrare questo afflusso maggiore, adesso dobbiamo vedere perché non tutte le istruttorie presentate possono essere poi foriere di un reale e concreto» ingresso. «Poi se il governo dovesse riscontrare la necessità di ampliare questa domanda rispetto alla concreta possibilità del mercato del lavoro di assorbirli, non ci sono pregiudizi»
Di fatto: ecco in sintesi un quadro della situazione nei settori che più utilizzano personale immigrato
Coldiretti: mancano 100 lavoratori nei campi
A chiedere un ulteriore provvedimento per consentire nuove quote di ingresso è la Coldiretti che stima in 100 mila lavoratori la manodopera mancante nelle campagne in vista della primavera. Anche Confagricoltura sottolinea che per i raccolti e i lavori agricoli mancano circa 100mila lavoratori e che nonostante l’aumento dei flussi la quota di 44.000 stagionali, metà dei quali riservati alle associazioni datoriali agricole, non è sufficiente e rischia di compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi. Occorre almeno il triplo, dice l’associazione, di manodopera disponibile ed adeguatamente qualificata.
Non si immagina di poter coprire tutti i 100mila posti che mancano con il decreto flussi ma nel settore un terzo della manodopera è straniera e la percentuale è in crescita a fronte della caduta dell’interesse dei residenti verso questi lavori. Solo in Veneto, secondo la Cia, servono altri 10mila lavoratori. Per la Coldiretti, a soffrire maggiormente sono le regioni dove è richiesto un grande impegno di manodopera come il Trentino, soprattutto per la raccolta delle mele, o il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragole, ma anche il Friuli Venezia Giulia, il Lazio o la Campania
Alberghi e servizi turistico-recettivi
Negli alberghi lavorano circa 180mila persone nel momento di minimo afflusso (febbraio) e circa 380mila in quello massimo tra luglio e agosto. Secondo Federalberghi da qui all’estate serviranno circa 200mila persone. È probabile che ci possano essere difficoltà di reperimento per 40mila persone. I lavoratori stranieri sono in media uno sui quattro con percentuali che al Nord arrivano al 40%.
Pubblici esercizi
Fino ad agosto potrebbero servire nel complesso 235mila persone con una difficoltà di reperimento per circa 70mila. Un ampliamento degli ingressi potrebbe favorire l’occupazione in questo settore di circa 50-60mila stranieri.
Costruzioni
Secondo il più recente bollettino mensile Excelsior, per il comparto delle costruzioni le entrate programmate per il trimestre marzo-maggio 2023 sono pari a 136mila su un totale industria di 385mila. Il comparto delle costruzioni è, con il 58,5%, tra i settori con maggior difficoltà di reperimento di manodopera. È in aumento - ha spiegato l’Ance in una audizione - la richiesta di lavoratori immigrati nelle imprese nel complesso che secondo lo studio Excelsior riferito a marzo interessa il 18,8% delle assunzioni tra cui quelle del comparto delle costruzioni per un totale di circa 79mila persone (+30,3% su marzo 2022)..
Lavoratori domestici
Per il settore domestico non c’è stato click day oggi ma le associazioni che rappresentano i datori di lavoro sottolineando che mancano all’appello circa 23mila lavoratori l’anno. Le quote di ingresso previste dal decreto flussi, infatti, riguardano in particolare i lavoratori agricoli, ma anche quelli dell’autotrasporto, dell’edilizia, del settore turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni e della cantieristica navale
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