Decreto lavoro, il taglio del cuneo esteso a dicembre Meloni: «È una priorità»
Con il provvedimento viene ridotto il costo del lavoro e superato il reddito di cittadinanza La detassazione dei fringe benefit arriva a quota 3mila euro. Riviste le regole per i contratti a termine
di Barbara Fiammeri, Giorgio Pogliotti
9' di lettura
Un ulteriore taglio del cuneo fiscale per i redditi non superiori a 35mila euro esteso a tutto il 2023, l’innalzamento della soglia dei fringe benefit esentasse fino a 3mila euro per i lavoratori con figli, nuove regole sui contratti a termine e cancellazione del reddito di cittadinanza: sono questi i capisaldi del pacchetto lavoro che ieri sera Giorgia Meloni ha illustrato ai sindacati e che oggi sarà al centro del Consiglio dei ministri.
Una scelta, quella di riunire l'esecutivo nel giorno della Festa dei lavoratori, che la premier ha rivendicato: «Non è una mancanza di rispetto un Cdm il 1° maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale, una priorità e mi sarei aspettata un “bravi”. Era un modo per dire “ci siamo e ci siamo tutti”, una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d’accordo», ha detto Meloni rivolgendosi ai vertici di Cgil, Cisl e Uil, in particolare a Maurizio Landini che sabato aveva bollato come un «atto di arroganza e offensivo» la decisione della presidente del Consiglio. Meloni in realtà una risposta l’aveva già data e resa pubblica ancora prima dell’avvio della riunione nella Sala Verde di Palazzo Chigi definendo «incomprensibili» le parole del leader della Cgil contro la scelta di convocare il Cdm il 1° maggio: «Se pensa davvero che sia diseducativo, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo un altro giorno».
Il faccia a faccia con Landini, il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri e quello della Cisl Luigi Sbarra - presente anche il segretario dell’Ugl Francesco Paolo Capone - non ha fatto cambiare a nessuno le posizioni di partenza. Cgil e Uil rimangono molto critiche sulla convocazione alla vigilia del Cdm e hanno attaccato sulle nuove regole dei contratti a termine. La premier ha assicurato che non si tratta di «un appuntamento una tantum» ma la conferma che per il Governo «il confronto con le parti sociali è molto importante» e quindi questo incontro «non è esaustivo». Un modo per mostrasi disponibili ad accogliere anche eventuali proposte di modifica, ma anche per allargare il dialogo alle altre priorità: politica salariale e inflazione, ma anche Pnrr e riforme. Ed è un passaggio che il leader della Cisl Luigi Sbarra ha apprezzato: «Se fate cose utili per i lavoratori fatele pure a Pasqua e Natale, l’importante è il merito».
Il piatto forte resta però il taglio del cuneo fiscale. I sindacati hanno chiesto in prima battuta l’estensione a tutto il 2023 e garanzie sul prossimo anno. «Serve un taglio strutturale», ha detto Landini. Sul primo punto il Governo si è espresso favorevolmente: il nuovo taglio si applicherà dal 1 luglio al 31 dicembre e costerà circa 4,5 miliardi. Di fatto salirà - come anticipato sabato dal Sole 24 Ore - di altri quattro punti, che sommati all’attuale “sconto” di tre punti porterà a sette i punti percentuali per le retribuzioni lorde fino a 25mila euro, e a sei i punti di “sconto” per le retribuzioni da 25mila fino a 35mila euro che già beneficiano di un taglio di due punti. Per estenderlo a tutto il 2024 ci vorrebbero però almeno altri 9 miliardi. Il Governo - all’incontro assieme a Meloni c’erano il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quello del Lavoro, Marina Elvira Calderone, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano, (presentianche viceministro del Lavoro, Maria Teresa Bellucci e il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon)- per ora non scopre le carte e rinvia alla prossima legge di Bilancio. Anche perché l’intervento pesa complessivamente quasi 13 miliardi: 4,5 per gli ultimi 6 mesi di quest’anno e circa 9 se verrà confermato anche nel 2024 con la manovra. Confermata poi la definitiva scomparsa del Reddito di cittadinanza dal prossimo anno e l’arrivo dal prossimo anno dell’Assegno di inclusione per una spesa complessiva calcolata in 5,4 miliardi di euro nel 2024. Mentre il cosiddetto Strumento di attivazione al lavoro, che partirà dal prossimo primo settembre, costerà 276 milioni nel quest’anno e 2,1 miliardi il prossimo.
Cuneo fiscale
Aumenta il taglio contributivo: quattro punti aggiuntivi
Si appesantisce il taglio del cuneo fiscale-contributivo con un intervento aggiuntivo di 4 punti, un’una tantum destinata ai lavoratori con retribuzioni lorde fino a 35mila euro all’anno. La bozza del Dl fa riferimento a 5 mesi, da luglio a novembre, ma la premier vuole portarla a 6 mesi fino a dicembre. Il beneficio va ad aggiungersi all’attuale taglio di 3 punti del cuneo per le retribuzioni fino a 25mila euro portando lo “sconto” in totale a 7 punti. Per la fascia di retribuzioni tra 25mila e 35mila euro, che già beneficiano di uno “sconto” di 2 punti, la sforbiciata totale sale a 6 punti. È questa la novità principale del Dl lavoro, considerando che l’ipotesi originaria del Governo era quella di aumentare, in modo uniforme a 4 punti, il taglio del cuneo fiscale contributivo per le retribuzioni fino a 35 mila euro, con un’integrazione di 1 punto per le retribuzioni entro 25mila euro, e di 2 punti per quelle da 25 mila fino a 35mila euro, fino a dicembre. Per un lavoratore con 25mila euro di retribuzione il taglio complessivo vale 96 euro al mese: su 5 mesi sono 480 euro. Con 35mila euro di retribuzione il vantaggio mensile è di 99 euro: su 5 mesi 493 euro.
Assegno di inclusione
Fino a 500 euro al mese (e contributo affitto) per 18 mesi
Stop al Reddito di cittadinanza. Da gennaio arriva l’Assegno di inclusione, di cui potranno beneficiare i nuclei con disabili, minori, over 60. L’importo è fino a 6mila euro all’anno, 500 al mese, più un contributo affitto (per le locazioni regolari) di 3.360 euro l’anno, 280 al mese. Se il nucleo è costituito da tutte persone almeno 67enni o disabili gravi l’importo mensile è di 630 euro più 150 euro di contributo d’affitto. La misura è erogata per 18 mesi. Poi dopo un mese di stop è rinnovata per periodi ulteriori di 12 mesi. I richiedenti devono essere residenti in Italia da almeno cinque anni, avere un Isee di 9.360 euro, e un reddito familiare inferiore a 6mila euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza; un valore del patrimonio immobiliare, come definito ai fini Isee, diverso dalla casa di abitazione - di valore ai fini Imu non superiore a 150mila euro - non superiore a 30mila euro. Non si devono possedere navi, imbarcazioni, autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc. L’Assegno di inclusione si richiede online all’Inps. Per dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, scatta la reclusione da due a sei anni.
Contratti a termine
Allentata la stretta del Dl dignità: più spazio alla contrattazione
Sui contratti a termine, viene allentata la stretta operata dal cosiddetto decreto Dignità (Dl 87/2018, che aveva modificato il Codice dei contratti, Dlgs 81/2015), introducendo nuove causali, alle quali occorre far riferimento in caso di rinnovo dopo la scadenza o di proroga dopo i primi 12 mesi di durata. Le ragioni che giustificano il proseguimento dopo i primi 12 mesi del contratto a termine “a-causale” sono tre: la prima è rappresentata dai casi previsti dai contratti collettivi (nazionali, aziendali o territoriali). In assenza della previsione della contrattazione collettiva, si apre alla stipula di patti individuali tra datori e lavoratori, che sono la seconda “causale”. Cioé, il contratto a tempo determinato può proseguire oltre i 12 mesi per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti, entro la scadenza temporale del 31 dicembre 2024. La terza “causale” fa riferimento alla sostituzione di altri lavoratori.
Assegno unico
La maggiorazione vale anche per i figli con un solo genitore
Si riconosce la maggiorazione dell’assegno unico universale, prevista solo per i nuclei in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, anche per i minori appartenenti a nuclei ove, al momento della presentazione della domanda, è presente un solo genitore lavoratore poiché l’altro risulta deceduto. Attualmente la maggiorazione è riconosciuta per ciascun figlio minorenne presente in nuclei in cui, come detto, entrambi i genitori sono percettori di reddito da lavoro. In seguito alla modifica, la maggiorazione sarà riconosciuta per ciascun figlio minore, anche per le situazioni in cui l’unico genitore presente sia titolare di reddito da lavoro e l’altro risulti deceduto. Secondo la bozza di relazione tecnica al decreto, i minori che hanno ricevuto l’assegno unico nel periodo di osservazione per i quali risulta la presenza di un solo genitore, poiché l’altro risulta deceduto, sono circa 80mila al mese.
Strumento di attivazione
Un sostegno da 350 euro al mese per progetti di formazione
Dal 1° settembre debutta lo Strumento di attivazione, come misura di attivazione al lavoro, mediante la partecipazione a progetti formativi e di accompagnamento al lavoro, o comunque di politica attiva. La misura è utilizzabile dai componenti dei nuclei familiari, di età compresa tra 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, con un valore Isee non superiore a 6mila euro, che non hanno i requisiti per accedere all’assegno di inclusione.
La richiesta avviene online. Il richiedente è convocato presso il servizio per il lavoro competente, per stipulare il patto di servizio personalizzato, dopo la sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Dopo di che, sempre attraverso la piattaforma digitale, l’interessato può ricevere offerte di lavoro o essere inserito in specifici progetti di formazione. In caso si partecipazione a programmi formativi e a progetti utili per la collettività, per tutta la loro durata e comunque al massimo per 12 mesi, si riceve un beneficio economico pari a un importo mensile di 350 euro. La somma sarà erogata dall’Inps tramite bonifico mensile.
Contratto di espansione
Proroga a fine anno per lo scivolo pensionistico cinque anni prima
Il contratto di espansione è prorogato fino al 31 dicembre 2023, con la possibilità di uscita fino a cinque anni dalla maturazione dei requisiti pensionistici nei processi di reindustrializzazione e riorganizzazione delle imprese. Secondo l’ultima bozza del Dl, per consentire la piena attuazione dei piani di rilancio dei gruppi di imprese con più di mille dipendenti, per i contratti di espansione di gruppo stipulati entro il 31 dicembre 2022 e non ancora conclusi, è possibile, con accordo integrativo in sede ministeriale, rimodulare le cessazioni dei rapporti di lavoro con accesso allo scivolo pensionistico entro un arco temporale di 12 mesi successivi al termine originario del contratto di espansione. Il datore di lavoro riconoscerà per tutto il periodo e fino al raggiungimento della prima decorrenza utile della pensione un’indennità mensile, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, come determinato dall’Inps.
Sicurezza sul lavoro
Condivisione dei dati per rafforzare l’attività ispettiva
Per orientare l’azione ispettiva nei confronti delle imprese che evidenziano fattori di rischio in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, di lavoro irregolare, di evasione od omissione contributiva, nonché per poter disporre con immediatezza di tutti gli elementi utili alla predisposizione e definizione delle pratiche ispettive, gli enti pubblici e privati condividono gratuitamente, anche attraverso cooperazione applicativa, le informazioni di cui dispongono con l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl).
Arriva poi un Fondo per l’indennizzo dell’infortunio mortale durante lo svolgimento delle attività formative. Per quest’anno la dote è di 10 milioni, così da poter rispondere alle richieste per eventi occorsi dal 1° gennaio 2018. Dal 2024 ci sono due milioni. A essere assicurati saranno gli studenti di ogni ordine e grado, anche privati, compresi quelli impegnati in percorsi di istruzione e formazione professionale, e le università.
Fringe benefit
Sale a 3mila euro l’importo esentasse con i figli a carico
Sale a 3mila euro la soglia di fringe benefit esentasse per i lavoratori dipendenti con figli a carico. L’intervento contenuto nel Dl lavoro era stato annunciato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Sono esentasse fino a 3mila euro anche le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.
Attualmente il tetto è fissato a 258,23 euro perché la legge di Bilancio 2023 non ha confermato le misure precedenti. Nel 2022 il limite di non imponibilità fiscale era stato portato a 600 euro dal Decreto aiuti bis del 10 agosto, poi nel Dl aiuti quater dal 18 novembre è stato innalzato a 3mila euro.
Sempre in tema di welfare, arriva poi un fondo da 60 milioni per sostenere le famiglie e spingere la conciliazione vita-lavoro. Il fondo servirà a potenziare i centri estivi, i servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori.
Incentivi
Nuovi bonus per chi assume percettori dell’Assegno e Neet
Ai datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato (incluso l’apprendistato) i beneficiari del nuovo Assegno di inclusione è riconosciuto un esonero contributivo del 100%, fino cioè a 8mila euro l’anno, per 12 mesi. L’esonero sale a 24 mesi in caso di trasformazione di un contratto a termine. In caso invece di assunzione con contratto a tempo determinato o stagionale è riconosciuto uno sgravio del 50%, fino a un massimo di 4mila euro all’anno, per 12 mesi e comunque non oltre la durata del rapporto di lavoro.
Un altro incentivo è previsto anche per le nuove assunzioni, dal 1° giugno a fine anno, di giovani con meno di 30 anni «Neet», ovvero che non lavorano e non sono inseriti in corsi di studi o di formazione, registrati al programma «Iniziativa Occupazione Giovani», pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile a fini previdenziali per 12 mesi. Questo incentivo è cumulabile con altri incentivi. In caso di cumulo, l’incentivo Neet è riconosciuto nella misura del 20% della retribuzione mensile lorda imponibile a fini previdenziali per ogni lavoratore «Neet» assunto.
Fondo nuove competenze
Previsto un rifinanziamento con la programmazione 2021-27
Il Fondo nuove competenze è incrementato, nel periodo di programmazione 2021-2027 della politica di coesione europea, delle risorse rinvenienti dal Piano nazionale Giovani, donne, lavoro. Possono concorrere a finanziare il Fondo nuove competenze anche le risorse del programma operativo complementare Poc Spao.
Il rabbocco di risorse (ancora non quantificato nella bozza di testo) previsto dal pacchetto lavoro oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri servirà a finanziare le intese sottoscritte a decorrere dal 2023 in base all’articolo 88, comma 1 del decreto legge 34/2020. Le intese sono volte a favorire l’aggiornamento della professionalità dei lavoratori a seguito della transizione digitale ed ecologica. Con le risorse del Fondo nuove competenze sono finanziati parte della retribuzione oraria, oltre ai contributi previdenziali e assistenziali dell’orario di lavoro destinato ai percorsi formativi.
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