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Decreto lavoro, via libera dal Cdm. Landini: ci mobiliteremo finché non otteremo risposte

Nel provvedimento l’esordio dell’Assegno di inclusione e l’addio al Reddito di cittadinanza dal 2024, il taglio del cuneo fiscale sale di altri quattro punti per il periodo da luglio a novembre

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4' di lettura

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto lavoro. «Nel giorno della festa del lavoro, il governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione e lo facciamo con una serie di provvedimenti articolati, il più importante tra tutti è il taglio delle tasse sul lavoro» ha detto la premier Giorgia Meloni in un video (non c’è stata conferenza stampa al termine della riunione).

Il testo prevede l’esordio dell’Assegno di inclusione con l’addio al Reddito di cittadinanza dal 2024, il taglio del cuneo fiscale che sale di altri quattro punti per il periodo da luglio a novembre di quest’anno (raggiungendo i 6 punti per i redditi fino a 35mila euro e i 7 punti fino a 25 mila). Il decreto interviene anche sui fringe benefit (bonus aziendali non tassati, beni e servizi compresi i rimborsi per le bollette) ma solo per i lavoratori con figli: il tetto sale a 3mila euro. Critico il giudizio dei sindacati ai quali il testo è stato illustrato alla vigilia del via libera in un incontro a Palazzo Chigi.

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Meloni: festeggiato 1° maggio con i fatti e non con le parole

«Io sono molto fiera che il governo abbia scelto di festeggiare il primo maggio con i fatti e non con le parole e credo fosse dovuto un ulteriore sostegno ad un’economica che pur difficoltà ci sta dando grandi soddisfazioni con una crescita superiore alle altre nazioni europee» ha detto la premier replicando alle critiche arrivate dal sindacato per la data scelta per varare il provvedimento.

«Abbiamo liberato un tesoretto da 4 miliardi grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti ed oggi lo destiniamo al più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni. Tagliamo il cuneo di 4 punti e questo si somma a quello che avevamo già fatto in legge di bilancio abbiamo un taglio di 6 punti percentuale per chi ha redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti per i redditi fino a 25000 euro. È una scelta di cui io vado profondamente fiera» ha affermato Meloni.

Calderone: sui contratti a termine facilitiamo l’applicazione

Sui «contratti a termine, quello che ho letto non è quello che troverete nella norma perché l’obiettivo non era certo quello di rendere più precario l’utilizzo di questi strumenti ma di rendere più agevole l’interpretazione di una norma che in questo momento ha delle difficoltà applicative» ha detto la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone al termine del Cdm. «Credo - ha aggiunto - che sia intervento di ampio respiro, si tratta di un percorso che deve consentirci di accompagnare chi ha voglia di lavorare». E aproposti delle critiche avanzate per il fatto che la riduzione del cuneo fiscale è finanziata solo fino a dicembre Calderone ribatte: «Mi sembra di poter dire che questo governo sta cercando di dare continuità e che ogni risparmio lo sta mettendo sul lavoro e sulle condioni economici dei lavoratori».

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Giorgetti: aiuto contro carovita e risposta a chiacchiere

Per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti il decreto «è un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere».

Mef: taglio cuneo da luglio a dicembre, 100 euro in più

Il Ministero dell’Economia ha fatto sapere che «circa 4 miliardi di euro vengono destinati, nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2023 (senza ulteriori effetti sulla tredicesima), all’incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti rispetto a quanto già previsto in legge di bilancio». Lo sgravio contributivo, «tutto a beneficio dei lavoratori» viene quindi elevato «dal 3% al 7% per i redditi fino a 25mila euro, mentre viene innalzato dal 2% al 6% per i redditi fino a 35 mila. L’aumento in busta paga viene stimato, tra luglio e dicembre, fino a 100 euro mensili medi».

Mef: 142 milioni a fringe benefit, fondi per taglio tasse

Il decreto prevede 142 milioni nel 2023 per innalzare fino a 3 mila euro la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali per tutti i lavoratori dipendenti con figli minori. Il ministero dell’Economia sottolinea che «si tratta di una misura che punta a sostenere le famiglie limitando l’impatto dell’inflazione sui redditi».

Landini: ci mobiliteremo finché non otteremo risposte

Critici i sindacati, in particolare Cgil e Uil. «I provvedimenti decisi dal governo non vanno nella direzione da noi richiesta. Noi continueremo la mobilitazione unitaria e, se non avremo risposte, siamo pronti tutti insieme a continuare la mobilitazione fino a quando non avremo ottenuto i risultati di cui abbiamo bisogno» ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concludendo dal palco la manifestazione del primo maggio a Potenza.

«Su 365 giorni dell’anno, il governo doveva convocare il Consiglio dei ministri proprio oggi? Oggi è la festa del lavoro, non è la festa del governo. Rivendico il valore di questa giornata. Il governo deve pensare al lavoro tutti i giorni dell’anno, non solo il primo maggio» ha detto il leader della Cgil Landini tornando sulla polemica che ha segnato il confronto con il Govrno. A Palazzo Chigi la premier Meloni aveva detto: «Non è una mancanza di rispetto un Cdm il primo maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale e mi sarei aspettata un “bravi”.

Bombardieri: il governo si occupa oggi di lavoro, dopo 6 mesi

Critico con il governo anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri che dal palco del primo maggio dice: «Oggi il governo ha deciso finalmente di occuparsi di lavoro. Peccato siano passati sei mesi dal suo insediamento. Hanno fatto una grande propaganda sul fatto che oggi giornata di festa, loro lavorano».

«L’incontro di domenica sera a Palazzo Chigi ha un senso se apre un nuovo cammino stabile verso riforme partecipate. Un solo albero non fa una foresta» ha aggiunto. «Vogliamo credere che l’esecutivo voglia farlo. Ma nel frattempo non staremo fermi. Ecco il perché della nostra mobilitazione unitaria», dice a proposito delle prossime manifestazioni a Bologna, Milano e Napoli: «Non indietreggeremo di un metro. Valuteremo le risposte senza preclusioni, ma anche senza fare sconti. Perché la partita decisiva, per l’Italia e il mondo del lavoro, è adesso che si gioca».

Sbarra: ripartire dal lavoro e riprendere il dialogo

Spinge per un confronto più intenso con l’Esecutivo il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra: «Bisogna ripartire dalla centralità del lavoro. Il filo del dialogo con il governo nelle ultime settimane è caduto, con troppi provvedimenti approvati senza coinvolgere le parti sociali. Quel filo deve essere ripreso e rafforzato. Reso stabile e affidabile» ha detto dalla manifestazione del Primo Maggio.

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