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Decreto migranti, perché la Lega spinge per l’abolizione di fatto della protezione speciale e cosa significa

Per il Carroccio quella che doveva essere una procedura residuale è diventata la più utilizzata. Di qui le accuse di «sanatoria», di «un pull factor di immigrazione, responsabile del sovraffollamento in tribunali e questure senza produrre integrazione»

di Andrea Gagliardi

Decreto migranti, il governo rafforza la stretta

4' di lettura

«La protezione speciale crea condizioni attrattive per l’immigrazione e la azzereremo. L’Italia garantisce già l’asilo ma la protezione speciale la cancelleremo con la conversione del Decreto immigrazione».Parola del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni (Lega), in riferimento al decreto Cutro all’esame della commissione affari costituzionali del Senato dove il governo ha già presentato sue maxi-emendamenti che tra l’altro escludono la possibilità di ospitare i richiedenti asilo nella rete del Sistema di accoglienza ed integrazione gestita con i Comuni e Paletti e introducono paletti per la protezione internazionale.

Le linee di Lega e Fdi

In realtà alla fine in commissione al Senato è stato depositato un sub-emendamento di maggioranza che è un compromesso tra le istanze bellicose della Lega e quelle più “moderate” di Fdi e Forza Italia. Mentre la Lega ha parlato di «ritorno ai decreti Salvini», gli esponenti di Fdi hanno abbassato i toni assicurando che «non c’è nessun ritorno ai decreti Salvini». Anche i meloniani però definiscono la protezione speciale “un’anomalia italiana”, abbandonando la cautela mostrata finora («La maggioranza di centrodestra è coesa nel raggiungere l’obiettivo di cancellare la cosiddetta protezione speciale, uniformando la disciplina al resto d’Europa») insieme ai forzisti, in linea con gli inviti alla prudenza espressi dal Quirinale dopo la tragedia dei migranti morti nelle acque di Cutro.

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«Io ho come obiettivo l’eliminazione della protezione speciale, perchè si tratta di un’ulteriore protezione rispetto a quello che accade al resto di Europa» ha dichiarato.la premier Giorgia Meloni in un punto stampa a margine della missione in Etiopia parlando delle modifiche al dl migranti (in realtà sono numerosi i Paesi europei che hanno una forma complementare di prtotezione: nel 2017 erano 18, ndr) . E ha aggiunto: «C’è una proposta di maggioranza nel suo complesso, non è un tema su cui ci sono divergenze. È complessa ed è normale che ci siano diversi emendamenti».

Nell’emendamento di maggioranza presentato, però, spiegano da Fdi, sono introdotte forti restrizioni ai permessi di soggiorno per calamità e a quelli concessi per cure mediche (che ad esempio siano più convertibili in permessi di soggiorno di lavoro), ma resta la protezione speciale per le discriminazioni basate sull’identità di genere, così come a favore di chi sarebbe costretto a rientrare nel proprio paese contro la sua volontà. «Tutte cose che la Lega voleva eliminare».

Cosa è la protezione speciale?

Ma cosa è la protezione speciale? Il permesso di soggiorno per protezione speciale è rilasciato nei casi in cui la Commissione Territoriale non riconosca al cittadino straniero richiedente asilo né lo status di rifugiato né la protezione sussidiaria, ma ritiene ricorrano i presupposti di proteggere la persona dall’espulsione o dal respingimento verso uno Stato in cui possa essere oggetto di persecuzione (per motivi di razza, di sesso, di orientamento sessuale, di identità di genere di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali), o vi siano fondati motivi di ritenere che lo straniero, in caso di espulsione, rischi di essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani o degradanti.

Protezione speciale introdotta da Salvini

Colpisce l’ accanimento della Lega sulla protezione speciale, se si considera che è stata introdotta (al posto del più “permissivo” permesso per “protezione umanitaria”) in realtà dalla legge 132/2018, il decreto Sicurezza voluto dall’allora ministro dell’Interno Salvini (e concesso solo per cure mediche; per contingenze di eccezionale calamità; per atti di particolare valore civile)

Il fatto è che il decreto è stato successivamente modificato dal Dl 130/2020 (decreto Lamorgese del governo giallo-rosso), che ha ampliato le ipotesi di divieto di espulsione. Per esempio, in base alla giurisprudenza sopravvenuta, nei casi di integrazione. I requisiti sono diventati meno stringenti, E i numeri sono cresciuti. L’anno scorso hanno ottenuto la protezione speciale oltre 10mila migranti, contro i 6mila che hanno ottenuto lo stato di rifugiato e i 6.700 la protezione umanitariia. A Milano nel 2022 rispetto al 2021 le domande per la protezione speciale sono passate da circa 3mila a 7mila, con un incremento del 127%» ha detto il questore, Giuseppe Petronzi. Quella che doveva essere una procedura residuale, insomma, è diventata la più utilizzata. Di qui le accuse della Lega che ha parlato di «una sanatoria, un pull factor di immigrazione, responsabile del sovraffollamento in tribunali e questure senza produrre integrazione»

Da 2021 5,45% protezioni speciali trasformate in permessi lavoro

Non solo. Su 44.436 permessi di soggiorno per protezione speciale rilasciati dall'inizio del 2021 solo 2.424, pari al 5,45%, sono stati trasformati in permessi di lavoro. A offrire questa possibilità ai migranti era stata la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese che, con il decreto legge 130 del 21 ottobre 2020, nel modificare i decreti sicurezza targati Salvini, aveva ampliato i presupposti per il rilascio della protezione speciale, trasformandola di fatto in un permesso con validità di due anni, che consentiva di svolgere attività lavorativa e poteva quindi essere convertito in permesso di lavoro. Le percentuali di conversione sono rimaste molto basse nel corso degli ultimi due anni: nel 2021 su 13.039 permessi rilasciati 578 sono stati convertiti in permessi di lavoro, pari al 4,43%, mentre nell'anno successivo dei 22.528 ne sono stati convertiti 1.184 pari al 5,25%. Quest'anno su 8.869 permessi ne sono stati convertiti 662 pari al 7,46%.


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