Migranti, la Lega: si torna ai decreti Salvini, stretta sulla protezione speciale
È stato depositato in commisssione al Senato un emendamento di maggioranza al decreto Cutro «che recepisce quelli della Lega che danno una stretta alla protezione speciale introdotta dal ministro Lamorgese e dalla sinistra nel 2020». Così fonti della Lega
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
- Lega: si torna ai decreti Salvini, stretta alla protezione umanitaria
- Procedure accelerate per esame domande protezione internazionale
- Nuova stretta sui richiedenti asilo
- 853 milioni per l’accoglienza dei richiedenti asilo nel 2023
- Governo, l’hotspot di Lampedusa alla Croce Rossa
- Da 2021 solo 5,45% protezioni speciali trasformate in permessi lavoro
- Il trattenimento nei Cpr e la costruzione di nuovi centri
- La nomina del commissario straordinario
5' di lettura
«La protezione speciale è un unicum italiano che crea condizioni attrattive per l’immigrazione e la azzereremo. L’Italia garantisce già l’asilo - ha aggiunto - ma questa la cancelleremo con la conversione del Decreto Cutro». La giornata è cominciata con queste parole di Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, arrivando a Milano alla celebrazione del 171mo anniversario della Polizia di Stato
Lega: si torna ai decreti Salvini, stretta alla protezione speciale
Nel pomeriggio è stato depositato in commissione affari costituzionali del Senato un sub-emendamento di maggioranza «che recepisce quelli della Lega, dando una stretta alla protezione speciale introdotta dal ministro Lamorgese e dalla sinistra nel 2020». «Era diventata una sanatoria, un pull factor di immigrazione. La protezione speciale ha creato sovraffollamento in tribunali e questure e non ha prodotto integrazione. Si ritorna ai decreti Salvini». Così fonti della Lega. Il subemendamento introduce forti restrizioni ai permessi di soggiorno per calamità e a quelli concessi per cure mediche. In base al testo, si chiede di fatto che i permessi per protezione speciale concessi agli stranieri per via di calamità e per cure mediche non siano più convertibili in permessi di soggiorno di lavoro. E si circoscrivono le condizioni che impediscono l'espulsione degli stranieri che soffrono di gravi patologie, precisando che deve trattarsi di patologie «non adeguatamente curabili» nel Paese di origine.
Il permesso di soggiorno per protezione speciale è stato introdotto dalla legge 132/2018, voluta dall’allora ministro dell’Interno Salvini, (per cure mediche; per contingenze di eccezionale calamità; per atti di particolare valore civile) successivamente modificato dal Dl 130/2020 (decreto Lamorgese del governo giallo-rosso), che ha ampliato le ipotesi di divieto di espulsione, per esempio nei casi di integrazione.
Majorino: via protezione speciale aumenta solo irregolari, vergogna
Critiche le opposizioni: «Il governo vuole togliere la ’protezione speciale’ per i migranti. L’unico risultato di una scelta che ricalca quelle di Salvini sarà quello di generare nuovi senzatetto, irregolari, nuove vittime di sfruttamento. Per poi, ovviamente, cavalcare la paura. Una vera vergogna». Così Pierfrancesco Majorino della segreteria Pd su twitter.
Opposizioni rilanciano con 350 subemendamenti al dl
Sono circa 350 i sub-emendamenti al decreto migranti depositati alla commissione Affari costituzionali del Senato. Sono contro-proposte di modifica riguardanti i due maxi emendamenti presentati ieri dal governo e da lunedì sul tavolo della commissione, convocata alle 12 per riprendere l’esame del provvedimento che è atteso in Aula martedì. Nel dettaglio, il grosso dei sub-emendamenti sono del Pd, una sessantina sono del M5s, 7 del Terzo polo e gli altri di Avs.
Procedure accelerate per esame domande protezione internazionale
Giovedì 13 in commissione Affari costituzionali del Senato, sono stati presentati altri due maxi emendamenti del governo al decreto Migranti, che hanno superato il vaglio tecnico dal ministero dell’Economia. La prima modifica depositata è un’aggiunta all’articolo 5 del decreto e introduce novità su potenziamento e gestione dei centri di prima accoglienza e riduzione e revoca delle condizioni di accoglienza. L’altro emendamento è sull’articolo 7 e riguarda le procedure accelerate per esaminare alla frontiera le domande di protezione internazionale e l’accompagnamento immediato alle frontiere.
Nuova stretta sui richiedenti asilo
Uno dei due emendamenti presentati dal governo al dl migranti riesuma una misura contenuta in uno dei decreti sicurezza firmati da Matteo Salvini ed esclude la possibilità di ospitare i richiedenti asilo nella rete del Sistema di accoglienza ed integrazione gestita con i Comuni: essi dovranno andare nei centri di accoglienza governativi fino alla decisione sulla domanda di protezione internazionale. Potrà accedere al Sai chi entra in Italia con corridoi umanitari e reinsediamenti nonchè i vulnerabili (anziani, malati, ecc). Fino all’ottenimento della protezione, dunque, i richiedenti asilo non godranno dei servizi di integrazione.
853 milioni per l’accoglienza dei richiedenti asilo nel 2023
L’esclusione dei richiedenti asilo dalla rete Sai (Sistema di accoglienza ed integrazione). Significa che essi (la stima è che siano 1.926 persone) dovranno essere inseriti nei centri di accoglienza governativi “per stranieri irregolari” e negli hotspot. Ciò comporterà un aumento delle spese di 16,7 milioni di euro per il 2023. Complessivamente il costo per l’accoglienza nell’anno in corso è così stimato in 853 milioni di euro: 807 milioni per i 54.446 richiedenti asilo, 16,7 milioni per i 1.926 non più inseriti nel Sai e 29 milioni per i circa 11mila ucraini ospitati nei primi tre mesi dell’anno.
Governo, l’hotspot di Lampedusa alla Croce Rossa
Un’altra delle novità introdotte è che fino al 31 dicembre 2025 il ministero dell’Interno potrà inoltre avvalersi della Croce rossa italiana per la gestione dell’hotspot di Lampedusa «al fine di assicurare adeguati livelli di accoglienza» in quel centro. In base all’emendamento, inoltre, alla struttura di Lampedusa saranno estese le deroghe previste dall’articolo 10 del decreto, ossia si potrà derogare al codice dei contratti pubblici bypassando di fatto i bandi di gara.
A Lampedusa una nave in più per spostare migranti
Previsto inoltre Un collegamento marittimo in più, rispetto al traghetto di linea, per garantire il trasferimento stimato di almeno 400 migranti al giorno da Lampedusa a un porto della Sicilia meridionale, per un totale di 2800 persone a settimana e che comporti un onere totale di 8.820.000 euro per il 2023. In sostanza, «per assicurare adeguati livelli di accoglienza» negli hotspot - si legge nell’emendamento - il ministero dell’Interno è autorizzato a stipulare contratti con aziende di trasporto marittimo, in deroga alle norme sui contratti pubblici.
Paletti per protezione internazionale
Nel secondo maxi-emendamento del governo al decreto migranti, depositato alla commissione Affari costituzionali del Senato si introducono poi paletti per gli stranieri che ri-presentino la domanda di protezione internazionale: questa è ammissibile solo nel caso in cui abbiano nuovi elementi o nuove prove sulle proprie condizioni personali o sulla situazione del Paese di origine, che «rendono significativamente più probabile» ottenere la protezione, quindi non tutti gli elementi ma quelli più fondati. Senza nuovi elementi, l’emendamento prevede che sia onere del richiedente specificare - e provarlo - di non aver potuto presentare nuove prove o dimostrare che un eventuale ritardo nella presentazione non sia colpa sua. Novità anche sull’iter della domanda di protezione internazionale presentata direttamente alla frontiera o nelle zone di transito da un richiedente asilo proveniente da un paese di origine certa: l’emendamento dell’esecutivo prevede che la commissione territoriale competente decida entro 7 giorni da quando ha ricevuto l’istanza.
Il trattenimento nei Cpr e la costruzione di nuovi centri
Ma si lavora anche a misure che rafforzano la possibilità di trattenimento degli stranieri nei centri di permanenza per i rimpatri (Cpr): sia per coloro che non si lascino identificare durante lo svolgimento della procedura in frontiera sia per i richiedenti asilo sottoposti alla procedura Dublino e in attesa di trasferimento, qualora sussista il «notevole rischio di fuga» e per un massimo di sei settimane, prorogabili per ulteriori sei settimane. Gli emendamenti governativi puntano inoltre a estendere le ampie facoltà di deroga già riconosciute dal Dl per la realizzazione di nuovi Cpr (quelli oggi attivi sono dieci per 1.300 posti, l'obiettivo è almeno il raddoppio) anche alle strutture di accoglienza e ai «punti di crisi»
La nomina del commissario straordinario
Intanto i tecnici del Viminale e della Protezione civile si sono già incontrati per redigere la prima ordinanza consentita dallo stato di emergenza: sarà quella per la nomina del commissario straordinario, con tutta probabilità il prefetto Valerio Valenti, capo dipartimento Libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno.
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