Decreto Ong, le norme della discordia che spaccano la maggioranza
Casus belli gli emendamenti della Lega, una quindicina depositati nelle commissioni Affari costituzionali e Trasporti, che modificavano in senso restrittivo la legge Bossi-Fini
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
4' di lettura
Scintille nella maggioranza sul tema dei migranti e del decreto Ong voluto dal ministro Matteo Piantedosi, atteso in Aula, a Montecitorio, il 2 febbraio. Casus belli gli emendamenti della Lega, una quindicina depositati nelle commissioni Affari costituzionali e Trasporti, che modificavano in senso restrittivo la legge Bossi-Fini e che sono stati stoppati perché ritenuti “inammissibili”. Decisione presa dai due presidenti delle Commissioni, l’azzurro Nazario Pagano e il meloniano Salvatore Deidda. La decisione è stata criticata dal capogruppo della Lega in commissione Affari costituzionali, Igor Iezzi.
«Abbiamo fatto un’istruttoria molto approfondita - sottolinea Pagano all’AdnKronos - che è solo tecnica, non politica. Il decreto legge in esame riguarda esclusivamente il tema del soccorso in mare ed è stato impostato così non da me ma dal Consiglio dei ministri» sottolinea l’esponente azzurro. Le opposizioni accusano Salvini di aver tentato di reintrodurre i suoi decreti sicurezza. Un blitz che «per il momento è fallito». Di migranti, in vista del prossimo Consiglio europeo di febbraio, s’è parlato tra l’altro a palazzo Chigi dove si è tenuta una riunione alla presenza della premier, Giorgia Meloni, del vice e ministro degli Esteri, Antonio Tajani e del titolare del Viminale, Matteo Piantedosi.
Gli emendamenti della Lega inammissibili
In effetti gli emendamenti della Lega spaziavano dal permesso di soggiorno ai rimpatri. Il rinnovo del permesso di soggiorno «è negato quando a carico dello straniero si accerti la violazione di disposizioni in materia fiscale o contributiva», chiede una delle 16 proposte di modifica presentate dal Carroccio. Tra gli emendamenti presentati dalla Lega un altro chiede di sopprimere la previsione normativa che prevedeva la possibilità per i trattenuti nei Centri di permanenza per il rimpatrio di presentare «istanze o reclami orali o scritti, anche in busta chiusa, al garante nazionale e ai garanti regionali o locali dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale». Altri contemplano una stretta sui ricongiungimenti familiari o aboliscono molte situazioni che permettono la protezione umanitaria. Solo quest’ultimo emendamento, se approvato, avrebbe rigettato nell’irregolarità 100mila profughi con la protezione speciale, secondo le 25 associazioni riunite nel “Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose”.
Bocciati ricordi Lega, decreto in Aula il 2 febbraio
A quanto si apprende sono sn mattinata sono stati bocciati i ricorsi della Lega sulla inammissibilità degli emendamenti presentati dal partito di Matteo Salvini al decreto Ong. Le votazione degli emendamenti al decreto sulle navi Ong da parte delle Commissioni Affari costituzionali e Trasporti della Camera iniziano oggi alle 14,30, mentre in mattinata vi sarà una breve seduta alle 11,30 per annunciare l’esito dei ricorsi sugli emendamenti dichiarati inammissibili. Dei 226 emendamenti iniziali, 39 sono stati dichiarati inammissibili dai presidenti delle Commissioni per estraneità di materia, tra cui 16 della Lega. Se tale giudizio verrà confermato ne rimarrebbero da votare meno di 190, ma molti di questi presentati dai diversi gruppi di opposizione sono uguali (specie quelli soppressivi dei diversi articoli del decreto). In concreto i voti da effettuare sarebbero meno di 100. Una ulteriore seduta è prevista il pomeriggio di venerdì, così come la prossima settimana in modo tale da rispettare il termine del 2 febbraio come giorno dell’approdo in Aula.
Geo Barents sfida decreto, rischio multa e fermo della nave
Da registrare intanto i primi soccorsi multipli per una nave umanitaria dopo l’entrata in vigore del decreto Piantedosi che impone invece di fare rotta “senza ritardo” verso il porto assegnato dopo l’intervento di salvataggio iniziale. Protagonista la Geo Barents di Medici senza frontiere che sottolinea di aver operato «in conformità con il diritto internazionale marittimo». Dal Viminale vogliono però vederci chiaro e accertamenti sull’eventuale mancato rispetto delle norme saranno svolti quando la nave approderà a La Spezia. In caso di infrazioni il comandante rischia una multa da 10mila a 50mila euro ed il fermo per due mesi della nave per disposizione del prefetto del capoluogo ligure.
Piantedosi: la presenza delle Ong fa ripartire i gommoni
E il ministro dell’Interno torna ad attaccare: «La presenza delle ong fa ripartire i gommoni», accusa. La Geo Barents ha soccorso lunedì pomeriggio i primi 69 migranti al largo di Tripoli su un gommone sovraffollato. Nel giro di poche ore il Viminale assegna la destinazione: La Spezia dove dovrebbe arrivare tra sabato notte e domenica mattina dopo 1.200 km di navigazione. «A 100 ore di navigazione da dove ci troviamo», lamenta Msf. Quello di La Spezia è in effetti il porto più lontano mai assegnato a una Ong. Nella precedente missione era stata indicata Ancona. È la strategia del Governo per allontanare il più possibile le navi dalla zona dei soccorsi.
Altri due soccorsi dopo il primo
Il decreto in vigore dallo scorso 3 febbraio prevede infatti che «il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità è raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso». La Geo Barents si è quindi diretta verso nord ma in mattinata «il nostro team - ricostruisce Msf - ha ricevuto un ’alert distress’ da Alarm phone». Il messaggio segnalava un’imbarcazione in difficoltà e la nave ha risposto alla chiamata dirigendosi verso la zona segnalata, abbandonando così la direzione nord. «Secondo il diritto internazionale, fornire assistenza alle persone in pericolo in mare è un obbligo legale», evidenzia la ong. Durante il percorso ha incrociato un altro gommone - sempre davanti alla Libia - ed ha soccorso altre 61 persone. Nel pomeriggio il terzo intervento, quello della segnalazione di Alarm Phone: un altro gommone sovraffollato con 107 a bordo. Ora sono in totale 237 i naufraghi sulla Geo Barents: tra di loro 27 donne e 87 minori, il più giovane ha meno di un anno.
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