Decreto Sostegni bis, proroga moratoria prestiti fino al 31 dicembre
Chi ha fatto richiesta di estensione non dovrà rimborsare la quota capitale fino a fine anno
di Laura Serafini
3' di lettura
Le moratorie garantite dallo Stato possono essere prorogate dal 30 giugno al 31 dicembre. Il via libera della Commissione europea è arrivato, come anticipato dal Sole 24 Ore. Secondo quanto diffuso da Bruxelles venerdì 18 giugno, coloro che hanno fatto richiesta per prolungare la sospensione entro il 15 giugno potranno avvalersi della moratoria per altri sei mesi. Non sarà un processo indolore, però, perchè le facilitazioni concesse dall’Eba fino a fine marzo - e che consentivano di evitare la riclassificazione a “forborne”, dunque a credito problematico - ora non sono più in vigore e gli istituti di credito devono procedere a una valutazione caso per caso per decidere se riclassificare un credito o meno.
Nella gran parte dei casi, il solo fatto di restare sotto moratoria può comportare questa revisione dello status del credito. Ma sempre ieri è arrivata la conferma da parte della Commissione Ue del confronto in atto con le istituzioni italiane sulla possibilità di allungare la scadenza dei prestiti garantiti oltre i 30mila euro da sei a 10 anni. Il Sole 24 Ore aveva riportato la notizia della richiesta avanzata da parte di Bruxelles di limitare l'allungamento della durata a otto anni.
Più tempo per i prestiti garantiti
«La Commissione Ue è in contatto con le autorità italiane sulla possibile estensione e modifica di certi schemi di garanzia precedentemente approvati: non possiamo commentare su questi contatti e neppure fornire indicazioni su tempi o risultati», hanno riferito fonti della Commissione. Si tratta di un negoziato molto delicato e ancora in corso. La questione verte sui contenuti del decreto Sostegni bis con il quale il governo ha previsto la proroga delle misure di liquidità a supporto delle imprese ma ha, al contempo, accolto le richieste arrivate mondo imprenditoriale di prolungare la durata dei prestiti garantiti oltre la soglia dei 30mila fino a 10 anni, durata peraltro prevista dalle misure del Temporary Framework.
Quello che è accaduto è che in una fase iniziale l’Esecutivo aveva ottenuto un'autorizzazione di massima per il prolungamento dei prestiti, ma a patto che fosse prevista anche una riduzione delle garanzie, attualmente pari al 90%, per dare un segnale di un phase out, cioè di un inizio di uscita dalle misure di sostegno. La prima versione del decreto prevedeva una riduzione delle garanzie che potevano scendere fino al 60 per cento per le durate fino a 10 anni.
Rischio contrazione dei finanziamenti
Di fronte a un simile taglio, che avrebbe potuto determinare anche una importante contrazione dell’importo del finanziamento concesso dalla banca, le associazioni di categoria hanno chiesto correttivi. Questi sono sfociati nella versione definitiva del decreto in un taglio dal 90 all’80 per cento delle garanzie solo per i nuovi prestiti richiesti dopo il 30 giugno, mantenendo integra la copertura per i finanziamenti preestistenti che richiedevano un prolungamento della durata.
Una volta notificata la versione finale del testo (già entrato in vigore), Bruxelles ha però avanzato obiezioni, richiedendo che la durata massima non superasse gli 8 anni e che la garanzia fosse ridotta all’80 per cento. Intanto, in occasione di un convegno organizzato il 28 giugno dallo studio Chiomenti, la responsabile Garanzia Italia di Sace Alessandra Ricci ha spiegato che la società ha garantito sinora «finanziamenti pari a 24,5 miliardi, per un totale di 2.300 operazioni. Di queste il 99% è stato concesso con una procedura semplificata che ha permesso di emettere le garanzie in 48 ore».
loading...