DeepMind lancia un sistema per individuare le immagini fatte con l’Ia
Il servizio di Google mette a punto il primo strumento di watermarking nel tentativo di combattere la disinformazione e tutelare il copyright
di Marco Trabucchi
2' di lettura
Google, con l'introduzione di un watermark sulle immagini generate da Intelligenza artificiale, è la prima tech company a lanciare uno strumento per distinguere i contenuti prodotti tramite intelligenza artificiale. L'annuncio di Deepmind, divisione di Alphabet specializzata in intelligenze artificiali, procede nella direzione dell'accordo volontario che le sette aziende leader nel campo dell'intelligenza artificiale hanno preso a luglio scorso con la presidenza degli Stati Uniti per preservare l'integrità delle informazioni scongiurando storture come i deepfake e tutelare il copyright e rispettare i confini della creatività umana.
Una volontà, che già a maggio scorso, durante la conferenza annuale I/O di Google, il ceo Sundar Pichai aveva dichiarato di portare avanti sostenendo che l’azienda era impegnata dall'inizio nel costruire i suoi modelli per includere watermark e rendere i contenuti Ai “riconoscibili”.
Lo strumento, chiamato SynthId, sarà inizialmente disponibile per gli utenti del generatore di immagini Ai Imagen di Google presente sulla piattaforma di machine learning Vertex. Gli utenti potranno generare immagini e scegliere se aggiungere o meno la filigrana. Questo particolare tipo di filigrana – ha spiegato lo sviluppatore - incorpora modifiche ai singoli pixel nelle immagini, risultando di fatto invisibile all’occhio umano. «Non cambia l’immagine, la qualità dell’immagine o l’esperienza che ne deriva, ma è resistente a varie trasformazioni: ritaglio, ridimensionamento e tutte le cose che potresti fare per cercare di aggirare filigrane normali, tradizionali e semplici», ha dichiarato Demis Hassabis, ceo di Google DeepMind descrivendo SynthId, che al momento del rilascio è fase Beta. Lo sviluppatore, infatti, ha dichiarato di lavorare costantemente al miglioramento del watermark, con lo scopo di rendere la filigrana sempre meno percepibile ma più facilmente rilevabile dagli strumenti di rilevazione.
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