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Def, Bankitalia: Pil ha perso mezzo punto nei primi tre mesi. Corte conti: ulteriori sforzi di bilancio

Per i giudici contabili la perdita di prodotto sarebbe pari, nel biennio 2022-23, a 40 miliardi di euro. Upb: su debito percorso apprezzabile

4' di lettura

C’è «eccezionale incertezza», a causa delle tensioni per la guerra in Ucraina, sul quadro macroeconomico delineato dal governo con il documento di economia e finanza che traccia il percorso per i prossimi anni. I prezzi dell’energia, l’acutizzarsi del conflitto, ma anche la nuova ondata della pandemia sono i principali fattori critici. È l’istantanea che emerge dalle audizioni di Corte dei Conti, Istat, Bankitalia e Ufficio parlamentare di Bilancio sul Def. Effetti che pesano naturalmente su famiglie e imprese.

Bankitalia: perso mezzo punto di Pil nel primo trimestre

«Valutiamo che la produzione industriale sia diminuita nel primo trimestre e che la spesa delle famiglie si sia indebolita. Nel complesso stimiamo che il Pil possa essersi ridotto di poco più di mezzo punto percentuale nei primi tre mesi» del 2022. È quanto riferito da Fabrizio Balassone, capo del servizio struttura economica della Banca d’Italia, in audizione sul Def alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Le ripercussioni dipenderanno dalla prosecuzione del conflitto» che finora si è manifestato con il rialzo dei prezzi materie prime. «Le conseguenze saranno più accentuate per le economie europee ma anche per quelle dei paesi emergenti che sono esposti a strozzature per l’offerta soprattutto di beni alimentari».

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«Occhio a conti, interventi selettivi»

In un contesto di «ampia incertezza» servono misure di sostegno ma anche il consolidamento della finanza pubblica. Così ancora Balassone nel sottolineare che su questo «gravano i rischi del conflitto e le tensioni dei prezzi sulle materie prime». I prossimi interventi «dovranno essere selettivi e rivolti verso le famigie piu’ bisognose e le imprese in maggior difficoltà. Serve un’adeguata copertura finanziaria».

Upb: su debito percorso apprezzabile

La manovra delineata dal governo «sconta una graduale riduzione del debito (150,8% nel 2022): è una forte diminuzione rispetto all’anno precedente e continua una gradale discesa (141,4% nel 2025) circa -9 punti di Pil. È un percorso apprezzabile». La presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, in audizione in parlamento sul Def però sottolinea un altro aspetto. «La Bce ha annunciato la conclusione del programma di acquisti straordinari pandemici. Ma solo nuove emissioni di titoli di Stato (450 miliardi nel 2022) se guardiamo alle emissioni nette, al netto dei programmi di acquisto della Bce, sono 21 miliardi di euro. Dovranno essere finanziati sul mercato dove le condizioni saranno “sensibili” a quello che succede».

Corte conti: perdita di prodotto a 40 miliardi

«In assenza di interventi discrezionali, si valuta che il Pil crescerebbe in media del 2,9% quest’anno e poi a tassi via via più contenuti. Nel 2025, ultimo anno dello scenario previsionale, convergerebbe verso l’1,5%, il valore della crescita potenziale». Le stime «evidenziano un impatto frenante della crisi geopolitica di 1,8 punti sul 2022 e di un ulteriore mezzo punto sul 2023». Sono i rilievi della Corte dei conti in audizione in Parlamento. «La perdita di prodotto, sarebbe pari nel biennio 2022-23 a 40 miliardi di euro con una leggera mitigazione grazie ad interventi di bilancio espansivi da attuare nelle prossime settimane».

«Accentuate tensioni su prezzi energia e commodities»

La Corte dei conti evidenzia «un quadro economico generale attraversato da nuove incertezze legate a ragioni geopolitiche che hanno accentuato le tensioni già esistenti sui prezzi dei beni energetici e di molte commodities e che incide sulle economie mondiali, e su quelle europee in particolare, ancora impegnate in un difficile recupero degli squilibri indotti dalla pandemia. Elementi di contesto che rendono necessari ulteriori sforzi di bilancio. Ma - sottolinea il presidente della Corte Guido Carlino - gli interventi devono essere compatibili con gli spazi definiti dalla Nadef».

«Impianto Def condivisibile ma esposto a rischi»

Lo scenario macroeconomico delineato dal Def appare ai giudici contabili «condivisibile e ben disegnato, ma esposto ad ulteriori e considerevoli rischi. Se si dovessero materializzare, richiederebbero un’appropriata ricalibratura delle scelte di bilancio. L’approfondita analisi congiunturale sottostante alla definizione delle principali grandezze economiche (Pil, inflazione, ecc.) ha suggerito di porre questa volta particolare cura nell’esplorare i possibili effetti di scenari alternativi a quello di base».

«Bene riforma fiscale, evasione è di massa»

Promossa la riforma dell’amministrazione fiscale delineata dal documento sottolineando come «l’evasione fiscale in Italia ha particolare rilievo nel settore dell’Iva e dell’imposizione sui redditi e assume, in molti casi, i caratteri dell’evasione di massa per la numerosità dei comportamenti irregolari e la loro reiterazione nel tempo, soprattutto da parte di soggetti che svolgono attività economiche indipendenti». E vengono ricordate tra le varie misure previste da tale riforma, la predisposizione della dichiarazione precompilata Iva; un più efficace e intenso ricorso alle “lettere di compliance” da tempo utilizzate dell’amministrazione per indurre il ravvedimento in presenza di irregolarità e omissioni rilevate ma non ancora accertate; l’introduzione di una sanzione a carico degli esercenti privati che rifiutino il pagamento elettronico; un migliore impiego delle banche dati allo scopo di rendere più efficaci l’analisi del rischio e le selezioni dei contribuenti da sottoporre a controllo.

«Reclutamento straordinario per Entrate»

A giudizio del presidente della Corte dei conti l’attuale previsione di 4.113 assunzioni entro il 2023 nell’agenzia delle Entrate «non è sufficiente neppure a bilanciare le 5.267 che lasceranno il servizio entro lo stesso anno. Un reale potenziamento dell’amministrazione dovrebbe comportare, una volta determinate le risorse umane necessarie in ragione dei livelli di produzione da raggiungere nei diversi settori operativi (gestione della fisiologia fiscale, controlli, ecc.), un piano di reclutamento straordinario per colmare i vuoti e, a regime, modalità automatiche e tempestive di reintegro del turn over senza necessità alcuna di ricorrenti e tardive normative straordinarie».

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