Def, ecco il tesoretto per il taglio delle tasse. Ma prima serve l’ok delle Camere
Terminato il giro di audizioni partirà l’esame in sede referente del Documento di economia e finanza, atteso poi al voto in Aula alla Camera e a Palazzo Madama giovedì 27 aprile
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Partono la prossima settimana in Senato le audizioni davanti alle commissioni Bilancio congiunte sul Def. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti è atteso giovedì 20 aprile.
Terminato il giro di audizioni partirà l’esame in sede referente del Documento di economia e finanza, atteso poi al voto in Aula alla Camera e a Palazzo Madama giovedì 27 aprile per autorizzare il governo ad usare il tesoretto da 3,4 miliardi emerso dalle stime del 2023 e da 4,5 miliardi nel 2024 per, rispettivamente, rafforzare il taglio del cuneo fiscale da maggio a dicembre e a ridurre la pressione fiscale.
Pil
Nel Def il governo rivede al rialzo la stima sulla crescita del 2023 dallo 0,6% dello scorso autunno all’1% (programmatico) e +0,9% (tendenziale). Nel 2024 la stima di crescita viene tagliata da +1,9% programmatico del Dpb dell’autunno a +1,5% (programmatico) e +1,4% a legislazione vigente. Nel 2025 si prevede una crescita dell’1,3% (programmatica e tendenziale) e nel 2026 dell’1,1% (programmatica e tendenziale).
Deficit
Il miglioramento della stima sul Pil 2023 impattando il denominatore abbassa il livello di deficit liberando dunque nuove risorse senza intaccare gli impegni sul disavanzo. Dunque a a fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del Pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di usare 0,15 punti percentuali di Pil (3,4 mld) per un ulteriore taglio dei contributi a carico dei lavoratori dipendenti fino a fine anno.
Una migliorata stima del disavanzo tendenziale del 2024 al 3,5% rispetto al 3,7% programmatico, mette inoltre sul piatto un altro tesoretto da 0,2% del Pil, pari a circa 4,5 miliardi da destinare al calo della pressione fiscale.
Cuneo
Il tesoretto da 3,5 miliardi permetterà di raddoppiare il taglio del cuneo fiscale a 13,8 milioni di lavoratori dipendenti, privati e pubblici con redditi entro i 25mila euro lordi, per otto mesi quest’anno, da maggio a dicembre. Il termini assoluti si tratterà di un importo massimo mensile fino a 80 euro in più in busta paga.
Delega fiscale e famiglie
Assegno unico più pesante per le famiglie numerose: nella delega fiscale verrà riservata attenzione alle famiglie. Il governo ha allo studio misure, nel quadro del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica e degli equilibri di bilancio, per aumentare gli importi base dell’assegno unico, aiutare le famiglie con figli neonati e le famiglie numerose, nonché per superare alcune criticità emerse dopo la prima annualità di applicazione.
Debito
Il debito pubblico segnerà 142,1% nel 2023, 141,4 nel 2024 fino a raggiungere il 140,9% nel 2025 e poi calare ulteriormente al 140,4% nel 2026. Tuttavia il ritmo della riduzione sarebbe stato superiore se il Superbonus non avesse avuto gli impatti sui saldi finora registrati.
Revisione bonus casa
Nel Def il governo preannuncia una revisione degli incentivi come Superbonus e bonus facciate, che hanno avuto un tiraggio nettamente superiore alle stime. Per questo il governo intende “rivedere l’intera materia degli incentivi edilizi” combinando l’efficientamento con la sostenibilità della finanza pubblica e l’equità distributiva.
Pnrr
L’impatto del Pnrr sul Pil si potrebbe tradurre in un 1% in più quest’anno, fino ad una potenziale spinta del 3,4% nel 2026, anno finale del Piano. Nell’ipotesi di realizzazione integrale di tutti i progetti del Piano così come attualmente previsti, quest’anno il Pil risulterebbe più alto dell’1% rispetto allo scenario che non considera tali spese, nel 2024 la spinta sarebbe dell’1,8%, nel 2025 del 2,7%, nel 2026 del 3,4%. La valutazione considera solo le risorse per progetti aggiuntivi, non quelli che si sarebbero realizzati anche senza il Pnrr.
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