Intervista a Stefano Della Valle (Central Group)

Department store, ecco il fil rouge che lega l’Italia e Rinascente a Selfridges

L’Europa, dove il gruppo thailandese è sbarcato dieci anni fa con l’acquisizione di Rinascente, è diventata un mercato chiave e un fulcro strategico. Obiettivo: fatturato oltre i 7 miliardi di euro nel 2024

di Giulia Crivelli

Uno spazio De Gusto-Choco&Spirits, iniziativa in corso fino al 9 marzo negli store Rinascente di Milano, Roma Tritone, Torino e Firenze

I punti chiave

  • Nel 2011 il gruppo Central della famiglia Chirathivat acquisisce Rinascente e inizia l’espansione in Europa
  • Dopo Illu, KaDeWe e Globus, a dicembre 2021 è stato finalizzato l’acquisto di Selfridges
  • L’obiettivo di Central Europa è superare i 7 miliardi di fatturato annuo (nel 2019 era 5 miliardi)

3' di lettura

Un progetto di lungo periodo, quello di Central Group, che non teme né esclude improvvise accelerazioni, perché si fonda sulla forte convinzione della centralità del retail fisico e su quella, altrettanto salda, del ruolo del digitale, che ha rivoluzionato ogni aspetto della vita delle persone e delle aziende. È all’interno di questo quadro di riferimento che si muove Stefano Della Valle, ceo per l’Europa di Central, società con sede in Thailandia, di proprietà della famiglia Chirathivat da quattro generazioni e che dal 2011, con l’acquisizione di Rinascente, ha iniziato l’espansione in Italia ed Europa.

Central è un gruppo leader nel retail e nel settore immobiliare nel sudest asiatico e ora in Europa. La pandemia non ha fermato gli investimenti, nonostante le difficoltà del retail fisico legate ai lockdown e al crollo del turismo. Non vede alcun rischio in questa strategia?

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I rischi non possono mai essere del tutto eliminati e la pandemia ci ha insegnato che ci sono avvenimenti imprevedibili ai quali, per definizione, non si può essere preparati. Central, in partnership con Signa, gruppo europeo privato, nato alla fine degli anni 90 e attivo nel retail e nell’immobiliare, a sua volta molto solido, ha reagito alla crisi legata al Covid investendo molto per due ragioni: la prima è la solidità del modello di business e la lunga esperienza. La seconda è che quando capitano le occasioni giuste per crescere e rafforzarsi, vanno colte.

Central ha sede in Asia, quanto è importante la partnership con Signa?

È strategica e dura da molti anni: le acquisizioni di Rinascente, undici anni fa, e quella di Illum, in Danimarca, nel 2013, furono fatte in autonomia, ma quella successiva, del gruppo tedesco KaDeWe, sancì l’inizio della collaborazione per investire e sviluppare congiuntamente i department store che entravano nella galassia europea di Central. Le due operazioni durante la pandemia, l’acquisizione di Globus nel 2020 e in particolare quella di Selfridges nel dicembre 2021, hanno rafforzato la partnership con Signa e ora possiamo dire che l’Europa è diventata un mercato chiave e un fulcro strategico per Central, anche perché Selfridges, oltre allo storico negozio di Oxford Street, è presente in Irlanda e nei Paesi Bassi.

Quanto è stata difficile la trattativa con Selfridges, viste le difficoltà del periodo?

Non lo è stata, mi sento di dire: depositammo l’offerta all’inizio dell’ottobre 2021, completammo la due diligence il 23 dello stesso mese e il 23 dicembre annunciammo l’accordo. Tra Central e Selfridges Group e le famiglie che li controllano, i Chirathivat in Thailandia e i Weston in Gran Bretagna, ci sono molte affinità. Unite a quelle tra i rispettivi business hanno reso l’operazione veloce, morbida potremmo dire. Una volta ottenuti i via libera dalle varie autorità antitrust, inizierà l’integrazione vera e propria: complessa per definizione, ma che non ci spaventa, viste le esperienze con KaDeWe, Illum e Globus.

Il retail fisico si sta prendendo una rivincita sul digitale, come reazione ai lockdown. Nel medio periodo cosa prevedete?

Tutti i nostri department store, a partire da Rinascente, hanno usato i periodi più duri dei lockdown per concentrarsi sulla digitalizzazione. Allo stesso tempo abbiamo lavorato a progetti di miglioramento degli spazi fisici e ai rapporti con i grandi gruppi del lusso, da Lvmh a Kering e Richemont, e con i singoli brand per progetti speciali, vetrine, pop up, ampliamento degli spazi food o riequilibrio tra le sezioni.

Qual è il punto di forza del department store rispetto ad altri tipi di retail fisico?

Tutti i negozi del nostro portafoglio sono unici e radicati nel vissuto delle città che li hanno accolti. Sono convinto che le persone vivano e visitino le città perché vogliono socializzare, mangiare, bere, fare acquisti e vivere esperienze, possibilmente uniche, addirittura memorabili. Quando saremo usciti definitivamente dalla pandemia sarà possibile riassaporare pienamente questo tipo di piacere.

Che previsioni di ricavi avete, dopo l’acquisizione di Selfridges?

Il fatturato annuo per il portafoglio dei department store di Central Group Europe nel 2019 era di 5 miliardi di euro. Prevediamo di superare i 7 miliardi entro il 2024.

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