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Destinazione Korčula, l’isola del mare indaco, del vino bianco (e forse anche di Marco Polo)

Spiagge segrete da conquistare, borghi e torri medievali e trekking nell’isola croata dove l’estate è già giunta

di Luca Bergamin

La città di Korcula

4' di lettura

Le vele bianche delle imbarcazioni sono così tante intorno a Korčula da far pensare che il mare croato sia avvolto da un immenso lenzuolo candido. Ogni week end, del resto, è incontenibile la voglia di essere qui a solcare l'Adriatico, di attraccare nel porto di questa isola amata così tanto da Marco Polo che il navigatore e mercante veneziano vi ebbe persino una casa (per gli storici locali l'autore de Il Milione sarebbe addirittura nato lì).

Di sicuro il paesaggio poco al di fuori del centro abitato si tramuta in un infinito bosco verde che si distende per larga parte del territorio di Curzola (il suo nome in italiano), lunga poco meno di cinquanta chilometri e larga cinque, dove i contadini si dedicano ancora, come nei secoli scorsi, alla coltivazione delle vigne che danno vini bianchi sempre più premiati, - specialmente il Grk, il Posip e il Rukatac - nei concorsi internazionali e degli alberi di ulivo che producono olii di finissima qualità, in particolare a Blato. Soprattutto a Korcula ci si sente davvero a casa, del resto è distante da Peschici, in provincia di Foggia, appena 120 chilometri in linea d'aria, e si trova alla stessa latitudine di San Benedetto del Tronto, nelle Marche, dalla quale è lontana solo 220 chilometri.

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Vigneti sull’isola

La Capitale medioevale dove tra le torri si è inseguiti dal maestrale

La scoperta dell'isola inizia dalla sua omonima capitale dall'impianto medioevale, sempre attraversata dal vento che dall'alto, dalle prime case, scende sino al mare, cozzando contro le antiche mura. E' ricca di vestigia affascinanti, testimoni del passato illustre di questo avamposto della Dalmazia appetito a lungo nel corso dei secoli proprio per la sua posizione: la torre Veliki Revelin, se venisse interrogata, potrebbe dunque raccontare tante storie dei suoi dominatori, anche se, come dimostrano i suoi stemmi, la città è rimasta legatissima ai dogi veneziani. La planimetria della città non poteva che essere simile a quella di una lisca di pesce, con appunto tante torri a muovere lo sguardo verso l'alto: quella della Porta di mare occidentale, la Grande e la Piccola Torre del Governatore sembrano rincorrersi a vicenda, come palline di un flipper, le sfuriate del maestrale, il cugino buono della bora che spazza cattiva in inverno.

La spiaggia di Pupnataska Luka

A Zrnovo per il trekking, ma prima c'è il bagno del mattino a Lumbarda

Le barche dei pescatori sono artefici di un incanto che si rinnova al mattino presto e al tramonto, tra le tinte pastelle del cielo, a Lumbarda, un piccolo villaggio al quale fanno da quinta i vigneti: a quell'ora si può fare il primo bagno della giornata e poi asciugarsi sulla sabbia delle sue spiagge. Il borgo di Zrnovo, invece, è ideale per chi ama il trekking sui sentieri panoramici che si inerpicano sopra le colline punteggiate da alti cipressi: ci si orienta con le torri campanarie, attraversando campi di ulivi, poi ci si ritrova in minuscole, intime baie, specialmente a sud dell'isola. Invece a nord si incontra Račišće dove il turismo di massa, per fortuna, fatica ad attecchire poiché le famiglie locali pervicacemente conservano vive tutte le tradizioni dei propri avi, compresa la danza delle spade (che in realtà sarebbe di origine spagnola) e qui viene tramandata dal ‘400: il suo rituale prevede che due sovrani, il re bianco e il re nero, in combutta per il cuore della medesima principessa, diano prova teatrale di virilità. A Pupnat la storia l'hanno inaugurata addirittura gli Ittiiti, anche se adesso ad attrarre i viaggiatori è il mare della spiaggia di Pupnatska Luka che non si vorrebbe mai abbandonare. Invece è piacevole anche bere un bicchiere di bianco a Cara e Smokvica che da qualche anno hanno sposato con gioia la moda del wine tasting, così come a Lumbarda, dove la Vitis Winery allestisce banchetti tra le vigne. Mentre a Vela Luka si va soprattutto per gustare piatti squisiti di pesce e per addentrarsi nelle sua celeberrima grotta.

Spiagge e boschi caratterizzano tutto il paesaggio dell’isola

A Bačva dove l'acqua è uno smeraldo. Pupnataska Luka mosaico di ciottoli

Il caldo anticipato ha fatto sì che nella spiaggia di Vela Przina già ci sia il tutto esaurito. La colpa, si fa per dire, è della sua sabbia fine e chiara e della passione collettiva che tutti sembrano avere qui per il beach volley. Niente paura, sull'isola le baie splendide rivaleggiano continuamente in bellezza: quella di Pupnataska Luka è un mosaico di ciottoli e garantisce un'abbronzatura totale in poche ore, anche se le pinete alle sue spalle consentono di prendersi una tregua dal sole che batte già fortissimo in maggio. Anche la spiaggia di Bačva, a sud di Žrnovo, è un regalo che fa la natura ai bagnanti, ma bisogna conquistarsela percorrendo un sentiero arzigogolato che scoraggia purtroppo molte persone, quando invece questa è la spiaggia più emozionante per il colore smeraldo dell'acqua e per il pesce che poi viene grigliato nel piccolo chiosco. E quando, prima di ripartire, si porge un tributo a Marco Polo andando a visitare la sua casa dove sono raccontate anche altre figure di famosi viaggiatori, o ci si imbatte in una delle tante manifestazioni e rievocazioni storiche in suo onore, quasi quasi si viene convinti che fosse dalmata.

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