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Detrazioni fiscali, pagamenti tracciabili dal 1° aprile in cerca di coperture

Arriva alla Camera il correttivo al Dl Milleproroghe che salva le spese in contanti effettuate dal 1° gennaio scorso al 31 marzo 2020 per ottenere le detrazioni fiscali nel 730 del prossimo anno ma nella maggioranza è confronto aperto sui fondi necessari

di Marco Mobili e Giovanni Parente

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2' di lettura

Arriva la moratoria di tre mesi per i bonus fiscali non tracciati. Il Governo presenta alla Camera l’emendamento al decreto Milleproroghe che fa salve le spese effettuate in contanti dal 1° gennaio scorso al 31 marzo 2020 da quei contribuenti che non hanno rispettato l’obbligo di pagamento con mezzi tracciabili (assegni bancari o postali, carte di credito o bancomat).

Le frizioni nella maggioranza
Ma sul correttivo è ancora aperto il confronto nella maggioranza sulle modalità per reperire gli stanziamenti necessari a garantire le coperture. È soprattutto Italia Viva a opporsi al reperimento dei fondi con una riduzione del risorse appostate per la riduzione del cuneo fiscale.

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L’obiettivo dell’emendamento
L'emendamento punta a evitare che i contribuenti che hanno pagato cash non si vedano riconosciuti gli sconti fiscali nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi) del 2021. Una volta risolte le frizioni nella maggioranza, il correttivo dovrebbe essere votato dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera dove è in corso l’esame del decreto Milleproroghe.

Le spese interessate
L’obbligo di tracciabilità dei pagamenti per ottenere la detrazione di imposta del 19% in dichiarazione riguarda le spese mediche (ad eccezione di quelle in convenzione) , quelle per l’iscrizione dei ragazzi per le attività sportive, gli affitti per gli studenti fuori sede, quelle per istruzione secondaria e universitaria, quelle funebri o per le badanti.

Il differimento di tre mesi è stato voluto dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri (Pd), per venire incontro alle richieste della Consulta dei Caf preoccupata dell’entrata in vigore del nuovo obbligo senza la necessaria informazione e preparazione di contribuenti e strutture.

Le spese sanitarie escluse
Restano comunque espressamente escluse dalla stretta sui pagamenti in contanti le «spese sostenute per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici, nonché alle detrazioni per prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale».

Le modalità di pagamento
Quindi, una volta approvato l’emendamento ed entrata in vigore la legge di conversione, dal 1° aprile 2020 bisognerà pagare le spese interessate dalla stretta sul contante con «versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento previsti dall'articolo 23 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241». In pratica, saranno considerati validi anche i pagamenti con carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari.

Accolte le richieste dei Caf
Il correttivo del Governo va incontro alle preoccupazioni espresse dalla Consulta dei Caf, che avevano sottolineato l’esigenza di «salvaguardare tutti quei contribuenti che non hanno applicato tempestivamente le nuove disposizioni, in virtù di quanto sancito dallo Statuto dei diritti dei contribuenti». In particolare la Consulta aveva avanzato la richiesta di fare salve le detrazioni al 19% per i pagamenti in contanti per un lasso temporale sufficiente a far prendere confidenza ai contribuenti con la novità.

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