PRESENTAZIONE ALLA FARNESINA

Patto per l’export da 1,4 miliardi di euro. Di Maio: ambizioso ma solido. Gualtieri: salto di qualità

Il responsabile degli Affari esteri ha delineato la strategia dell’’esecutivo. Sei i pilastri: re-branding nazionale, la formazione e l’informazione, l’e-commerce, il sistema fieristico, la promozione integrata, la finanza agevolata

di An.C.

Coronavirus, Fase 3: Di Maio presenta il "Patto per l'export"

4' di lettura

«Abbiamo superato il periodo più buio di questa crisi sanitaria: ora il Paese può ripartire, con cautela ma con coraggio. E, finalmente, il motore del Made in Italy, asset strategico per eccellenza dell’economia e della imprenditoria italiane, può tornare a correre». Lo ha detto il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio alla Farnesina per la firma del patto per l’export. Il documento, ha spiegato, ha recepito le istanze presentate dalle associazioni di categoria e le imprese per il rafforzamento della loro proiezione all’estero.

All’incontro alla Farnesina hanno partecipato la responsabile delle Politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova, il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, quello delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, il responsbile dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, il ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini e la responsabile per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano. Presenti alla firma anche i principali enti preposti al sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo (tra cui Agenzia Ice, Gruppo Cdp, Sace, Simest, Invitalia e Commissario generale per EXPO Dubai 2020), Confindustria e circa 20 associazioni rappresentative del sistema imprenditoriale.

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Con l'occasione è stato presentato anche un e-book realizzato dalla Farnesina e destinato alle aziende italiane.

Piano su sei pilastri

La ripartenza dell’economia italiana, travolta all’emergenza Covid-19, nella strategia dell’esecutivo dovrebbe trovare nel patto per l’export un importante appiglio. Un patto che, come ha spiegato Di Maio, «si regge su sei pilastri», a partire dalla «comunicazione, perché la ripartenza non potrà prescindere dall’avvio di un grande re-branding nazionale». Le altre linee di intervento prioritarie saranno: la formazione e l’informazione, l’e-commerce, il sistema fieristico, la promozione integrata, la finanza agevolata.

Patto da 1,4 miliardi euro

Nel documento firmato oggi si legge che il patto per l’export riassume le risorse straordinarie stanziate dal governo per circa 1,4 miliardi di euro, con cui si rafforzeranno gli strumenti per l’internazionalizzazione delle imprese e si adotterà un’azione promozionale di ampio respiro. Per quanto riguarda il budget al momento disponibile, nel documento si spiega che «316 milioni di euro vanno per il Piano straordinario Made in Italy e per gli altri programmi promozionali dell’Ice (comprensivi di economie derivanti da annualità precedenti); 600 milioni di euro per il rifinanziamento del Fondo 394/81 (al netto dei rientri attesi sul fondo rotativo); fino a 300 milioni di euro per il finanziamento della componente a fondo perduto del Fondo 394/81, fino al 31 dicembre 2020; 82 milioni per le attività di promozione integrata e il piano di comunicazione previsti dal Dl “Cura Italia”; 30 milioni per un nuovo bando in materia di temporary export manager e digital export manager, a cura del ministero degli Affari esteri e Invitalia; oltre 8 milioni, in favore della rete delle Camere di commercio italiane all’estero, a valere sulle annualità del programma “True Italian Taste”, per attività di promozione delle eccellenze agroalimentari italiane e di contrasto all’Italian sounding; fino a 200 miliardi di garanzie statali per le imprese italiane attivabili attraverso la Sace, ai quali si aggiunge il potenziamento del sostegno finanziario all’export mediante l’assicurazione degli impegni in favore delle imprese italiane esportatrici da parte di Sace per il 10 per cento e da parte del ministero dell’Economia e delle finanze, per conto dello Stato, per il 90 per cento.

«Nuova strategia per l’internazionalizzazione»

Il Patto per il Made in Italy prevede una «nuova strategia per l’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo. Una strategia certamente ambiziosa, ma solida», ha spiegato Di Maio. Si tratta, ha continuato, di «una strategia di sostegno pubblico alle imprese che si affacciano sui mercati internazionali, che potrà contare su risorse straordinarie messe a disposizione dal Governo per imprimere al sistema produttivo un nuovo slancio».

Gualtieri: patto export strategico, salto di qualità

Secondo Gualtieri il patto per l’export rappresenta «un salto di qualità per sostenere uno dei vettori fondamentali della crescita del nostro Paese». Il patto, ha ricordato il responsabile dell’Economia, «è stato un processo inclusivo e approfondito» che ha portato a un risultato strategico, ha spiegato. «Durante i momenti più difficili della crisi Covid - ha aggiunto -, il lavoro non si è interrotto, ma è stato rilanciato sia dal punto di vista delle risorse necessarie, sia sotto il profilo della ricognizione, preparazione, organizzazione e riforma dei meccanismi». Gualtieri ha poi detto: «bene ha fatto Di Maio a battersi per avere le risorse» nei decreti varati dal governo.

Pil: Gualtieri, possibilità concreta ripresa nel III trimestre

L’incontro alla Farnesina ha fornito al ministro l’occasione per un commento delle Prospettive dell’economia italiana, delineate dall’Istat. L’Italia - ha sottolineato - non è ancora nella fase post Covid ma «cerchiamo di vedere una luce in fondo al tunnel. I dati dell’Istat confermano le previsioni del Governo e indicano la possibilità concreta di una ripresa già nel terzo trimestre. E già da questo mese colgono alcuni segnali di ripartenza».

Bellanova: patto export necessario a tutelare made in Italy

«Sottoscrivo questo patto di impegno per l’export con molta convinzione, necessario a tutelare la nostra reputazione e tornare promuovere la qualità, la sicurezza, l’affidabilità del Made in Italy». Lo ha detto la ministra Bellanova. Secondo la responsabile dell’Agricoltura è necessario «investire di più e meglio nei rapporti internazionali, anche dotando le nostre ambasciate di personale specializzato. Daremo il nostro contributo di idee e proposte nella cabina di regia, nei gruppi di lavoro e con l’Ice per affrontare in modo nuovo il tema che abbiamo davanti», ha proseguito la ministra. Bellanova ha precisato che «per l’agroalimentare parliamo di un valore di esportazione che nel 2019 ha toccato il record storico di oltre 44 miliardi di euro, che rappresenta un pilastro della sostenibilità economica. Alla logica dei dazi - ha aggiunto ancora - opponiamo la logica della collaborazione e della competizione regolamentata». «Abbiamo voluto che nel patto ci fosse un forte richiamo alla lotta al falso e all’Italian sounding - ha concluso Bellanova -, piaghe che sono vero e proprio furto di identità che nel solo agroalimentare pesano per oltre 100 miliardi di euro».

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