Di Maio: taglio al cuneo fiscale in cambio del via al salario minimo
Il vicepremier Di Maio propone per i datori di lavoro l'esonero del versamento dell’1,6% destinato alla Naspi, l’indennità di disoccupazione, sui contratti a tempo indeterminato, per un valore di 4 miliardi. Contrari i sindacati: nessun vantaggio per i lavoratori. Fredda Confindustria
di Giorgio Pogliotti
3' di lettura
Il vicepremier Luigi Di Maio propone uno scambio: l’introduzione del salario minimo legale, compensato da un taglio del cuneo fiscale-contributivo per 4 miliardi in modo da “congelare” l’incremento del costo del lavoro previsto a carico delle aziende. Ma la proposta è stata respinta da imprese e sindacati, al tavolo convocato a Palazzo Chigi alla presenza del premier Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Le presenze al tavolo sono state evidenziate da fonti dell’Esecutivo M5S che hanno puntualizzato «è questo il vero vertice di governo sulla manovra», come per prendere le distanze dall’iniziativa promossa dal vicepremier Matteo Salvini con le parti sociali al Viminale.
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In forte ritardo sulla tabella di marcia, la giornata di incontri con le parti sociali in vista della definizione della legge di bilancio, è iniziata con la convocazione al tavolo dei leader di Cgil, Cisl e Uil. Al tavolo mancava la presenza della Lega, al termine della riunione si è aggiunto il ministro Gian Marco Centinaio.
Di Maio:niente versamenti per la Naspi a carico delle imprese
La proposta di riduzione del cuneo fiscale su cui lavora il vicepremier Di Maio, prevede per i datori di lavoro l'esonero del versamento dell’1,6% destinato alla Naspi, l’indennità di disoccupazione, solo sui contratti a tempo indeterminato. «Agiamo sulle tasse che pagano le imprese quando assumono un dipendente, in particolare quando finanziano gli ammortizzatori sociali, la Naspi ». La proposta è stata rispedita al mittente dai sindacati che con Confindustria hanno concordato una proposta comune, affinchè la riduzione del cuneo fiscale avvenga a vantaggio dei lavoratori, per rilanciare i consumi. «Con la proposta di Di Maio i lavoratori non avrebbero alcun vantaggio» hanno commentato alla fine i leader sindacali. Resta, peraltro, da capire come finanziare la Naspi: l’esborso finirebbe per gravare sui conti pubblici. La proposta di Di Maio è stata accolta con freddezza anche dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia che si è limitato a dire: «è troppo poco». Perchè il disegno di Di Maio è «far risparmiare 4 miliardi di cuneo fiscale alle imprese, per fare il salario minimo senza gravare su di loro».
Inapp: il salario minimo a 9 euro costa 6,7 miliardi alleimprese
Non bisogna dimenticare, però, che secondo le stime dell’Inapp l’introduzione del salario minimo legale a 9 euro lordi all'ora coinvolgerebbe il 21,2% dei lavoratori dipendenti, per un costo per le imprese di 6,7 miliardi di euro. Praticamente tutte le parti sociali sono contro il salario minimo legale.
Conte: non c’è ancora alcun progetto di riforma fiscale
Tornando al vertice, il premier Giuseppe Conte ha spiegato che non c'e' ancora alcun progetto di riforma fiscale a livello istituzionale, siamo ancora alla fase della elaborazione e nella quale si raccolgono le istanze delle parti sociali. «Lavoreremo ad agosto ed a settembre ci confronteremo nuovamente con voi sulle base di una proposta concreta e condivisa dal governo», ha aggiunto il premier.
Conte ha elencato alcuni punti alla base della riforma fiscale che vuole realizzare il governo: in particolare ha citato la riduzione delle aliquote, la semplificazione fiscale, la lotta alla evasione, la riduzione dei gradi di giustizia tributaria. Ed ha dato appuntamento al 29 luglio per un nuovo incontro sul tema del piano per il sud e al 5 agosto per discutere di lavoro e del la rimodulazione della Naspi per le imprese e di salario minimo
Critici i sindacati: tagliare le tasse sul lavoro
«Il governo ha dichiarato che la proposta del governo ancora non c'è, ci saranno nuovi incontri che saranno propedeutici alla definizione della Manovra, altri ci saranno a settembre. Il metodo è una novità positiva, ma quello che conta è cosa verrà deciso», ha commentato il leader della Cgil, Maurizio Landini. La segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan, ha ribadito che la riforma fiscale «deve premiare il lavoro» e il leader della Uil Carmelo Barbagallo ha chiesto anche la detassazione degli aumenti contrattuali.
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